Mentre si discute se la Rai deve essere un po' più di destra o un po' più di sinistra, come se la perfetta applicazione del manuale Cencelli corrispondesse al compito del servizio pubblico, l'occasione può essere quella giusta per portare alla luce e chiarire perché la Rai non rispetta la legge che la obbliga a rendere pubblici i rapporti di consulenza esterna, nomi e cifre.
Si leggono sui giornali i compensi dei personaggi tv più famosi, ma la legge obbliga la Rai a farlo per tutti i contratti. Sapere come funziona il canone, dove finiscono le tasse dei cittadini è un dovere che la Rai non rispetta, nonostante glielo imponga la legge.
Dopo più di due anni dalla sua creazione, sul sito apposito (www.contrattidiconsulenza.rai.it) predisposto dalla Rai per conoscere i nomi e i relativi importi percepiti dai consulenti e professionisti esterni, così come stabilito per legge, l'unica cosa che appare è la scritta «Lavori in corso». La legge 244/2007 (art. 3, comma 44) è chiara: «Nessun atto comportante spesa [...] può ricevere attuazione, se non sia stato previamente reso noto, con l'indicazione nominativa dei destinatari e dell'ammontare del compenso, attraverso la pubblicazione sul sito web dell'amministrazione o del soggetto interessato, nonché comunicato al Governo e al Parlamento». In caso di violazione la Rai e gli stessi consulenti sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare della somma illegittimamente erogata.
Di fronte alla palese violazione della legge da parte dell'azienda radiotelevisiva e ad una interrogazione depositata nel giugno dello scorso anno, nessuna risposta (Atto n. 3-00082). Come del resto nessuna risposta (se non quella che effettivamente la cosa è complessa e va chiarita) su chi deve pagare il canone: possessori di pc e di videotelefonini che sono apparecchi atti a ricevere trasmissioni radiotelevisive, ad esempio, evadono le tasse se non pagano il canone Rai?
Questa è la televisione di Stato? Il problema non si porrebbe se fosse stato rispettato quanto richiesto dagli italiani con un referendum, la privatizzazione.
Ma, fintanto che la Rai è un soggetto pubblico, si deve comportare come tale, rispettando quelle leggi che oggi invece viola con arrogante disinvoltura.
Donatella Poretti