Patrizia D’Addario, ospite nello studio televisivo di “Anno Zero”, giovedì primo ottobre. Nel finale della trasmissione, Santoro le pone solennemente questa domanda: “Silvio Berlusconi era a conoscenza del fatto che lei fosse una escort?”
Risposta: “Sì, ne era conoscenza. Tutti sapevano che fossi una escort, ma non ero l’unica. Solamente io ho però il coraggio dirlo. Sono l’unica ad avere la dignità di dire le cose come stanno. Le altre dicono di essere attrici, veline, ballerine. E poi sono escort”.
Nei primi anni settanta mio nonno acquistò un’automobile color caffelatte, dalle forme smussate. Si chiamava Ford Escort.
In quel periodo i miei genitori possedevano una Cinquecento bianca modello Super, che si distingueva dalla Cinquecento normale per il solo fatto di avere dei rinforzi sagomati al lato dei paraurti, lucidi e argentini. Quando la famiglia doveva fare un piccolo viaggio – a Varese per una gara di nuoto che mio padre avrebbe cronometrato; a Rapallo dove avrei ritrovato i cuginetti, già abbronzati ai primi di giugno; ad Albese, nel convento in cui risiedeva una zia suora allora già vecchia, ancora viva adesso –, in quelle occasioni mio padre chiedeva al nonno di prestargli la sua automobile, più grande e confortevole.
Si partiva sempre la mattina presto oppure la sera, che si chiamava notte dopo Carosello, e si partiva anche dopo Carosello, di notte, per via del caldo. Ma soprattutto, si partiva con la Ford Escort del nonno.
Dopo la trasmissione di Santoro, sono così andato a cercare il termine sul dizionario inglese Babylon, presente e disponibile in rete.
Escort: v. (Mil) scortare; accompagnare; s. scorta, accompagnamento; accompagnatore; cavaliere.
Ripensando al contenuto della rivelazioni di Patrizia D’Addario, mi sembra che nessuno scenario militare sia chiamato in causa… Nemmeno nessun viaggio in cui necessiti una qualche forma di accompagnamento. L’unica contiguità semantica mi sembra quella del termine cavaliere, ma ho il sospetto che anche questa coincidenza sia puramente accidentale…
In altre parole Patrizia D’Addario non accompagnava (to escort) Silvio Berlusconi ma ci scopava semplicemente, da ferma, in un letto: quello “di Putin”. E per questo richiedeva un compenso più o meno esplicito.
Nella lingua italiana esistono per questa attività una miriade di termini, in genere spregiativi. Il più neutro mi pare quello di prostituta, che in inglese diventa: prostitute, harlot, whore, bawd, streetwalker; courtesan.
Per inciso: non mi risulta che la Ford abbia mai prodotto un modello Whore o Bawd o Courtesan… Per quanto Ford Harlot, suoni davvero bene!
In conclusione. Trovo curioso, e perfino condivisibile, che qualcuno faccia coincidere la propria “dignità” con l’atto linguistico di dire il vero. Nella Grecia antica questa virtù aveva un nome proprio e si chiamava parresia.
Peccato che la nostra sensibilità linguistica si sia talmente allontanato dal vero che quando una giovane donna dichiara di essere una escort e di esserne fiera, a nessuno venga in mente di chiederle se anche lei, come la Ford Escort di mio nonno, possiede una lucina verde che segnala l'ingresso in una galleria o l’incalzare del tramonto, così che sia il caso di accendere i fari.
Ma forse anche qui, è solo il tramonto che sta incalzando.
Guido Bussoli