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Valter Vecellio. La situazione: continua la pervicace, sistematica esclusione dai network informativi di Pannella e dei radicali 
La mancata domanda di Largo Fochetti
23 Settembre 2009
 

Informazione: un problema che ci riguarda direttamente.

 

Se si sfogliano le rassegne stampa di questo ultimo mese colpisce la sostanziale assenza ad ogni livello, nel dibattito politico, di Marco Pannella. Ci sarà anche qualche eccezione, irrilevante; ma invece di smentirla, conferma la “regola”. È un qualcosa che viene da lontano, ma che ultimamente si è particolarmente accentuato. Le dichiarazioni di Pannella sono ignorate, anche se le agenzie di stampa le trasmettono e mettono in rete in ore giornalisticamente utili; non parliamo poi della TV, la pubblica al pari della privata; nei notiziari dei tg come nei programmi di approfondimento politico. Pannella è vietato.

Non solo: vietati sono i temi che i radicali agitano e sollevano: si tratti di giustizia e carceri, di eutanasia e testamento biologico, cure palliative, libertà della ricerca; ormai, finita l’estate, “Porta a porta”, “Ballarò”, “Matrix”, ecc. sono tornati a pieno regime, ci si confronta su temi importanti come l’occupazione, le pensioni, le missioni militari all’estero. La voce radicale, e in particolare quella di Marco Pannella è rigorosamente esclusa. Lo “strapuntino”, quando viene concesso, è per questioni di per sé poco rilevanti, secondarie. Allora capita che sia concesso a qualche radicale una riga sui giornali, un po’ come un osso che durante il pasto si allunga al cane accucciato sotto il tavolo.

 

Giorni fa tre giuristi di indubbia e meritata fama, Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, hanno promosso un appello che denuncia come la libertà di stampa stia vivendo un momento particolarmente delicato: le querele del presidente del Consiglio contro Repubblica e l’Espresso, le esplicite minacce, gli insulti, quant’altro. È stata indetta una manifestazione, poi rinviata per la strage di Kabul. A quella manifestazione i radicali non saranno presenti. Hanno motivato questa non adesione; non solo: Pannella con due interventi pubblicati su L’Altro, ha rivolto un pubblico appello ai tre giuristi, un evidente offerta di dialogo e confronto. Come se nulla fosse. Quello del diritto di essere informati, di poter essere conosciuti ed apprezzati, è un problema da sempre dei radicali. Oggi più che mai. Se Pannella continua a essere sistematicamente, pervicacemente escluso dai network informativi, il problema non del solo Pannella; ma è soprattutto un problema nostro: di radicali e, più in generale di cittadini.

 

Possibile che né Repubblica ne altri si chieda perché Pannella non aderisce?

 

Oreste Flamminii Minuto, che non ha certo bisogno di presentazioni, ha pubblicato un libro, Sessant’anni di improntitudine. Stampa e potere in Italia (Baldini, Castoldi e Dalai editore), dice che una delle prime battaglie ancora oggi da combattere, è per l’abolizione della legislazione fascista e che forse non vanno più definite tali, visto che sono sopravvissute a sessant’anni di Repubblica. È dagli anni Sessanta che Pannella e i radicali propongono con ogni mezzo la cancellazione della legislazione eredità del fascismo: con i referendum, e con le disobbedienze civili; in attesa di riuscire ad abolire l’ordine dei giornalisti, i giornalisti radicali hanno prestato la loro “firma” a decine di fogli di qualsivoglia tendenza e filosofia, consentendo loro di uscire; Pannella in anni lontani, assieme ad altri, garantì l’uscita di Lotta Continua e subì una quantità di processi per le querele che il giornale gli e si procurava. Si possono fare agevolmente una quantità di esempi, per dimostrare che i radicali e Pannella sono stati sempre in prima fila, per garantire davvero libertà di stampa.

Ogni giorno Repubblica pubblica una pagina con una quantità di messaggi di solidarietà e di adesioni alla manifestazione che verrà. Adesioni importanti, “pesanti”, qualificate; nessuno, finora, a Largo Fochetti e altrove, si è chiesto: come mai Pannella e i radicali non hanno aderito? Quali sono le loro ragioni? Pannella è, indiscutibilmente, un campione della libertà di stampa e del diritto a essere informati. Se “diserta” l’appuntamento, una ragione ci sarà. Quale? Nessuno ha la curiosità di conoscerla ed eventualmente contestarla.

Allora, la domanda che prima o poi si spera di riuscire a fare al direttore di Repubblica Ezio Mauro, ai promotori della manifestazione: non sarebbe utile, e giornalisticamente interessante, ascoltare le ragioni di Pannella e dei radicali? Si tratta di corbellerie e di scempiaggini? Ebbene, le si svelino, le si sputtanino. Ma se, al contrario, hanno un fondamento, non sarebbe utile e opportuno, e perfino giornalisticamente interessante, ascoltarlo e valutarne le ragioni? Si può sospettare e credere che le ragioni di questa indifferenza, siano proprio nella risposta a queste domande?

 

Quando Cordero, Rodotà, Zagrebelsky risponderanno a Pannella?

 

Ai professori Cordero, Rodotà, Zagrebelsky: sono davvero sicuri che quanto dice Pannella non debba essere preso in considerazione, non meriti una riflessione e una risposta? Non è solo per una elementare dato di cortesia; è perché forse possono ricavarne elementi utili per ulteriormente rafforzare lotta e obiettivi; così come probabilmente possono ricavare elementi utili dalla lettura del dossier “giallo” sulla peste italiana. Poi, certo: occorre avviare una riflessione seria e profonda sul virus che ammorba il paese, diffuso dal berlusconismo e dai suoi “messaggi” che sono penetrati in profondità, molto più di quanto non si dica e non si creda. Una riflessione non solo su chi ha creato questa situazione, e come l’ha fatto e potuto fare, ma anche su chi, pur potendo, non ha voluto o saputo impedire che accadesse quanto è accaduto. Ci sono o no delle gravi responsabilità anche dell’opposizione, del PD? Ci sono o no una quantità di errori, di complicità, di logiche spartitorie, di baratti? Su questo non è opportuno, utile, necessario, urgente, ragionare e confrontarci?


Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 23 settembre 2009)


 
 
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