Ci sono sogni che ogni persona ha nel cassetto e spera di vedere realizzati, ci sono voci nei cuori di ognuno di noi che pullulano come atomi divini e mai ci abbandonano. Una di queste voci è la speranza dei Cristiani di buona volontà d’essere una cosa sola in Cristo uniti nella diversità, ma convinti che ciò che ci affratella universalmente è la Carità.
Ecco una bella novità che mi rende particolarmente gioioso: Protestanti e Cattolici sono insieme per una trasmissione su Rete Uno della RSI (Radio Svizzera Italiana). Questa iniziativa mi riempie di gioia e mi ristora da un antico e increscioso ricordo che sin da bambino nelle nostre scuole gli insegnati e i nostri avi ci hanno raccontato con “terrore”: l’episodio del “Sacro Macello” di Valtellina, partito da Tirano, ma che di sacro non ha nulla.
Il 19 luglio del 1620 Cattolici e Protestanti a causa di interessi economici, politici e religiosi hanno potuto toccare con mano la sventura a cui portano la non tolleranza e il non dialogo. Non entro volutamente nelle argomentazioni storiche di quei fatti, ma a distanza di quattrocento anni lo spettro di quel fatto ancora aleggia sulle nostre teste e appare un “tabù” da non parlarne, anzi da dimenticare da ambedue le parti, finché la Carità non ci unirà.
L’iniziativa di Rai Uno della RSI mi consola e mi entusiasma; la nuova trasmissione intitolata “Chiese in diretta” è un programma gestito e condotto insieme da don Italo Molinaro e dal pastore Paolo Tognina.
Per la prima volta cattolici e riformati si uniscono per creare una trasmissione radiofonica informativa sui temi religiosi. “Chiese in diretta” prende il posto delle due meditazioni “Pensiero evangelico” e “Vangelo Oggi” in onda su Rete Uno la domenica mattina, prima delle ore nove.
La trasmissione “Chiese in diretta” presenta notizie, testimonianze riflessioni attraverso una prospettiva diversa della pura e semplice cronaca. I due responsabili sono affiancati, nella redazione e nella conduzione, da Chiara Gerosa e da Amanda Pfãndler.
Un seme che sicuramente darà i suoi frutti.
Ezio Maifrè