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All’Olimpico di Roma “Avenue Q”, il Musical …peloso …senza peli sulla lingua
28 Ottobre 2009
 

Acuto, imprevedibile, irriverente, politicamente scorretto è arrivato in Italia lo spettacolo “cult”, vincitore di 3 Tony Awards, che in America, in Inghilterra e in molti altri paesi è diventato un fenomeno “divertente”. Avenue Q è uno spettacolo unico che ha per protagonisti dei pupazzi fatti vivere da attori che, recitando accanto a loro, ne completano le intenzioni, le espressioni e l’energia.

Loro progenitori sono stati i protagonisti del “Muppet Show”, trasmissione televisiva ideata dallo statunitense Jim Henson, andata in onda nel paese d'origine dal 1976 al 1981, che con questo programma ha in parte rivoluzionato il mondo della televisione per bambini. Come commentavano alcuni giovani in platea, Avenue Q è un esilarante spettacolo all'insegna del ritmo, del divertimento e della voglia di vivere, contornato da uno sfondo riflessivo, sintomo di un oggi e di un domani non del tutto segnati, data la società attuale.

Questi straordinari pupazzi ci portano alla scoperta di temi come la precarietà, l'amore, l'omofobia e quant'altro tra canti e balli di ogni tipo e genere, ritrovandoci all’improvviso in una dimensione, dove il pupazzo e l’attore si sono fusi in un unico personaggio e non si percepisce più dove inizia uno e finisce l’altro.

 

Lo spettacolo ha debuttato off-Broadway nel marzo del 2003, a luglio dello stesso anno si è trasferito a Broadway registrando un successo incredibile, generando altre versioni a Londra e in vari paesi del mondo; ha vinto vari premi tra cui 3 Tony Awards come miglior musical, miglior soggetto originale e migliori musiche originali. Le varie clip su You Tube hanno realizzato oltre 10 milioni di visualizzazioni, mettendo di diritto lo spettacolo tra i musical più innovativi degli ultimi anni.

La storia è uno spaccato di vita di un gruppo di amici-vicini di casa, dove le diverse storie si intrecciano, affrontando una serie di grandi temi di attualità, comuni in tutto il mondo, a volte anche scottanti, ma che trattati dai pupazzi diventano decisamente comici.

Avenue Q si trova lì, in quella periferia che si è travestita da piccolo borgo, un po’ lontana dal centro laccato, turistico, freddo di qualunque città. Più la via è lontana da quel centro “A”, così impersonale con le sue banche e le sue boutique, più è vivibile. Quella quindicina di viali che separano “Avenue Q” dal grattacielo in piazza “A” fanno scendere gli affitti notevolmente rendendola accessibile a chi comincia solo ora a camminare con le proprie gambe.

Qui ognuno affronta la propria esistenza, ognuno con i propri problemi, ambizioni, dubbi, sensazioni. Tutti insieme si cerca di superare gli ostacoli, ci sia aiuta, si parla, ci si confronta. E alla fine tutti scoprono che forse non c’è niente da scoprire. Che tutto quello che non hai adesso, presto arriverà. E che tutto quello che hai adesso non sarà per sempre. Che il senso della vita non lo trovi alla sua fine, ma è la strada che ti ci porta.

Non una, ma tante storie divertenti che si intrecciano nel migliore dei modi con tutto il sarcasmo e l’ironia che stravolge le regole di quel dannato e ipocrita “Politically Correct” che tanto ci ha oppresso in questi ultimi 20 anni. Princeton non ha un’idea di cosa voglia fare nella vita e la sua laurea in “Storia dei Grammofoni” appena presa di certo non l’aiuta.

Kate è una ragazza carina, dolce, simpatica, intelligente e si chiede Perché cavolo non abbia uno straccio di fidanzato. Rod sogna continuamente il suo miglior amico mentre fa la doccia, ma non è omosessuale. Trekkie non esce mai dal suo tugurio arredato con tutto quello di cui necessita: un computer, una connessione veloce e libero accesso a tutti i siti porno del mondo.

Lucy è una cantante di night club, appena rientrata da un tour internazionale.

Brian vorrebbe sfondare come grande comico da prima serata, ma nessuna delle sue battute ha mai fatto ridere nessuno. “Vigilia di Natale” è arrivata dal Giappone in cerca di un lavoro e la prima cosa che le hanno offerto è un lavoro in un ristorante cinese. Gary era un bambino prodigio, straricco e strafamoso, tutti si ricordano di lui di quando era un bambino alto un metro e venti… ora fa il portinaio. Nicky non ha una casa perché vive a scrocco da Rod, non ha un lavoro perché tanto non deve pagare l’affitto, è sempre di buonumore e si gode la vita. Finchè dura. Cosa hanno in comune tutti questi personaggi?

 

L’indirizzo: Avenue Q, via della Sfiga.

 

Le canzoni dello spettacolo sono molto divertenti e aiutano a sdrammatizzare i problemi e le riflessioni dei personaggi, rendendo palese che ogni problema, visto con la giusta prospettiva, non è mai così grave come sembra quando ci sta sommergendo.

Il modo in cui lo spettacolo si racconta libera le espressioni, commuovendo, quando serve, con le note drammatiche degli attori e permettendo di trattare argomenti sensibili, e addirittura osé, grazie all’innocenza dei pupazzi. Il risultato è una commedia inconsueta con musiche orecchiabili che ti restano dentro e un divertimento carico di ironia.

 

 

Teatro: Olimpico

Titolo: Avenue Q Via della Sfiga

Musiche e Liriche: Robert Lopez e Jeff Marx

Testo: Jeff Whitty

basato sul concept originale di Robert Lopez e Jeff Marx

e con i pupazzi disegnati da Arturo Brachetti 

Direzione musicale: Cinzia Pennesi

Scene: Paolo Attardo

Costumi: Pamela De Santi

Pupazzi realizzati da Ada Borgiani

Traduzione e Regia: Stefano Genovese


Lucio De Angelis

(da Notizie radicali, 27 ottobre 2009)


 
 
 
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