Mio sincero amico, mi sei caro ora, per questo tuo narrarti pian piano, con pudore e candore. Così sono i sentimenti, quelli veri, da sgranare come un rosario, lentamente. Potremmo scrivere un romanzo epistolare, chissà: intanto mi godo queste tue esternazioni di bellezza e poi il tempo segnerà un cammino, una direzione, in questa nostra fresca amicizia. È fantastico attendere la posta: quando appare il tuo nome trepida è la breve attesa di leggerti e la musica comincia. Mi sento viva per la dolcezza delle immagini e le mie non sono gratificazioni per captatio benevolentiae. Semplicemente attendo i tuoi cenni, io che non amo le comunicazioni convenzionali, un po’ false e che mai esprimono a pieno l’animo. Ti penso immerso nelle tue letture, anche tu con la lampada accesa, mentre forse verghi parole su un foglio o volti pagine di un libro e la pace della sera ti avvolge, ti protegge e salva i tuoi pensieri. Si è vicini, anche se si è lontani, quando le anime comunicano e si comprendono.
La struttura delle epistole
La struttura delle epistole fin qui inviate e prossime si incentra su un io narrante che mima tratti dell’oralità, senza la costrittività di cornici chiuse, rivolgendosi a persone individuate; diversificando le occasioni del “dialogare” (es. “non so che cosa è amore”; “è fantastico attendere la posta”; “la folla dei ricordi”… titoli che sottendono le rispettive concettualità...), etc.; impegnando la riflessione sulle aporie del nostro tempo; proponendo, entro il flusso del discutere, la difesa, cauta, e la riaffermazione, possibile, di valori tradizionali.
Rispetto al modello classico delle epistole, costituito dalle Lettere di eroine o Eroidi di Ovidio, ove prevalgono i lamenti in cui l'eroina piange la sua condizione tragica e gli eventi che l'hanno portata a tale situazione; le “mie” epistole, si affrancano da categorie e schematismi di tal fatta e vedono prevalente l’educazione, soprattutto dei giovani, di età e di spirito, attraverso un percorso, non predeterminato dal riprodursi delle regole di gioco dominanti, ma aperto a direzioni di senso nuove ed al meglio dell’umanità. Detto percorso merita l’opportunità di essere fatto insieme, con il contributo dei lettori di Tellusfolio, compartecipi delle “occasioni del dialogare”, sopra indicate e parimenti motivati ad elevarsi ad io narrante.
Paolo Brondi