Al Teatro “Quirino” di Roma fino al 18 ottobre 2009 è in scena Novecento Napoletano di Lello Scarano e Bruno Garofalo, per la regia dello stesso Garofalo. Arrivato con successo alla sua quarta edizione, dopo aver debuttato nel lontano 1992 in Italia ed aver incantato le platee di Parigi, Tokyo e Buenos Aires é, ora, nuovamente a Roma.
Questo successo mondiale è l’omaggio meticoloso e puro alla canzone napoletana, che prese vita dalla seconda metà dell'800 e si concluse senza scampo con la seconda guerra mondiale, l'arrivo delle truppe alleate e l'arrivo dei ritmi Jazz e afrocubani che, con la loro leggerezza, distolsero l'attenzione dal gusto dei sentimenti più privati ed intimistici legati romanticamente all'Amore e ai suoi protagonisti.
Malinconica sensualità e nostalgico desiderio erano i due elementi di cui si componeva quello romantico e questo non ha avuto più senso per la generazione del dopoguerra arida e avida, fredda e volontaria, in cui i sensi si sono tesi sino alla frenesia ed allo spasimo, ma “co’ ‘o core stutato!” (col cuore spento)
Napoli non ha avuto un romanzo realistico (o veristico) come la Lombardia e la Sicilia. Attraverso le pagine dei Promessi Sposi si può ripercorrere la Lombardia e Milano in lungo e in largo. Altrettanto si può dire per la provincia Siciliana orientale rileggendo il Verga dei Malavoglia. Quando Capurro, Di Giacomo, Russo, Viviani, Bovio, E.A. Mario, scrivevano di guappi, pentite, pezzenti, vagabondi, acquafrescai, sementari, donne alle finestrelle, essi non facevano altro che evocare ed indicare ciò che esisteva, ciò che era tangibile…
Novecento Napoletano, in una maniera forse “inconsapevole”, ha portato anche alla luce che, in fondo in fondo, oltre che essere un fenomeno poetico di altissima identificazione con la Città, cantare per le strade, nelle case, nei teatri, nei Cafè Chantant, era un mestiere, una forma nobile di artigianato, un lavoro....
Al centro della scena di Novecento Napoletano sessanta tra attori, cantanti e ballerini, capitanati dai bravissimi Gennaro Cannavacciuolo e Rosaria De Cicco, con equilibri di eleganza e divertenti performances “en travesti” e solide interpretazioni di tradizione non tradita.
«'Un grande studioso, Ettore De Mura, si è divertito a catalogare queste canzoni per argomenti, generi, soggetti, e poi in sottospecie, ed ancora in stili e modi, i più disparati. Alla voce amore, corrispondono: cuore, sentimenti, stati d'animo, e poi: malattie d'amore, la felicità, il desiderio, sincerità - gelosia - tradimento, ed ancora nostalgia, dispetto, speranza e rassegnazione...»
Novecento Napoletano vanta ricostruzioni scenografiche fedeli, costumi d'epoca, un'orchestra di dodici elementi, dodici cantanti/attori, dieci danzatori, sei “scugnizzi” e tante altre partecipazioni che formano sul palco un “popolo teatrale”. I costumi sono di Mariagrazia Nicotra, la direzione d'orchestra è di Toni Sorrentino e le coreografie sono di Enzo Castaldo.
Di fronte allo spettatore si apre una messinscena complessa, sontuosa e accurata: la ricostruzione scenografica, costumi compresi, è stata realizzata grazie all’apporto di alcuni rari e preziosi filmati d’epoca e si ispira, con attenzione quasi filologica, alle opere pittoriche di artisti come Scoppetta, Matania e Dal Bono che hanno ritratto l’ambiente con occhi attenti e appassionati.
La scena della “Festa di Piedigrotta” galvanizza la platea, perché gli attori invadono a ritmo festante la sala, mentre la riproposizione della “sceneggiata” coinvolge di meno il pubblico oggi più inaridito e freddo. L’insieme di emozioni, atmosfere, ricordi, poesia diventa, comunque, repertorio popolare, esplorazione delle radici più profonde e indimenticate di una napoletanità autentica e rituale che appartiene a tutti coloro che l’hanno vissuta e respirata come figli affettuosi almeno una volta. Novecento Napoletano, in edizione aggiornata, porta a teatro l’anima più profonda della storia della canzone classica napoletana eseguita nella sua filologia più accurata, e l’immagine più profondamente poetica ed appassionante della tradizione musicale napoletana, che da decenni ha rappresentato la canzone italiana nel mondo.
Gennaro Cannavacciuolo, Rosaria De Cicco
NOVECENTO NAPOLETANO
(Naples Golden Century)
di Lello Scarano e Bruno Garofalo
con Franco Castiglia, Susy Sebastiano
costumi Mariagrazia Nicotra
direttore d’orchestra M° Ciro Cascino
coreografie Enzo Castaldo
arrangiamenti Tonino Esposito
regia Bruno Garofalo
Lucio De Angelis
(da Notizie radicali, 8 ottobre 2009)