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Piero Cappelli. Dopo il successo di Bersani&D’Alema 
Quale futuro per il Centrosinistra?
30 Ottobre 2009
 

Bersani ha vinto le primarie del Pd con una percentuale poco superiore al 50% per cui metà partito è almeno con lui e con il Massimino suo promoter. Ma alcune sere fa mi sono voluto mettere davanti alla tv per vedere e ascoltare Baffino. I suoi interlocutori sono stati su La7 la Lilli e Franco del Corriere della Sera. La Lilli sembrava che avesse perfino timore di fargli domande, ci andava in punta di piedi. D’Alema svicolava dai problemi posti anche in forma provocatoria. E il suo imbarazzo, Baffino, lo andava a scaricare con il suo solito sorrisetto da ‘superiore’. Infatti ha voluto parlare di federalismo, tema che la ‘sua’ fondazione Italianieuropei – di cui è presidente –, se ne è occupata e ha avuto – sempre secondo lui – il merito di vedere votata e approvata anche dal centrodestra una legge proposta dalla fondazione stessa. In un primo momento, ascoltando Baffino, ti viene la voglia di votarlo, di volerlo come segretario del tuo partito, di volerlo leader, premier e addirittura presidente della Repubblica. Ma poi, appena poco dopo la ‘Sfinge baffuta’ si è manifestata con il suo verbo cadenzato e calcolato, allora piomba il silenzio: non si sa per stupore se ridere o piangere.

Massimo D’Alema ha pronunciato una serie di affermazioni di fronte alle quali Massimo Franco non si sapeva se stesse per scoppiare a ridere o se stesse per dirgli: “non ci prenda per il c…!”. Sì cari amici lettori, il Massimino o lo si ama o lo si odia. Un mio caro amico di Bologna, Walter mi ha fatto ridere quando per strada sotto i loggiati della città, qualche domenica fa, conversando su Baffino ha esordito con un tremendo urlo: “D’Alema ti odiooooo!!!”. Non è pazzo, ma solo preoccupato del suo fare politica, così come la fa Baffino oramai da quarant’anni! Ma io, devo dire, che lo ammiro molto per come riesca a stupire – nel suo immobilismo – sono convinto, anche se stesso! Me lo ricordo quando negli anni ’90, partecipando come soggetto attivo dentro il Pds ma non tesserato di quel partito – quale esponente del movimento dei Cristiano Sociali forza fondatrice del futuro partito dei Ds–, ai comizi il magico Baffino sbalordiva gli ascoltatori con la sua performance ad effetto calcolato. Allora veniva preceduto fisicamente dalla sua ‘ombra calabrese’, il Marco Minniti che arrivava anche lui con la scorta (sic!) senza essere nessuno. E la parola di Baffino era attesa e devo riconoscere che allora era molto chiara e molto capace di smuovere gli animi politici. Oggi, devo dire che l’ex ministro degli esteri è proprio decadente, pubblicamente parlando, ma penso che abbia messo il ‘silenziatore’ alle sue azioni politiche sia dentro il Pd sia fuori e chissà cosa stia perpetrando. È un falso modesto che ringhia dentro e quando fa la battuta gelida vuol dire che è stato colpito nel segno. Però non lo vuol ammettere e allora tira fuori tutta quella sua saccenza tanto da sembrare anche saggio. Ma non lo è perché invece è un calcolatore e un freddissimo uomo politico. È molto furbo ed anche intelligente, ma lascia molti punti interrogativi dietro il suo dire. Mi spiace che Baffino abbia avuto questo suo epilogo politico che è in parte misterioso, fra l’altro.

