«Farò vedere agli italiani di che pasta sono fatto», dice il presidente del Consiglio. Lavoro inutile, già lo si è compreso ampiamente. «Andremo avanti più forte di prima». Ecco: questa è la vera minaccia.
Berlusconi ha tenuto a ribadire quanto aveva affermato a “caldo”: «Il presidente della Repubblica è stato eletto da una maggioranza di sinistra. Ha radici totali nella sua storia di sinistra e anche il suo ultimo atto di nomina di uno dei giudici della Corte Costituzionale dimostra da che parte stia». Ha poi ripetuto un concetto già espresso: «Per fortuna che Silvio c'è. Altrimenti il Paese sarebbe nelle mani della sinistra che ha una organizzazione di una minoranza della magistratura che usa il potere giudiziario ai fini di lotta politica, ha più del 70 per cento della stampa che è tutta di sinistra con in testa Repubblica e gli altri giornali, ha tutti i programmi di cosiddetto approfondimento politico con la tv pubblica pagata con i soldi di tutti». Infine ha detto che essendo presidente del Consiglio eletto dal popolo, per questo «merita rispetto».
Con rispetto parlando: sono corbellerie.
Il presidente della Repubblica non ha dato e non poteva dare – e se lo avesse dato sarebbe stata gravissima interferenza – un giudizio di legittimità costituzionale sul lodo Alfano, nel momento in cui ha apposto la sua firma. Questo giudizio spetta solo e unicamente alla Corte Costituzionale. Il presidente del Consiglio, con rispetto parlando, queste cose le può anche ignorare (ma rispettosamente, sarebbe cosa gravissima); i suoi “consiglieri” e avvocati, no. Se l’hanno mal consigliato o se lo ignorano, in ogni caso se la prenda con loro e con se stesso; con rispetto parlando.
Con rispetto parlando: è una scempiaggine dire che la Corte ha smentito se stessa. In precedenza la Corte si era occupata, a proposito del Lodo, di aspetti marginali e comunque diversi, della questione. Quindi, quale che sia il giudizio che si vuole dare al pronunciamento della Corte Costituzionale, non c’entra davvero nulla il fatto che si sarebbe contraddetta. È, con rispetto parlando, una scempiaggine, l’ennesima corbelleria spacciata goebbelsianamente per verità. Vale la considerazione di cui sopra: il presidente del Consiglio è stato mal consigliato; se la prenda con i “consiglieri” e con se stesso che ha accettato quei “consigli”. Con rispetto parlando.
Terza e più grave corbelleria (con rispetto parlando): il presidente del Consiglio sostiene di essere stato eletto dal popolo. È una bugia: gli italiani hanno votato delle coalizioni; il leader della coalizione vincente ha ricevuto l’incarico dal presidente della Repubblica, il governo si è poi presentato alle Camere e ha ottenuto la fiducia del Parlamento, ecc.; anche se si fa finta che non sia così, le maggioranze sono parlamentari; può piacere o no, ma – con rispetto parlando – neppure l’attuale inquilino (rispettosamente, lo si ricorda: inquilino, non proprietario) di Palazzo Chigi può credere di essere ogni volta impunemente al di sopra e al di là della legge.
Con rispetto parlando: tutto questo “dire” e berciare del presidente del Consiglio serve al più per cercare di occultare un dato di fatto che appare sempre più evidente: l’azione di governo è sempre più deludente: tasse invariate e anzi, aumentate (la pressione fiscale è aumentata di un punto); il collasso del Mezzogiorno; disoccupazione crescente, stato dell’economia preoccupante. Pseudo-riforme annunciate e neppure mai abbozzate. Il ridicolo unanime a livello internazionale… Per non dire della situazione all’interno della PdL: il lavorio della Lega, che martella ai fianchi; le insofferenze sempre più esplicite e dichiarate di Gianfranco Fini; i rumors sempre più consistenti all’interno di quella che era Forza Italia, dove già tanti si preparano al “dopo”… A Berlusconi restano i fedeli pasdaran (“fedeli”; la lealtà è altra cosa). Non sarà oggi, non sarà domani, ma il castello costruito dal presidente del Consiglio è sempre più fragile, friabile, costruito sull’argilla, è inevitabilmente destinato a implodere. Con rispetto parlando ci si augura che quel giorno non sia troppo lontano. Con rispetto parlando: danni sono già stati fatti tanti e troppi.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 9 ottobre 2009)