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Bruna Spagnuolo: INFLUENZA A / nuovo ‘pizzo’ in vite umane e vaccino da non fare
09 Novembre 2009
 

Avevo deciso di relegare gli argomenti relativi al genere umano (e dintorni) in un lungo periodo di silenzio sabbatico, ma, alla fine, non ce l’ho fatta… Gli annunci continui dei morti per influenza A mi hanno fatto capitolare. Gli anziani non dovrebbero morire di h1n1, perché pare che ‘quelli’ di una certa età dovrebbero essere venuti a contatto (nei decenni passati) con una qualche identità del ceppo del virus. I piccolini non dovrebbero morire perché pochi mesi e pochi anni non sono abbastanza per scomparire dalla faccia della terra e dallo screen della vita.

Nessuno avrebbe dovuto morire, con questa ‘influenza’, perché esiste l’antidoto (l’antivirus) accertato che può sconfiggere il virus e salvare la vita della gente. Dovrei dire ‘esisteva’, mi sa, perché i medicinali (come il Tamiflu) erano ovunque distribuiti (nelle farmacie)/ erano prescrivibili-acquistabili-assumibili e potevano tranquillamente fare il loro lavoro di antivirali.

 

È successa (e sta succedendo) una cosa ‘strana’ (a dir poco): gli ammalati sono stati lasciati-vengono lasciati in balia del virus. Tutto ciò che i medici hanno sempre fatto e cioè prescrivere la cura, questa volta, non è stato e non è valido. I medici hanno seguito/seguono le indicazioni ufficiali (hanno lasciato/lasciano i pazienti nelle proprie case, affidandoli alle cure dei parenti e a qualche blando antipiretico). La preoccupazione massima pareva e pare essere quella di ‘non intasare’ le strutture ospedaliere (e non quella di salvare le vite umane, come si faceva un tempo, quando, pur di non mettere a rischio la vita di nessuno si riempivano anche i corridoi e si allestivano veri e propri lazzaretti). La morale di questo comportamento è: “C’è la pandemia? Bene, lasciate che la gente lotti con il virus per suo conto; se sopravvive, buon pro le faccia/ se non sopravvive, si faccia il tampone, per diagnosticare H1N1 con certezza. Proprio così, signori; per quel che ne so, i medici non hanno ordine di prescrivere e fare eseguire tamponi (preventivi) ai pazienti (“perché tanto si sa che la pandemia riguarda l’influenza A, dal momento che l’altra influenza stagionale non ha ancora fatto la sua comparsa”) e non hanno neppure l’ordine di curarli, perché i medicinali antivirali non sono più reperibili nelle farmacie e perciò non sono prescrivibili. La bufala ricorrente è: “Gli antivirali sono appannaggio delle sole strutture ospedaliere”. È una bufala (con dolo), perché la cosa potrebbe avere un senso ove e se chi si ammala di H1N1 avesse diritto al ricovero e alle cure in automatico. Io credo che gli antivirali siano stati tolti dalla circolazione di proposito! Le vittime sacrificali (perite durante la pandemia) sono i martiri necessari a ’la causa’. Quale causa? Ma quella del guadagno oltre misura delle industrie farmaceutiche (e di chi con esse è red handed). Quale guadagno? Quello derivante dalle ‘derrate’ gigantesche (meglio rende l’idea il termine turco kojaman-quello che meglio di qualunque altro dà l’idea della grandezza smisurata) di vaccini. Ed è proprio lì che scende il picco minimo della caduta dell’uomo verso il basso: occorre far morire la gente, per ottenere la massima vibrazione della paura verso il terrore e per giungere, come salvatori, con un vaccino che nessuno mai prenderebbe in considerazione diversamente (perché testato in fretta e furia -senza l’osservazione di base sul periodo di almeno un anno, che già sarebbe inaffidabile- e, perciò, pericoloso e probabile portatore di meningiti e di malformazioni ossee). Le casse delle aziende farmaceutiche (e di quanti altri ‘canali’ conniventi?) si riempiano, intanto (vaccinando a tappeto- per mesi e fino a primavera, ben al di fuori del ‘pericolo’ legato al virus in questione), poi, se, più in là, molti dovessero morire di meningite o sviluppare altre forme di ‘danni’ e ‘malanni’, a chi importerà (e, quel che più conta, chi potrà avere voce in capitolo fino al punto di citare ai danni coloro che ora bombardano la gente fino a farle credere che inocularsi un vaccino meno sicuro del virus stesso sia una ‘necessità’)?

