Cesano Boscone, periferia sud-occidentale della metropoli milanese. Un paese di antica esistenza, un moderno luogo di coabitazione. Cesanesi sono tutti coloro che lo abitano, che vi hanno stabilito la propria vita e affetti e consuetudini: non solo i nati in loco, non solo quelli che da generazioni risiedono nel sito di quella che fu Ghisanum o Cizanum, ma anche gli immigrati, o migranti, da qualsiasi angolo del Bel Paese e i loro figli e nipoti. Il medesimo discorso vale per la Grande Milano e il suo melting pot, per la sua lezione, da sempre, d'integrazione, accoglienza e convivenza, per il suo humus di vasta solidarietà sociale. Chi giunse (giunge) a Milano è diventato (diviene) milanese, pur senza mai dimenticare il proprio vissuto e passato. Lo stesso discorso può valere per ogni piccola o grande città italiana, per ciascuna municipalità. Siciliani con lombardi, piemontesi con calabresi, friulani con sardi et cetera, tutt'insieme per una società variegata e unita, ricca di diversità – e la diversità è ricchezza, checché se ne dica – e unitaria. E questo non è detto che abbia ammazzato la storia e l'identità locale. Anche se, potrebbe dirsi, è una questione di punti di vista.
Del resto va considerato che gli italiani sono un magnifico coacervo di genti, un mosaico di culture che spesso hanno portato la propria identità e speranze in giro per il mondo. Gli italiani sono stati dei migranti: sporadicamente mal accolti, ben accetti più di frequente; talvolta perseguitati, quasi sempre stupendamente integrati grazie al valore del proprio lavoro e a tante altre virtù. Ma gli italiani hanno memoria di tutto ciò? È nota la storia o implacabilmente e colpevolmente accantonata da una certa superficialità dei tempi con la complicità di mezzi di comunicazione di massa, diciamo così, distratti?
C'è una nuova generazione d'italiani (se già non lo fossero, pronti a divenirlo anche con le carte della burocrazia), che proviene da ogni parte del Mediterraneo e dell'Europa Orientale, dall'Africa profonda, dal Sud-America e dall'Asia. Le scuole sono colme di bambini nati altrove o qui nati da genitori nati altrove. Nuovi italiani. Immigrati che lavorano nelle fabbriche, nelle famiglie o nei servizi alla persona. Necessari all'economia nazionale. Esseri umani, con voglia di vivere dignitosamente la propria vita, sovente fuggiti da fame, bisogno, guerre, ingiustizie e sopraffazioni. Ius soli o ius sanguinis? Semplicemente, il diritto alla vita, rispettando – tutti - regole e leggi.
Di contro c'è il rischio concretissimo di un ritorno a stereotipi e pregiudizi razzisti e xenofobi. Sarebbe consigliabile leggere e far leggere alcuni libri: L'orda-Quando gli albanesi eravamo noi di Gian Antonio Stella o Bilal-Il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi del coraggioso giornalista Fabrizio Gatti, testo sulle contemporanee rotte degli schiavi, come da emblematico titolo, fra Africa nera e Libia, sulle condizioni di vita nei Centri di permanenza temporanea o sul caporalato le cui violente e inumane leggi vigono in tanta campagna nostrana. Quando mangiamo un bel pomodoro rosso a fette, nel nostro bel piatto, intorno alle nostre belle tavole, quello potrebbe ben essere stato raccolto con il sangue, il sudore e le lacrime di un immigrato sfruttato e schiavizzato...
Cesano Boscone, Circolo Arci Cesare Terranova, venerdì 23 ottobre 2009, ore 20:30. “Sicurezza e immigrazione” è il titolo del convegno che si terrà nelle sale del Circolo Arci di via Kuliscioff. Il tema verte su qual è l'impatto della legge sull'immigrazione del governo Berlusconi. Riduce o ingigantisce i problemi? Non aver paura. Apriti agli altri, apri ai diritti è peraltro lo slogan della campagna lanciata dall'Arci nazionale per sensibilizzare sulla questione e informare i cittadini.
Interverranno al convegno (ingresso libero) l'Avvocato Luigi Stolfa, il quale sviscererà contenuti ed esiti della legge, Don Giancarlo Quadri, responsabile della Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Milano, Giuseppe Vallifuoco, responsabile del Dipartimento Immigrazione della CGIL Milano, Ilaria Scovazzi, responsabile delle Politiche Sociali dell'Arci Milano, e Çlirim Muça, poeta ed editore di origine albanese, fondatore della casa editrice Albalibri, da diciannove anni in Italia, con una compagna italiana e padre di due bambini. Presenzieranno Ferruccio Fabbri, presidente del Circolo Arci cesanese, e il Dottor Vincenzo D'Avanzo, sindaco di Cesano Boscone.
Alberto Figliolia