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Quintasénsa. La castagnata nelle contrade di Campo Tartano
24 Ottobre 2009
 

Castagne in campo ieri, oggi... domani? Questo lo slogan della festa tenutasi a Campo Tartano (So) domenica 18 ottobre, la terza edizione, promossa e organizzata dal gruppo dei ragazzi e non della Quintasènsa.

Il tutto è iniziato alle 10 e 30 con la celebrazione della messa; al termine, nel piazzale antistante la chiesa, sono state raccolte le iscrizioni alla festa, con l'aperitivo unito a castagne, lardo e miele. Ha preso così il via il percorso lungo le contrade per la degustazione di antichi e nuovi sapori: praticamente... castégn in tut'il maner. Dopo di che, trasferimento alla cuntràda Cantùu, dove è stata servita una fumante minestra di dumega, mentre alla cuntràda Ca' si assaporavano gli gnocchi di castagne, in cuntràda Sumvall un delizioso tacchino “in castagna” e, nell'ultima cuntràda Costa, per addolcire tutti i palati vi erano castagne con panna fresca.

Per finire in bellezza, in località Crus dil stradi “mundàa per tutti": qui i bambini della scuola primaria hanno avuto l'opportunità di cimentarsi nell'arte antica di fare caldarroste, con la supervisione di esperti.

Più di 300 persone hanno partecipato alla giornata e di questo sono molto grati gli organizzatori che hanno ringraziato tutti coloro che sono intervenuti .


Vista la giornata soleggiata, alcune persone, per degustare le squisite delizie, partendo dalla Sirta hanno raggiunto Campo a piedi percorrendo la vecchia e ripida mulattiera che frequentavano i nostri antenati quando strada e auto per loro erano un sogno molto lontano.


«Il gruppo Quintasénsa nasce nel 2003», ha spiegato il presidente Andrea Fabani. «È formato da giovani e non, purché di origini Camparelle. Insieme cerchiamo di organizzare qualsiasi cosa con l'intento di tener vivi gli usi e le tradizioni della nostra gente (passata oltre) e del nostro paese».

I prossimi appuntamenti da non perdere saranno: il presepe in chiesa, la fiaccolata, i Babbi Natale, la tombolata e, per finire, in primavera “Ciamà l'erba”.

 

Dolores Bertolini


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