  

Cosa penso dei vaccini è noto (vedi articolo Vaccini-killer (e stragi di bimbi ignari)/ cosa fare- su TF), ma cosa penso di questo vaccino in particolare è cosa difficile da spiegare: come scindere ciò che è male da ciò che è male a una potenza superiore? I vaccini (con tutti i loro annessi e connessi) rientrano, purtroppo, tra le interessenze dei tentacoli bui del profit (e rappresentano una fetta sicura degl’introiti annuali fissi di quelli che oggi, ahimè, sono gli angeli del male del pianeta). ‘Questo’ vaccino (contro il virus H1N1) è (oltre a un danno) una beffa.

Aver paura del virus non è bello, ovviamente, specialmente quando at stake c’è la vita degl’innocenti (bambini, adolescenti, giovani o anziani che siano) e il ricorso al vaccino (visto come salvezza o persino come male minore o rischio ipotetico e improbabile) è più che comprensibile e giustificato. Chi ha degli affetti (preziosi come il sole) vuole saperli al sicuro (e, quando altra sicurezza non è available, accoglie di buon grado anche il vaccino non proprio testato secondo i canoni migliori), ma vorrei invitare la gente alla cautela e fare un appello a chi di dovere (perché rimetta in circolazione l’antivirus e dia alla gente la possibilità di curarsi, senza doversi inoculare un vaccino che, se non fosse una vera e propria minaccia ignota, sarebbe già, come tutti i vaccini, da evitare).

 

Molte potranno essere le sperequazioni (pro/contro o ignave), ma i conti, comunque, non tornano. I ‘burattinai’ delle tragi-pantomime influenzali (di virus vari- mutati- mutanti o stabili che siano) allestiscono gli stage della ‘rappresentazione’ annuale con anticipi inimmaginabili e trame tutte in noir… Come accade che l’antivirus (che non è ‘nato’ esattamente stanotte e neppure ieri notte) non venga distribuito per tempo e, se scarso, non venga ‘fabbricato’ con abbondanza (proprio in previsione delle pandemie con largo anticipo pronosticate)? È molto chiara (almeno per me) la strategia ‘lungimirante’ delle industrie farmaceutiche artefici dei destini (e della vita e della morte) delle popolazioni: ignorare il monitoraggio delle scorte dei medicinali vitali (e possibilmente dargli una spinta verso l’interruzione totale)/ ‘costruire’ una ‘ambientazione’ verosimile (con tanto di morto pro-città o pro-rione) per la ‘animazione’ apparentemente improvvisata intitolata ‘vaccini’. Chiaro è, altresì, anche che la ‘miopia’ dei governi (i custodi designati dei popoli) spiana ampiamente i sentieri di dette ‘strategie’, regalando alle industrie farmaceutiche vere e proprie strade maestre (per i molti funerali delle vite umane sacrificate).

 

Lo scopo della medicina è stato stravolto. Le aziende sanitarie di un tempo sono state sostituite da ‘qualcosa’ (o da non si sa più quanti altri qualcosa -poteri forti/ sottopoteri/ interessi) di spaventoso (che non ha più la salute come scopo) di cui i medici di base non sono neppure consapevoli.

I governi, se non sono manutengoli o ruffiani di quel ‘qualcosa’, sono in balia delle varie mafie della fantascienza morale dell’era moderna (che intasca un ‘pizzo’ fatto di vite umane).

  

Qualcuno, tempo fa, mi ‘consigliò’, per così dire, in un commento, di rendermi conto, infine, che i tempi antichi sono finiti. E son finiti sì (“ci voleva la zingara per indovinare la ventura”), lo so bene- ahimè- e, con essi, anche i tempi di certi valori sono finiti. Non tutto il progresso vero è negativo, ovviamente (là dove coincide con la civiltà), ma ci sono negazioni di valori che sono ‘amputazioni’ letali per il genere umano (e la svalutazione della vita operata dai vertici delle aziende sanitarie ridotte in business senza cuore ne è prognosi disarmante- e disarmata) e che fanno pensare ai tempi antichi con nostlagico longing. La figura del medico di un tempo (che, a dorso d’asino o di mulo, sfidava le bufere invernali, per raggiungere i casolari sperduti/ tentare ‘miracoli’ impensabili/ salvare contadini che, al massimo, avrebbero potuto pagarli con patate, castagne o uova) balza fuori dal passato come un valore di cui far bandiera corsara (contro i pirati-zomby odierni, che non si fanno scrupolo nel trasformare in carogne umane anche i bambini che amano la vita e  ne sono riamati).

