Aveva fiducia, il mugnaio, che a Berlino ci fosse un giudice che tutelasse il suo buon diritto minacciato dal potente/prepotente di turno. Un giudice di quel tipo lo si trova anche in Italia. Lo si è trovato a Milano, alla Corte d’Appello; alla Corte di Cassazione, quando si sono riconosciuti i diritti rivendicati da Beppino Englaro per la figlia Eluana; lo si è trovato quando si è trattato di esaminare la legge 40 sulla procreazione assistita; alla Corte Costituzionale, quando ha rigettato lo strumentale e infondato ricorso promosso dai pasdaran pontifici del centro-destra su un inesistente preteso conflitto tra poteri. E ieri lo si è trovato al TAR del Lazio.
Una sentenza ottima e importante. Si riconosce, come del resto stabilisce la Costituzione, che a nessuno possono essere imposte alimentazione e idratazione forzata: sia cosciente che incosciente, e anche in caso di stato vegetativo un cittadino può esprimere ex post la propria volontà di interrompere terapie giudicate inutili, comprese proprio alimentazione e idratazione.
Il TAR del Lazio ieri ha accolto un ricorso del Movimento difesa dei cittadini. «I pazienti in stato vegetativo permanente» si legge nella sentenza del TAR «che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti».
Ancora: «…Il paziente vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, aspettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi”. Si tratta, infatti, di questioni che coinvolgono “il diritto di rango costituzionale quale è quello della libertà personale che l’articolo 13 della Costituzione qualifica come inviolabile…»
La sentenza del TAR del Lazio è importante perché individua la giurisdizione del giudice ordinario proprio dopo aver sottolineato il carattere costituzionale e incomprimibile del diritto di scelta che ogni persona ha con riferimento di qualsiasi pratica e intervento che debba avvenire sul suo corpo.
Il TAR riconosce e stabilisce che il primo diritto da tutelare e garantire è quello del paziente, la cui volontà deve prevalere su tutto. Un autorevole, chiaro stop alle arroganze e alle prepotenze dei rappresentanti vaticani a palazzo Chigi. Il TAR del Lazio ci dice in sostanza che la legge sul testamento biologico votata dal Senato e ora in discussione a Montecitorio è incostituzionale; e che se verrà approvata definitivamente la Corte Costituzionale non potrà che bocciarla. Il TAR del Lazio insomma, conferma quello che una qualunque matricola di giurisprudenza sa e comprende. Solo un ministro pontificio alla Sanità come Maurizio Sacconi, e zuavi-pasdaran come Eugenia Roccella o Gaetano Quagliariello possono pensare di far approvare leggi palesemente in contrasto con la Costituzione, con le convenzioni internazionali sui diritti delle persone con disabilità, con il “semplice” il buon senso.
Valter Vecellio