Ci mancava. Ci mancava nel senso che ne sentivamo la mancanza. Un po’, voglio dire, iniziavamo a preoccuparci. Ci mancava. Nel senso: eccolo, ci mancava solo lui. Benedetto Decimo Sesto torna alla ribalta con una delle sue aperture, di quelle che fanno discutere e sperare in un ritorno al medioevo quando i pontefici erano certo più illuminati. «Le famiglie allargate e le convivenze rovinano i bambini». Grazie, padre, adesso sappiamo che sono le convivenze a mandare il mondo a puttane. Sì, qualcuno nel mondo ci va e qualcuno se le fa portare a domicilio. Ma si sa, c’è chi può e chi non può. Io, per esempio, non avrei nemmeno i soldi sul cellulare per ordinarne una. Nemmeno una brutta e cicciona. Figurarsi per pagarla poi.
Però, questi bambini non hanno proprio pace. Non hanno fatto in tempo a scampare dalle grinfie (in senso letterale) dei comunisti che subito, bum!, restano fregati un’altra volta con questi conviventi. C’hanno proprio una sfortuna che levati. Menomale che ogni tanto hanno qualche momento di pace, menomale che ogni tanto si possono svagare con pedofili, fame, sete, accattonaggio, rapimenti, lavoro nero, guerra, morte, aids, sfruttamento. Menomale che hanno questi svaghi (nella foto, per esempio, vedete due bambine che giocano con un signore in Palestina per non pensare ai drammi della convivenza).
Certo, il fatto che dopo un periodo di silenzio tornino a parlare lo stesso giorno, più o meno nella stessa ora, sia papa Benedetto Decimo Sesto che Daniele Capezzone, l’ex anticlericale libertario radicale convertitosi sulla via di Bagnasco, fa sorgere qualche dubbio. È solo una coincidenza? Che il papa e Capezzone siano la stessa persona? Che l’uno sia l’altro mascherato, anche se è praticamente impossibile capire chi sia quello travestito?
Ops, scusate. Travestito non si può dire nello stesso paragrafo dove c’è la parola “papa”. Ma vabbè, tanto la libertà di stampa mica è in discussione, sicché posso scrivere quello che mi pare. Giusto?
Gianni Somigli