   

Esistono vari ‘rumori’ underground, sul virus H1N1: 1- qualcuno dice che addirittura il virus sarebbe stato diffuso di proposito; 2- qualche medico ritiene che la suina possa funzionare come vaccino contro l’influenza stagionale; 3- alcune voci mormorano che i vaccini vengano prodotti su ‘scale’ diverse (a seconda dei ‘destinatari’).

Dare importanza al punto 1 non è difficile (sapendo quanta parte dell’umanità sepolta nell’animo umano marcisca by the hour, in nome del dio denaro, sempre e ovunque).

Attribuire qualche fondamento al punto 2 suona rassicurante.

Valutare il punto 3, invece, risulta tanto ostico quanto credibile (e tanto, altogether, ‘orrifico’). Molte cose si spiegherebbero, alla luce del punto 3, infatti, devo ammettere non senza un devastante turmoil nel cuore. La presenza delle sostanze foriere di malformazioni genetiche e di cancro nei vaccini è stata permessa e mantenuta (negli anni e nei decenni) e viene ‘tollerata’ e legalizzata ancora e ancora, con assurdo ‘disriguardo’ per la vita della gente di tutte le età e dei bambini innocenti, perché? Sarà perché, colà dove si puote, i ‘chi conta’ di turno vengono ‘insigniti’ di vaccini-regalie appositamente ‘confezionati’ (per il loro sangue presumibilmente ‘tinto’ o ‘macchiato’ di un blu importato non si sa da dove) senza ‘porcherie’ come il timerosal?

 

Intrighi e ingiustizie esistono dal tempo dei tempi, ma mai sono esistiti modi sì vili e orrendi di attentare alla progenie umana e mai su sì vasta scala. Poco importerebbe, comunque, se i ram che guidano il gregge potessero o volessero procurarsi elisir elitari (né se potessero ottenere di imporsi al mondo come cariatidi risparmiate dalla falce della morte). Importerebbe, però, se essi volessero guidare il gregge al dirupo e trucidarlo deliberatamente, pensando di sfuggire allo stesso destino.

Certo è che le istituzioni preposte alla difesa della vita tutto fanno fuorché difenderla, snaturate (nella migliore delle ipotesi e nella peggiore corrotte) dalle interessenze-profit (e da tutti i vari ‘reticoli’-parentele che ne conseguono). 

 

Vaccinarsi non è prudente: il vaccino potrebbe nascondere insidie peggiori del virus stesso.

 

Il virus H1N1 è partito dal Messico (Marzo 2009) e si è diffuso in tutto il mondo (che ormai, per le sue comunicazioni immediate e continue, condivide-globalizza il bene e il male). La sanità mondiale ha dichiarato lo stato di pandemia sin dal Giugno 2009. Si ammalano, in Italia, circa 540 mila persone alla settimana. Sono morte 26 persone. Sono state vaccinate 41 mila Italiani

L’Unità italiana di Crisi (nata il 24 Aprile e presieduta dal viceministro Ferruccio Fazio) può essere consultata per informazioni (e consigli) del caso. Questa è, in breve, la situazione nota alla stampa e all’opinione pubblica, ma… c’è qualcosa di più da sapere.

    

Ho espresso disagio (generalizzato) e disapprovazione e disarmato shock, nel paragrafo above. Le frasi lapidarie sono sintesi concettuali delle varie accezioni annesse e connesse e delle varie ramificazioni che i problemi spiccioli assumono nelle relazioni tra produzione-fornitura e consegna dei vaccini// riassumono la sostanza delle cose (eludendo i ‘passaggi’ innumerevoli tra ‘protocolli’-uffici-strutture). Devo ancora esprimere il dispiacere profondo aggiuntivo per le vie tortuose di coloro che (very much skilled in ‘burocratese’) sanno come ergere ostacoli bloccanti davanti a organismi e persone ‘animate di buone intenzioni’. Dico questo perché la Corte dei Conti ha emanato una deliberazione (n. 16/2009/P, del 21 Settembre 2009) e ha tentato di rendersi conto di come stessero le cose circa il contratto di fornitura del vaccino contro il virus H1N1.

    

I punti da chiarire erano molti (su tempi-modalità-qualità di produzione del vaccino/ difetti di fabbricazione o pericolosità anche fisica del prodotto/ difetti di fabbricazione e danni a terzi/ congruità tra fornitura e esborso/ ecc., ecc.), ma alla Corte dei Conti è stato vietato l’accesso al contratto (?!?!?). Questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Il popolo italiano ha un governo e si aspetta di essere rappresentato (e protetto da esso): perché chi ci dovrebbe garantire (il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, in questo caso) ha apposto il segreto di Stato a qualcosa che dovrebbe essere ‘esposto’ (con la trasparenza della ‘cosa’ pubblica –tanto più che decide della vita umana)? Cosa nasconde il ‘vaso’ di Pandora che il segreto di Stato sigilla? Perché non si bada a ‘inezie’ come la sicurezza della vita umana e neppure a condizioni contrattuali visibilmente sfavorevoli da tutti i punti di vista?

