Ieri 10 ottobre sono andata a verificare lo stato dei fatti del carcere di Arezzo, dopo che, durante le visite dello scorso agosto, avevo riscontrato una serie di problemi dovuti essenzialmente al sovraffollamento (più del doppio di quanto dovrebbe contenerne). Carcere che dallo scorso 8 giugno avrebbe dovuto essere chiuso per lavori di ristrutturazione, ma che ad oggi è ancora funzionante e i lavori non sono partiti nonostante una gara d'appalto sia stata già vinta da un'azienda e quindi i soldi siano stati già stanziati (2 milioni e mezzo di euro).
Ma la sorpresa più grossa è stata di trovare un detenuto marocchino che, dopo che ad agosto si era cucito la bocca per protesta nel carcere Sollicciano di Firenze, era stato dato come espatriato verso il proprio Paese. La notizia era sta data lo scorso 25 agosto dal garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Franco Corleone e, riportata dal quotidiano La Nazione, faceva sapere che a questo detenuto erano rimasti due anni da espiare e la sua richiesta di rimpatrio non veniva accolta, quindi per protesta si era cucito la bocca. Solo a questo punto la magistratura avrebbe accolto la richiesta e le pratiche per l'espatrio sarebbero cominciate dopo le medicazioni. Una soluzione che, pur nella sua drammaticità evidenziata da un gesto di autolesionismo, metteva in luce la difficile e scarsa applicazione della norma che prevede la possibilità di rientro in patria come misura alternativa quando mancano da scontare due anni.
Ma sembra che così non è stato. Il direttore del carcere di Arezzo non non era informato su provenienza e caratteristiche di questo detenuto. Alcune guardie carcerarie ne erano al corrente e perciò mi hanno detto che lo tenevano particolarmente sotto controllo.
La vicenda è grave e casi del genere dovrebbero essere particolarmente seguiti perché dall'autolesionismo non si passi al suicidio.
Ho chiesto maggiori informazioni alla direzione del carcere di Arezzo e di Sollicciano/Firenze. Nei prossimi giorni farò altrettanto al ministero con specifica interrogazione.
Sui detenuti che chiedono di essere estradati e sugli accordi con i Paesi extracomunitari, ho anche presentato una interrogazione parlamentare.
Donatella Poretti