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Maria Lanciotti: Il dolore del papa per i morti di Kabul
21 Settembre 2009
 

Il papa prova dolore per i caduti di Kabul. Gli ultimi sei, quelli ancora in via di sepoltura. Il papa prova dolore per questa nuova strage e lo dice ai fedeli dalla finestra della sua residenza estiva a Castelgandolfo. Povero papa, quanti lutti e quanto dolore, tutto sulle sue spalle di vicario di Cristo, povero papa Ratzinger così poco dotato di comunicativa, ma capace lo stesso di incantare le folle con la sua voce esile e dotta, col suo sguardo acuto e i gesti delicati delle sue mani, e il povero papa Ratzinger nell’esternare il suo profondo cordoglio, il suo dolore di buon pastore per la perdita di altre sei pecorelle colpite a morte durante la loro missione di pace in territorio di guerra, il nostro povero papa Ratzinger trova nonostante tutto il suo dolore e il suo cordoglio il fiato per dire che laggiù in Afghanistan c’è gente molto cattiva, molto molto cattiva che uccide le brave persone che sono lì per aiutare la povera gente afgana a sopportare il peso di una guerra che è contro la guerra e perciò fa la guerra, e papa Ratzinger quando con le sue belle e calcolate parole questo concetto in definitiva esprime non ha più lo sguardo di tortorella riservato al suo popolo fedele che quando lo vede apparire alla finestra s’illumina d’immenso e piange, piange di commozione e gioia, non ha più lo sguardo di una paternità immaginata di quando si rivolge ai bambini, agli innocenti bambini che agitano la manina per rispondere al suo saluto e gli mandano i bacini e gli battono le mani, così come vedono fare ai grandi, non ha più lo sguardo santo e pietoso, papa Ratzinger, quando indirizza al demonio che si annida in Afghanistan e colpisce a tradimento e a morte chi tanto si dà da fare per aiutare i civili che vivono sotto le bombe, e non contano più i loro morti se non quelli stretti di casa perché mancano d’istruzione nonostante la fornitura di matite e colori e albumetti, ma sono stanchi davvero stanchi di questa guerra che non vuole la guerra e perciò fa la guerra, e sono riconoscenti sì ai soldati in missione di pace che mostrano tanta solidarietà e costruiscono scuole e scavano pozzi e aprono cliniche per la popolazione afgana, ma si chiedono pure che cosa ci sta a fare a casa loro tutta quella gente chi con i mitra chi con i razzetti ma tutti fanno un putiferio infernale, e tutti dicono di avere un buon motivo per farlo, e questo ribadisce in pratica il buon papa Ratzinger quando affacciato alla finestra della sua residenza estiva a Castelgandolfo molto dolore prova per i nostri caduti – e vorremmo vedere che così non fosse –, e molto sdegno prova per quegli infami senzadio autori di stragi spaventose – e vorremmo vedere che così non fosse –, ma quello che non è riuscito a dire papa Ratzinger di biancovestito è stata una parola di pietà e compassione per i derelitti tutti implicati in questa ennesima guerra santa e sporca, così odorosa di oppio e di esplosivi, così densa di interessi inconfessabili, dando la brutta e chiara impressione, con le sue parole discriminanti, di non riuscire ad abbracciare tutto il male del mondo per farlo suo, con spirito veramente cristiano, sopra le parti e dentro ogni parte, e fuori da ogni logica di potere e predominio. Così come Cristo ha voluto insegnarci.

 

Maria Lanciotti


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