  

Perché il ministero in questione protegge gl’interessi di Novartis Vaccines and Diagnostics Srl, anziché quelli dei cittadini italiani (che gli danno mandato e legittimità)? La risposta è: perché questa pandemia è stata ‘ancorata’ sotto l’ombrello della Protezione Civile. E perché è accaduto ciò? Ed è giusto? Si può trattare una malattia (sia pure divenuta pandemia) come frane e inondazioni e come altre ‘emergenze’ civili? E dove mettiamo la ‘competenza’ giusta (e la ‘alfabetizzazione’ medico-sanitaria adeguata a difendere la salute e la vita)?

   

Le ‘provviste’ del vaccino sono on the way, le strategie vaccinali pure. La gente è stata ‘preparata’ a dovere e sarà più che disposta a sottoporsi o a sottoporre all’inoculazione i suoi affetti, perché ha avuto troppa paura di non rientrare nel numero dei ‘fortunati’ (cioè di coloro che, vaccinandosi e vaccinando i loro cari, potranno sentirsi al sicuro). Pochi sanno che vaccinarsi non è consigliabile (e che è, anzi, da escludere nel modo più assoluto). Non vaccinatevi, per favore, e non vaccinate i bambini (che sono già serviti da cavie arricchenti alla mafia sanitaria, dalla quale hanno subito attentati-vaccini tetra e persino esa-valenti contro le malattie che, nei tempi in cui la medicina non attentava alla vita, erano dichiarate necessarie). La sconfitta del vaiolo e poi della polio avrebbe dovuto schiudere un’era senza vaccini, in cui i bambini dovrebbero farsi le malattie anticamente chiamate d’obbligo (e usarle come fucina in cui temprarsi, per sviluppare un sistema immunitario a prova di insidie-intemperie-malattie). Così non è, perché una popolazione infantile che diventi adulta e tramandi agli eredi un sistema immunitario forte non è auspicabile per chi guadagna sulle malattie (e per chi, ergo, si adopera per tramare espedienti tortuosi da tramutare in sistemi di vita per le popolazioni cagionevoli che sono gli unici e veri asset vitali dei loro imperi economici). La salute, oggigiorno, ‘non paga’: questa è la sacrosanta e terribile verità. È la malattia a pagare (e quanto, mio Dio, quanto…). Non ci si può più fidare dei punti di riferimento su cui eravamo abituati a contare, purtroppo… Ciò che possiamo fare è evitare di farci ‘pilotare’ dai Media (attraverso la pressione costante e continua) e cercare di vivere, almeno ove possibile, cum grano salis. Chi si ammala ha diritto a pretendere il tampone (ha diritto, cioè, a sapere se ha contratto un raffreddore, una bronchite ‘normale’ o ‘la’ suina) e, se ‘la’ suina dovesse avere, ha diritto a pretendere l’antivirale (il semplice medicinale che gli salva la vita). Non è accettabile sentir parlare di ‘tampone’ quando già si parla di autopsia (e cioè post mortem). È il caso di parlare di ‘tampone’ quando la gente si ammala e quando è ancora viva e vegeta ed è il caso (viva la vita) di parlare di ‘cura’ (se Dio vuole) e non sempre e solo di ‘vaccini’. Basta con le morti ‘a sorpresa’ di gente che ‘stava bene’/ ‘aveva soltanto la febbriciattola’/ ‘è stata portata all’ospedale troppo tardi ed è morta prima che potesse essere aiutata’ o di gente che era già ricoverata e non ha mai realmente saputo con certezza di avere ‘la’ suina (cosa che poi hanno saputo gli altri, quando è morta e quando, cioè, finalmente, il personale sanitario si è deciso ad effettuare il tampone).

   

La vita è la vita (ed è la sola che abbiamo), difendiamola con le unghie e con i denti, anche a costo di fare delle querele e di fare più chiasso possibile. Non fidiamoci/ non restiamo in silenzio/ non subiamo/ non lasciamoci ‘suicidare’. Uniamoci contro le sperequazioni dissacranti (che sono la faccia buia del mondo) e facciamo l’infinitesimale ‘poco’ che è nelle nostre possibilità (per spegnere la faccia buia e accendere quella solare).

 

Bruna Spagnuolo


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