Sabato , 16 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spinus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Leal/SO. Caccia al cinghiale in Valtellina? Le ragioni del nostro no
11 Ottobre 2009
 

In queste ultime settimane sui media locali sono state spese numerose parole contro i cinghiali che sarebbero presenti in gran numero nei comuni di Ardenno, Buglio in Monte e Berbenno di Valtellina. L'unica soluzione prospettata dagli abitanti e dalle autorità è quella dell'abbattimento degli animali. Motivando questi provvedimenti con una serie di argomentazioni che in genere sono danni all'agricoltura e pericolo (sic) per la popolazione.

Sulla “pericolosità”, decenza vorrebbe che si citassero le vittime umane della caccia (mediamente più di 150 ogni anno, tra morti e feriti) piuttosto che improbabili assalti alle case da parte di orde di cinghiali. È sempre bene ricordare che la diffusione di questi ungulati è stata causata negli scorsi anni del mondo venatorio per il proprio “divertimento”, ciò è dichiarato non da estremisti animalisti ma da eminenti etologi di fama nazionale, quali Danilo Mainardi e Giorgio Celli.

Bisogna sottolineare che «In Italia, nel 1991, abbiamo accertato la presenza di 661 allevamenti di cinghiale per complessivi 14.095 capi. La consistenza media per allevamento è di 21 capi».*

Alla luce di tutto ciò, vietare la caccia al cinghiale è il minimo che ci aspetteremmo. Inoltre sarebbe da vietare anche l'allevamento dei cinghiali in Italia e, ovviamente, la loro importazione.

La senatrice Donatella Poretti (radicali – Pd) ha depositato in Parlamento un disegno di legge per istituire il divieto a livello nazionale di immettere cinghiali sul territorio.

Invece l'apertura della caccia al cinghiale in Valtellina sarebbe lo scopo che vogliono raggiungere proprio coloro che lo introducono nel territorio provinciale. La gestione degli stessi da parte delle amministrazioni provinciali dovrebbe essere mirata, secondo le norme, ad un controllo etologicamente corretto che preveda al primo punto metodi che allontanino i cinghiali dai campi e dalle zone abitate, quindi controllo sul cibo, non lasciare rifiuti indifferenziati a terra, recinzioni, chiusura di varchi, zone dedicate con mangime antifecondativo lontano dai paesi, recinzioni elettrificate, campi coltivati a perdere, recinti odorosi, segnaletica stradale, dispositivi ottici riflettenti ecc., già utilizzati efficacemente in altri paesi del mondo.

Noi vogliamo ribadire il nostro no a tutte le soluzioni cruente e incivili.


LEAL – Sezione di Sondrio

(per 'l Gazetin, ottobre 2009)


Per informazioni e adesioni:

michele.mottini@cheapnet.it



* A. Salghetti, Istituto di Economia Rurale e Zooeconomia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Parma.


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 2 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy