Quanto scrivo e titolo, appende un punto interrogativo, non per i presunti indagati ma per il tema Banche Informazione e Lavoro che è tutto ancora da “raccontare”, in quanto armato, e di armi ne possiedo niente se non i tasti la penna e la memoria: andiamo avanti, lo farò anch'io.
«Due rappresentanti legali della sede italiana di American Express sono indagati dalla Procura di Trani con l'accusa di truffa e usura aggravata in relazione ai tassi di interesse applicati alle carte di credito del tipo Revolving “Gold Credit”».
I cravattari, presunti sia mai - leggo da Reuters - sono indagati per «i presunti abusi ai danni dei consumatori che avvenivano con la pretesa di tassi di interesse degni di usurai. Le pretese delle somme, in alcuni casi accertati e tutti denunciati nelle province di Bari e della Bat (provincia di Barletta-Andria-Trani, ndr), erano pari al triplo, quadruplo e finanche quintuplo rispetto alle rate stesse». Indagini condotte per un anno e mezzo dal Comando provinciale di Bari della Guardia di Finanza e sia mai... la società in una nota sottolinea di aver «sempre operato nel rispetto della legge e nella tutela degli interessi dei propri titolari in tutti i mercati in cui è presente... In relazione a questo caso specifico, American Express ha agito nel più rigoroso rispetto della legge italiana e sta pienamente collaborando con le autorità competenti, in cui ripone la massima fiducia»... I finanzieri hanno sequestrato nella sede dell'American Express a Roma l'archivio informatico contenente i nomi dei titolari di revolving card, la contabilità e tutta la corrispondenza dell'American Express Italia con tutti coloro che hanno una situazione debitoria al fine di calcolare gli interessi e verificare se – come accertato in tre casi denunciati in Puglia – sia stato applicato un tasso di interesse superiore a quello soglia stabilito dalla legge. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Michele Ruggiero».
Tornando alle sudate carte di credito revolving, questi rettangolini plastificati che vengono distribuiti solitamente a gratis nelle banche e nelle assicurazioni e in altri luoghi di affari commerciali, consentono di rimborsare a rate il saldo di fine mese. Vi diranno e vi hanno detto, se fortunatamente informati, che dovete tenere in conto il TAN, vale a dire il tasso annuo nominale che, contrariamente al TAEG, non tiene conto delle spese e delle commissioni. Il TAEG è invece la mazzata finale, il Tasso Annuo Effettivo Globale ed esprime il costo effettivo di un prestito personale, tenendo conto anche delle spese, della periodicità delle rate e della durata. In alcuni casi, dopo una prima a gratis, si paga fissa, la quota associativa annuale, l' invio dell'estratto conto e qualche altra voce di creazione finanziaria, sempre lecita.
In cambio con questa revolving avete da spendere tutto subito, dalla spesa al supermercato al pieno di benzina, le vacanze, i libri per la scuola dei figli, gli extra che scappano fuori... da una tasca avvilita. Potete spendere anche se i soldi non li avete. Ma li ridarete, gonfiati e lievitati gli interessi, come un pane malcotto e indigesto.
Ve la offrono tutte le banche, la Carta a Rate, detta Revolving, anche la Posta, che è Banco. È d'oro come nel caso criminoso suddetto.
È come se voi aveste autorizzato un Tutore del vostro disordine economico a puntarvi il revolver. Lui vince quante più ne spara.
Cosa fare allora? Non si spende, non si va in vacanza, si comprano i libri usati, si raccoglie nei campi la cicoria e non si acquista il prezzemolo incellofanato, non si fanno scorte di merendine, non si compra il nuovo cellulare, non si compra... si boicotta il sistema dello shopping vitale, che fa morire ogni briciola di buon senso, ci si organizza con le proprie mani, si ricicla, si usa quello che abbiamo e se non piace, si salta dalla finestra, perché è depressione, crisi profonda che l'acquisto non seda, ci si suicida, tanto la precarietà economica si è fatta profonda e non solo alla France Telecom, anche da noi, nello Stivale diventato a punta, come da trend di bancarella al Mercato.
Per concludere che le favolette ve le avranno raccontate da piccoli sui soldi che crescono negli alberi... di certi gatti a braccetto con le volpi raccontati da Fava, mi sono divertita io a leggere di uno spettacolo manifestazione andato in scena ad aprile scorso a Bitonto, proprio nei luoghi della Puglia incriminati all'inizio: DistRacket, musica e dibattiti contro i “cravattari”. L'iniziativa fu «fortemente voluta dai vertici dell’associazione che hanno condiviso l’idea di Angela Castellano, bitontina, ex vittima dell’usura, che proprio nella sua città vuole lanciare un segnale a quanti sono ancora nella morsa dei cravattari e per paura non denunciano». Specificava il programma: «Il ricavato della serata, non previsto alcun biglietto di ingresso, si tratterà di oblazioni volontarie, sarà devoluto alle popolazioni dell’Abruzzo».
Insomma buone azioni per farne di azioni altrettante buone e sagge. Peccato che buona parte di quelle popolazioni di Abruzzo anche se volessero parlare, non solo non possono ma non le ascolta nessuno. Certi usi e costumi come quelli della finanza creativa, sono troppo coinvolgenti e ti fanno ballare, come fossi morsa dalla Taranta, fino a morire, strozzato da una cravatta che hai deciso di metterti al collo, per sembrare un signore, scordandoti che prima sei persona e puoi ragionare non al desk top, a scegliere chi ti punterà meglio la Carta prossima ventura. Parola di ex bancaria, come dire informata dei fatti, almeno questi. E se proprio non vi ho suggerito niente, ascoltate almeno la storia di un vero eroe: La Storia di Luigi delle Bicocche piuttosto che quella della signora D'Addario, che ci racconterà la violenza subita con oblazione politica, non a gratis. Come quella che subiamo noi, continuando ad ascoltare e guardare questi spettacoli, facendo noi i tragici dati d'ascolto e non azione.
Doriana Goracci