Vent’anni fa, nella notte tra il 9 e 10 Novembre, Günter Schabowski, lo stanco portavoce dell’ultimo governo della Repubblica Democratica Tedesca (abbreviata con la sigla RDT in italiano o DDR in tedesco) stava comunicando in conferenza stampa che il nuovo governo aveva appena ratificato una legge che permetteva ai cittadini della RDT di viaggiare liberamente oltre i confini nazionali.
Un giornalista presente in sala aveva chiesto quando questa legge sarebbe entrata in vigore. Il protavoce del governo, visbilmente preso alla sprovvista da questa domanda, aveva esitato un po’ per poi dire qualcosa come “per quello che ne so… da subito, senza nessun ritardo”.
Appresa questa notizia alla radio o alla televisione di stato, i cittadini di Berlino Est avevano cominciato a radunarsi attorno al Muro e ai Vopos era stato ordinato di lasciar fare. Il Muro, che era esistito per quasi trent’anni come “barriera antifascista”, stava per essere distrutto per sempre. I Berlinesi dell’Est, per la prima volta, erano liberi di avvicinarsi a quella barriera di cemento, toccarla, salirci sopra e tirarle qualche picconata. Potevano andare a farsi un giro dall'altra parte, dove Berlino Ovest aveva resistito come una specie di isola capitalistica in mezzo ad un paese socialista.
Noi guardavamo il Muro cadere alla televisione. Era da quando l’uomo era stato sulla luna che la storia non entrava così violentemente dentro le case di tutto il mondo. Per me e per una stretta cerchia di compagni di scuola questo avvenimento aveva un significato un po’ più speciale che per gli altri. Pochi mesi prima infatti eravamo stati nella RDT per due settimane. Avevamo visto il Muro, avevamo mangiato, dormito, ascoltato, respirato, ballato, nuotato, fotografato, conosciuto, discusso, criticato e lodato la RDT nella nostra prima vera vacanza senza genitori.
Nella primavera del 1989 il nostro professore di tedesco, Giampiero, ci aveva comunicato della possibilità di una vacanza-studio in Germania tramite l’associazione Italia-RDT. La vacanza sarebbe stata in un hotel / residence per vacanze del sindacato unitario della RDT, su un lago che si trova più o meno tra Berlino e Rostock, il lago di Müritz. Viaggio in pulman, alloggio in camera doppia e diverse gite a Berlino, Rostock e altre cittadine della RDT. Più o meno una decina di noi delle sezione C e D della prima classe del Liceo Scientifico di Morbegno avevamo accettato.
C’era stata una riunione con tutti i genitori e anche una visita alla sede milanese dell’Associazione Italia-RDT, dove mio padre aveva raccolto qualche libretto esplicativo sul rapporto tra crescita economica e garanzie di sicurezza sociale, sulla pubblica istruzione, sulla vita culturale, sulle prospettive sicure dei contadini e sull’introduzione dei computer nelle fabbriche della RDT. Mi ricordo di aver guardato con curiosità quei piccoli opuscoli, come se provenissero da un altro pianeta.
Di quella vacanza mi resta qualche ricordo sparso, qualche diapositiva e le lettere di I. una ragazza tedesco-orientale che avevo conosciuto sulla spiaggia del lago di Müritz o nella sala da ballo del residence. I. era di un posto con un nome piuttosto curioso K.M.S., nel sud della RDT; come molte altre ragazze della RDT, aveva uno zainetto di jeans con appesa una spilla, dove era stampata la faccia di Mikhail Gorbachev e s'interessava di sport occidentale (in particolare del giocatore olandese Marco Van Basten).
Ho tradotto alcune delle lettere che I. mi ha spedito tra il 1989 e il 1990. Come si capirà, ero molto più pigro di lei a scrivere e rispondere. Mai mi sarei sognato che alcune di queste prime lettere, probabilmente, erano aperte con un ingegnoso macchinario a vapore da solerti impiegati del Ministero della Sicurezza dello Stato (Stasi), prima di esserle consegnate.
La prima lettera qui riportata è antecedente alla caduta del Muro, ma come si capisce, nella RDT il fermento provocato dalle politiche di apertura del segretario generale del partito comunista sovietico, dalle marce della pace di Lipsia e dall’apertura dei confini tra Ungheria e Austria, stavano portando inesorabilmente alla Wende.
Giacomo Bottà
Sabato, 29 Ottobre (1989)
Caro G.!
Spero che non ti arrabbierai se ti scrivo di nuovo. Ma vorrei avere un amico in Italia, per scrivere di noi e dei nostri paesi. Per me è molto interessante scrivere in un paese ‘capitalista’.
In Italia avete avuto notizie degli sviluppi della RDT delle scorse settimane? Sai che abbiamo un nuovo ‘primo ministro’? In questi giorni sono successe molte cose: prima dimostrazioni di piazza, poi dialogo. Anche a K.M.S. C’è sempre qualcosa di nuovo, ad esempio sulla stampa: sui giornali ci sono molte critiche adesso, non solo lodi come prima. Penso che sia giusto così. Adesso possiamo dire quello che vogliamo. Discutiamo spesso, ad esempio a scuola. Adesso speriamo che succeda anche qualcosa non solo parole.
Se vuoi, scrivimi cosa pensi di questi sviluppi e cosa dicono e pensano i giornali e le televisioni italiane, per favore!
Il tempo è stato molto bello nelle ultime due settimane, c’è una bella atmosfera autunnale e c’è il sole tutti i giorni.
Mercoledì prossimo andrò a vedere una partita di calcio: la squadra della nostra città giocherà con FC Sion (Svizzera). É la partita di ritorno per il secondo girone della coppa UEFA. Se FCK vince, saremo molto orgogliosi della nostra squadra! Martedì prossimo andrò a vedere una gara di atletica di 800 metri.
Adesso finisco questa lettera.
Spero che tu stia bene.
Ciao!
tua, I.
Quando è il tuo compleanno G.? Ti invio il catalogo della nostra ‘bellissima’ macchina Trabant.