Una striscia satirica di Hernán H.
GUGULANDIA
Quando la furia dei Placatanes
regnava sulla faccia della Terra
Maschere
Prima vignetta
Ufficio di orientamento
– Per cosa facciamo la fila?
– Maschere!
– Per il carnevale?
– Per la pace.
Seconda vignetta
– I placatanes ci danno solo due opzioni:
Terza vignetta
– Essere placatanes o mascherarsi come loro!
– GLUP!
Quarta vignetta
– MURGFF
Quinta vignetta
Palco
– Tengo la camisa negra…
– Quello che ieri aveva il sapore della gloria oggi mi sa di merrrrcoledì.
– Lo chiedo a Dio
Sesta vignetta
– E se mi tolgo la maschera?
– Ti mettono in galera
Settima vignetta
– Mi fa soffocare, ho bisogno di un po’ di liber…
Ottava vignetta
– …tà.
(traduzione di Gordiano Lupi
nell'immagine allegata, la striscia con dialoghi in italiano)
Nota del traduttore:
La quinta vignetta necessità qualche nota di spiegazione, perché le frasi fanno riferimento alla canzone di Juanes, La Camisa Negra.
Lo que ayer me supo a gloria, significa: le cose di ieri, del passato, mi sono sembrate molto buone. La frase continua: Hoy me sabe a pura mierrrrcoles!, ossia, ciò che prima credevo buono, oggi scopro che è molto cattivo. Il gioco di parole tra mierda e miercoles, in italiano si rende con merda e mercoledì. Molte frasi fanno parte della canzone di Juanes e sono state cantate nel grande concerto per la pace di domenica sera. È incredibile che certe canzoni siano state cantate a Cuba, perché i simbolismi sono espliciti e leggendo tra le righe si nota una chiara allegoria del sistema castrista. Pare incredibile anche che Silvio Rodriguez abbia cantato la sua bela canzone Ojalá - in italiano: Magari - che a Cuba si è trasformata nel simbolo del rifiuto nei confronti di Castro. A Dios le pido è un’altra canzone famosa di Juanes che è stata cantata durante il concerto, è una preghiera a Dio, al Dio della religione. A Cuba è stato imposto l’ateismo per molti anni da un sistema politico intollerante nei confronti di ogni credenza religiosa. Per questo motivo presenta un grande valore simbolico. (Gordiano Lupi)