Dicono tutti che sia lui il vero ‘padrone’ del Pd, ma adesso vedremo –dopo le primarie– quali siano i nuovi segretari regionali. Inoltre il ‘suo’ candidato, Bersani, per la segreteria nazionale del Pd è un tipo mite ma accanto a D’Alema sembra anche un po’ succube e soprattutto pilotato. Per ora le reazioni alla vincita di Bersani sono state composte, ma quel che sarà il banco di prova verrà fra un po’. Quando si dovranno scegliere i compagni di viaggio per la coalizione sia oggi per le elezioni regionali, sia domani per prepararsi alle prossime politiche che non sappiamo, con il tempo che fa in politica e nel Pdl, quando ci saranno. Ma quel che più preoccupa è che – e D’Alema lo ha anche ammesso sotto voce –, il futuro segretario del Pd– cioè oggi Bersani – non sarà il futuro leader del centrosinistra che dovrà battersi per cercare di vincere contro il centrodestra. ‘Baffino d’aringa’ lo sa che con Bersani e quella ciurma di politici oramai ‘andati’ – molti ex, comunisti e democristiani, atei e cattolici – non si vincono le elezioni. Tanto più che uno come Rutelli sembra stia sempre più ammiccando ad un ‘centro’ politico, specie ora con la vittoria della linea dalemiana, in cui – con Casini ed esponenti del Pdl, vedi Pisano – si possa dare scacco al Cavaliere. D’Alema non crede e non vuole più Di Pietro, anche se fu lui a volerlo nel Mugello candidato per sottrarlo alle grinfie tentatrici del Silvio che voleva l’ex pm come ministro dell’Interno! Sceglie invece Casini che è più organico al suo disegno dove anche il suocero dell’ex presidente della Camera, il sig. Caltagirone sembra ne sia compartecipe. Questo grande Centro dovrebbe avere come leader il Pierferdinando, l’ex delfino di Forlani e per D’Alema andrebbe benissimo visto che dall’altra parte c’è perfino l’ok di Chiesa cattolicae Vaticano. Credo che Casini sia il candidato sul quale Baffino punti per creare una nuova coalizione Pde “Nuovo Centro”.

Tempo fa, in un momento non sospetto, dedicai un articolo al dopo-Berlusconi e a quale sarebbe stato il candidato Pd per affrontare il ‘nuovo’ personaggio. Scrivevo allora che occorreva un soggetto partiticamente parlando “non ex”. Prodi ha vinto, nonostante filo dc, perché non faceva parte della nomenclatura partitica degli anni ’80, anche se ha governato l’Iri per conto della Dc… L’ex on. Dc e poi Cristiano Sociale Paolo Cabras, che si è – lo hanno fatto – ritirare completamente dalla politica, mi diceva che alla fin fine sarebbe stato meglio che nel 2007 avesse vinto D’Alema anziché Veltroni, lui che era un veltroniano di ferro! Ma poi, visto come il Walter avrebbe ridotto il partito anche con il valente concorso dell’ex Cristiano Sociale Giorgio Tonini che ha fatto ridurre il Movimento dei Cristiano Sociali ad associazione culturale dentro i Ds con il congresso del Lingotto del 2000, e così Veltroni premiò Tonini candidandolo nel collegio superblindato della ‘rossa’ Pistoia, seppur con un bel po’ di voti in meno, essendo lui un trentino di nascita e un romano di adozione, comunque un non toscano. Ma finché ci saranno questi non ci potranno essere personaggi nuovi e quindi Berlusconi o chi per lui, ma soprattutto il centrodestra, continuerà a vincere. O si risolve la questione degli ex che si fanno le scarpe a vicenda oppure andrà tutto a ramengo. E perché questi non abbiano più voce in capitolo occorrerà che passino le generazioni e si abbia la loro estinzione naturale visto che non rinsaviscono.

Cari lettori, è così: la saggezza dei protagonisti di farsi da parte per lavorare ad una migliore democrazia interna ai partiti quale ‘base’ necessaria per ‘servire’ lo Stato, non c’è se non in alcuni, troppo pochi! I vari ‘lupi’ dei partiti riescono a mettere da parte gli ‘agnelli saggi’ perché pericolosi ad insidiare loro il posto al sole. Non sappiamo quale sarà il dopo-Silvio visto che il leader del Pdl è florido e agguerrito e oggi anche ‘umano’ dopo aver avvisato Piero Marrazzo che circolava nelle redazioni giornalistiche un video che lo ‘sputtanava’. Mentre tutto sembra immobile di fatto succede qualcosa – vedi caso Marrazzo – che diventa precario lo stesso presente.


Piero Cappelli


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