Francesca Grasso (1966), poetessa, vive e lavora a Lecce.
Amante della letteratura del nord Europa, della poesia (Eluard), dei surrealisti, ha scritto e pubblicato diverse raccolte di poesie:
Frammenti in rosso
Dossi d'argilla (con alcuni racconti)
A modo mio
Notes
Di recente il maestro Claudio Vaira compone Cigni su 16 suoi haiku scritti appositamente per lui.
Collabora con diverse riviste e blog on line, fra cui:
www.tellusfolio.it
http://beppe-costa.blogspot.com
Attiva anche nella narrativa, ha scritto un romanzo, mentre un secondo è nel cassetto.
Excerpt da Frammenti in rosso
di Francesca Grasso
POESIA
Prendimi le mani
intreccia dito per dito
le tue alle mie
Ma ci sono altre parole
Mi si strugge nella bocca
il desiderio di cantare
accompagna le labbra
Ma il freddo e la pioggia mi raccontano altri versi
GRUMO
Sono un grumo
dimenticato dalla vita
lasciato sul fondo dei ricordi
tra le pagine degli affanni
che non sbiadiscono
Un grumo di parole
cadute dietro di me
a rincorrere la mia esistenza
a cercare la tua assenza
ETÀ FUGGITA
Cercavo nello specchio
quel riflesso azzurro
il punto in cui la pelle sprofonda
cucendo pieghe ordinate
Mi guardavo con i tuoi occhi
che conoscevano la mia gioventú
la pelle di alabastro
il segreto velluto all’interno delle cosce
La scia umida dei ricordi
ha sciolto i lacci delle lacrime
Ed ho pianto
sulla mia età fuggita
SOLO PER UNA NOTTE
Strappami dalla realtà
con il tuo entusiasmo folle
delirio erotico
voglio accedere all’assoluto
Strappami da questa realtà
da questa finitezza umana
che non trascendo
e desidero te
e non mi appago
e scendo scale
verso amori perduti
che cadono
come birilli sconfitti
sotto i colpi dei ricordi
Strappami dalla realtà
tu, sconosciuto
che rendi ambigua la passione
saccheggiando la mia pelle
per una notte
UNA VITA SPEZZATA
Erano erotiche le tue parole
Con le quali carezzavi
Scendendo negli angoli nascosti
Nelle pieghe segrete
Le dosavi come un architetto
Che costruisce su un terreno fragile
Il mio, humus mobile,
Dove conficcavi i pilastri per sostenere
E sei penetrato sin dentro il cuore
Calcolando che fossi la tua proprietà
La tua bella vetrina, da mostrare
E da svendere alla prima occasione.
Così mi hai svenduta, ed era Pasqua
Io agnello sacrificale
Io, non più io
Tu, Dio
Frammenti in rosso
Prefazione di Fabio Barcellandi
Offertorio.
Se c’è una parola che rappresenta e al contempo riassume questa silloge di Francesca Grasso Frammenti in rosso è: offertorio. Offerta di sé, offerta del sé. Non solo in senso metaforico, di parole, ma in senso concreto, reale… carnale.
Offerta che nasce da una delusione, da un dolore, che si trasforma in un rifiuto, in una ribellione, ma che invece di generare un’automatica e magari giustificata privazione, un’assenza, determina un cosciente e consapevole dono, il dono totale di sé senza alcuna riserva.
…le (tue) parole erano solo parole (Matematica), ma le parole di Francesca Grasso non sono solo parole, sono corpo, carne, carne rossa. Carne che viene prosciugata Non hai lasciato nulla. (Sono caduta); carne che viene consumata mordimi / voglio essere la tua cena., ma senza violenza, anzi, sarebbe una violenza non approfittarne, è un dono, giusto? un’offerta: la carne che non tocchi / brucia della tua assenza! (Cannibale) e carne che invece è offerta per antonomasia il segreto velluto all’interno delle cosce. (Età fuggita).
Le parole di Francesca Grasso, il verbo del poeta Francesca Grasso, sa farsi carne, corpo, “corpus” grazie a quel processo mistico, di transustanziazione, alchemico, a quell’incanto che si chiama poesia e le cui parti, i cui frammenti di rosso sono la poesia stessa che lo compone, linfa e sangue che gli danno forma, vita. Frammenti che come tante tessere di un puzzle sapranno ricondurre a un’immagine, ma che presi singolarmente non saranno che mani, braccia, gambe, piedi, buoni solo per un feticista (Fétichisme). Ciò che l’autrice chiede, ci chiede, è di ri-comporla, comporla di nuovo: Strappami da questa realtà / da questa finitezza umana / che non trascendo / […] Strappami dalla realtà / tu, sconosciuto lettore. La poesia non è tale solo per se stessa, ma per il suo lettore, il suo destinatario, il suo amante, il suo cultore; il dono di sé resterebbe sterile se non ci fosse un ricevente ad accoglierlo e a vivificarlo, per sé e per altri. L’importanza del lettore è fondamentale e al contempo è un rischio. Saprà esserci un lettore pronto a riceverla, la poesia? Eppure il poeta non può non cantare, il suo canto esige il rischio / della libertà. (Canto). Che libertà sarebbe se dovesse aspettare, se dovesse aspettarsi qualcosa in cambio? Sarebbe una prigione, sarebbe una gabbia, sarebbe un mercimonio, in cui pericolosa, anzi, devastante (Rosso devastante) potrebbe verificarsi un’inversione di ruoli (Metamorfosi di un amore). Ti aspetto sperando di incrociare / anche un solo istante / la tua ombra appiattita / che scivola su muri / per poterti gridare / Puttana. (Rose rosa). L’alchimia d’altronde, si sa, non è una scienza esatta, né di facile pratica, né da tutti praticabile, ma il poeta ne è un ottimo esecutore Sei un ottimo cacciatore / Non restare a casa / Spostati, la zebra aspetta di essere preda / […] Ma io, zebra senza strisce / aspetto la purezza di un istante / Quell’assenza di tempo / in cui tu, sei zebra con le strisce / ed io, cacciatrice che / ti stano e ti uccido. (La zebra). E così, l’immagine che si formerà alla fine della lettura di Frammenti in rosso, quale sarà? Quella del poeta o quella del lettore, quella di Francesca Grasso o quella di…? A ognuno la sua risposta, a ognuno il suo ruolo, vittima o carnefice, preda o cacciatore, pasto o commensale, dono o donatore o entrambi? Non è la poesia il regno dell’impossibile, ma del possibile, della possibile convivenza degli opposti in cui poter far durare l’incanto, senza che la carne, la carne rossa debba tornare a essere polvere, polvere rossa?
Fabio Barcellandi
Nota a Frammenti in rosso
di Beppe Costa
Francesca Grasso è la scrittura che invade ogni parte del corpo e raggiunge l'anima.
A volte feroce, più spesso intensa, narra del corpo del sogno dell'abbandono, con un dolore che quasi sempre raggiunge non solo le donne, le principali fruitrici delle sue poesie, ma anche gli uomini, colpiti dalla sensualità mista e intricata al dolore.
A volte dissacra e massacra se stessa, tal altre sogna di un destino migliore sfiorato e poi negato.
Il tutto in rosso come il fuoco il sangue l'amore.
Beppe Costa
N.B. – Francesca Grasso sarà presente al “Teranova Festival” di Roma
i prossimi 28 e 29 ottobre (in calce correlazione al Programma).