Ho fatto mia l’espressione:
–la fede è un fiume d’Amore che trabocca- … e tracimo.
Mi propongo di proseguire lo studio cominciato con la parola Amen dell’Apocalisse di Giovanni qui in Tellusfolio, ed oso aprirmi dall’ultimo libro fin dentro … alla Bibbia intera su questa spinta d’Amore.
Chiedo a chi legge di tener ferma questa spiegazione semplice davanti ai limiti del mio articolo, non solo per compatirmi ma per segnalarmi d’impulso le sue perplessità e, dove io sbagli, chiedo di scrivermi a carlo.forin1@virgilio.it .
Solo l’enormità di questa spinta giustifica la follia di rivelare ragionamenti da dilettante che ogni elementare prudenza terrebbe ben riservati.
Leggo la Bibbia orientato dal paradigma dei nomi degli dèi.
L’interesse onomasiologico –o dei nomi- mi ha messo in luce diverse cose ignorate anche dagli specialisti e queste hanno finito per comporre un rosario che faccio e vorrei condividere con voi.
Mons. Ravasi, il massimo biblista cattolico, introduce La Bibbia di Gerusalemme con queste parole (a p. 6):
La Bibbia è, quindi, l’intreccio tra Dio e la nostra storia; la pasqua di Cristo nasce dalla crocifissione, la vita sboccia dalla morte. Lo scopo della Bibbia non è quello di celebrare un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia: “la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza” (Eb 3, 6)
E’ un passo molto chiaro ed io scrivo in sequenza.
La pasqua di Cristo è il centro di tutto l’ecumene. 61 anni alle spalle sono la mia storia percorsa.
La casa della Bibbia è ognuno di noi ed io apro le mie porte a tutti, consapevole che ogni ‘me’ di questa Terra è un sistema molto complesso che filtra la realtà in modo suo speciale. Dunque, l’apertura della Bibbia è da preferire alla riflessione ben ponzata di un vecchio richiuso in sè.
Cerco di capire l’Alfa e l’Omega, Colui che è ora, che era e che viene, l’Onnipotente, l’Altissimo Gesù Cristo ( che è BA AL, Anima alta)!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino
Zaccaria, 9 9.
L’asino che cavalca è il me che scrive. Potete anche considerarmi senza cavaliere se vi vien più semplice la comprensione di un mero asino. Ma io… vado avanti, convinto di essere cavalcato. Perciò siamo in due! Chi altri sa di averlo con sé sarà caritatevole se mi correggerà; chi non crede in queste ‘asinerie’ enunci pure le asinate che ho mostrato.
L’Onnipotente ci ha dato un ordine per realizzare l’identità del suo Spirito in noi: -Fate questo in memoria di ME!- e la memoria è ME MUR IA, ‘luogo IA di vita-morte MUR del ME’.
Memore io scrivo.
Se sarò asino mi accadrà come accadde a Mosè a Meriba dove lui fu consapevole di esser asino ma timoroso di far far brutta figura a Dio esponendosi con l’Onnipotente in groppa e perciò toccò la roccia col bastone da solo; l’acqua uscì lo stesso ma lui restò escluso dalla Terra Promessa in questa Terra, però entrò nell’Eden, avendo omesso di rivelare il Conducente, il ME di ME RIB BAH, ‘anima andare del ME’. Oggi, però, l’errore resterebbe agli occhi di tutti e solo con questo asino qua.
Lui, il Cristo, vive come punto finale della Creazione, riconnette il ME sumero, la parola che crea e risorge nel nostro linguaggio, EME GIR, che rivela il ‘giro del ME’.
La Comunione con Lui è la koinonia, che si rivela IA, luogo, KU I, distinguo e connetto, NUN, l’Uno.
Noterete che, di soppiatto, io vi introduco - asino guidato- nel doppio circolo del Cielo e della Terra: l’asino di Terra ed il cavaliere BA (anima), che c’è (per me) non c’è (per voi, scettici che leggete).
Questo doppio circolo è il BIL KI LIB BA dove BA è l’Altissimo Gesù Cristo –l’Amore che mi spinge-, il circolo del Cielo, mentre il BIL KI LIB è un circolo linguistico molto evidente, nel nostro caso fatto dall’asino che scrive e da voi che leggete.
“Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: “[…] Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con ME.” Apocalisse di Giovanni alla Chiesa di Laodicea.
La BAB è la porta aperta! Io vi prego di pregare.
Carlo Forin