Si è spento un anno fa, in Agrate Brianza (Omate), Ferdinando Michelini, l’uomo che era una fucina di bellezza e di arte per il mondo. Il foscoliano “desio d’onore” mai gli appartenne in vita e ancor meno gli appartiene in morte, ma “A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti” (dal carme “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo), cioè dei grandi. È questa la ragione della mostra che sarà inaugurata il 17 c.m. (alle ore 16.00, nel centro Don Marnoni), in Omate di Agrate Brianza. Comprendendo quanto grande sia stato il genio di Michelini, umilmente abbiamo osato ‘rovistare’ in ciò che resta della ciclopica produzione di questo gigante dell’arte e ‘dolorosamente’ abbiamo operato una scelta nella mareale ricchezza senza limiti dei dipinti su tela. Doniamo questo nostro piccolo sforzo alla cittadinanza omatese e agratese, alla Brianza, alla Milano di Michelini e a chiunque sia disposto ad aprire un varco nel suo cuore all’arte (e alla bellezza che trasfigura anche gli squallori). Michelini più non è. Tributi e onori non tangono la sua eternità ritrovata nella casa della pace. La sua grandezza onora invece le umane creature capaci di orme terrene rivolte all’arcano. A loro questa piccola personale del grande maestro Michelini è dedicata. (Bruna Spagnuolo)
FERDINANDO MICHELINI
(l’artista a trecentosessanta gradi che la Lombardia ha prestato al mondo/ un genio -tanto autentico quanto umile e nascosto- del terzo millennio)
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è stato uno di quegli uomini capaci di far parlare la natura
(attraverso i dipinti su tela/ gli affreschi e i mosaici nelle cattedrali e nelle chiese/ le opere architettoniche che innalzano inni perenni alla bellezza e al Fattore dell’immensità
e delle minuscole meraviglie del creato).
L’uomo si crede grande e arriva a sfidare Dio e non è altro che materia inerte e inerme,
di fronte all’imponderabile,
eppure… esistono uomini “grandi”-veri giganti dell’umanità.
Sono sempre uomini che nel nascondimento tessono le mappe su cui il genere umano orienta la propria sopravvivenza. Tali uomini, lungi dal sentirsi grandi, si fanno polvere, perché Dio vi scriva sopra le sue pagine belle (non per la gloria e il potere, ma per le dita leggere del vento della fratellanza e degli echi dell’Amore).
Ferdinando Michelini è stato uno di questi umili/inconsapevoli giganti.
Ha scelto di servire Dio e di dargli gloria con tutta la sua opera, facendosi tavolozza per una tela illimitata a misura di globo terrestre.
Come umile esule, ha percorso le latitudini mondiali, servendo Dio
nella rinuncia continua e nella povertà.
Ha percorso le traiettorie dei passi di Cristo in Terra Santa.
Ha progettato scuole, ospedali, lebbrosari e chiese, in giro per il mondo
(tante chiese- circa 70- ne ha affrescato/decorato una trentina).
La pittura, sempre e dovunque, è stata la compagna fedele e inseparabile dei suoi tragitti,
tra un progetto e l’altro, tra un affresco e l’altro, tra un problema e l’altro, tra un sopralluogo e l’altro alle grandi opere, tra i soggiorni in Europa e quelli in Africa e in Asia, tra i vari viaggi e durante gli stessi viaggi in nave.
La sua produzione pittorica è stata ciclopica.
I suoi soggetti, con o senza volto, hanno espressioni e sentimenti, creano atmosfere, commuovono, conquistano e guidano verso il trascendente, ponendosi nella realtà umana come nostalgia di Dio.
Centro Comunitario Don carlo Marnoni
Via Riva di Ponte Nuovo 3
Omate di Agrate Brianza
Sabato 17 ottobre 2009, ore 16,00