Quel «ghe pensi mi» pronunciato dal presidente del Consiglio a proposito della democrazia, è assai poco rassicurante. Si è avuto modo di sperimentare in cosa consista la “cura Berlusconi”. Al pari dello scrivano di Melville, preferiremo di no.
Al di là delle battute, la strategia elaborata da Berlusconi e dai suoi consiglieri appare chiara: ogni giorno un fuoco d’artificio, una “trovata” e tanto più se è una smarronata grossa e incredibile. In proposito il direttore de La Stampa Mario Calabresi (foto) lunedì scorso ha scritto cose estremamente sensate. Proprio per questo c’è da credere che Berlusconi e i suoi fidi l’abbiano letto con un misto di indifferenza e di fastidio. Dopodiché avranno iscritto anche il direttore de La Stampa al partito del mega-super-cosmico complotto. Quello che tuttavia colpisce non sono tanto le corbellerie e le scempiaggini che vengono diffuse in quantità industriale, quanto i silenzi. Se va avanti di questo passo, il presidente del Consiglio non si troverà a fianco neppure i portavoce-pasdaran cui è stato affidato il compito ogni giorno di stilare pagelline, e difendere l’indifendibile.
I silenzi non sono più solo quelli corrucciati di un presidente della Camera Fini o di altri “alleati” che ormai non nascondono neppure più i loro “incontri” e abboccamenti. Non deve certo essere sfuggito a Berlusconi l’atteggiamento assunto dalla Lega e dai suoi esponenti di spicco; e neppure l’intenso lavorio nella stessa ex Forza Italia, assai meno compatta e coesa di quanto appaia e si creda. È la “solitudine” in cui si trova il presidente del Consiglio che appare significativo ed emblematico. Non è l’inizio della fine, ma la fine di un inizio sì. A questo appuntamento il PD rischia di arrivare impreparato e incapace di fornire una seria politica riformatrice, di alternativa. Il problema è questo, più di un Berlusconi capace di tutto. Ed è questo il nodo che il futuro segretario del PD dovrà sciogliere. Il resto è tutta fuffa con cui si cerca affannosamente di occultare una realtà sempre più evidente.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 13 ottobre 2009)