La vendetta del burattino
(...segue)
Era rimasto tramortito per il colpo ricevuto alla testa e pensò di aver avuto un altro dei suoi terribili incubi! Si rialzò a fatica e si mise a ridere, per sdrammatizzare il sogno che aveva appena fatto, ma che stranamente era stato molto reale!
Ripresosi dallo spavento, andò a prendere i documenti e si avviò verso l’uscita. Arrivato alla porta, girò il pomello, ma la porta non si aprì; tirò più forte, ma la porta sembrava bloccata e in quell’istante sentì uno scricchiolio legnoso dietro di lui. Si girò lentamente, come se sapesse già cosa lo aspettava e vide il burattino con lo spirito del padre, che gridò:
– Ti sei voluto arricchire nel mondo del teatro imbrogliando, ebbene ora farai parte per sempre del mondo del teatro. Tu non uscirai mai più di qui e diventerai uno di noi; queste sono le regole della nostra famiglia e questa sarà la tua punizione per quello che hai fatto.
Così dicendo, sollevò le sue braccia di legno e all’istante, per tutto il teatro si alzò una fitta nebbia, dalla quale vennero fuori decine e decine di spiriti grigiastri e trasparenti. Avevano tutti una lunga barba e sembravano molto vecchi: erano gli spiriti dei suoi antenati.
Si disposero in cerchio intorno a lui, che ormai non poteva fare altro che piangere, gridare e chiedere inutilmente perdono; non osava neanche provare a scappare, per non innervosire gli spiriti. Tutti i fantasmi iniziarono a recitare una lugubre preghiera satanica: i muri del teatro iniziarono a deformarsi, le colonne si contorsero su se stesse, crepe lunghe e profonde si aprirono sul soffitto, poltrone e sedie iniziarono a volare; sembrava che tutto il teatro stesse per saltare in aria.
Appena gli spiriti finirono la preghiera, Arnold incominciò a lievitare in aria. Ormai il pover uomo non poteva fare più nulla! Una forza maligna lo aveva immobilizzato. Intorno a lui iniziarono a comparire simboli strani e arcani, fasci di energia gli giravano intorno con le loro fluorescenze rosse e viola, abbagliandolo e costringendolo a tenere gli occhi socchiusi. Arnold sentiva freddo, ma non era un freddo naturale. Sentiva che tutto il suo corpo diventava gelido, dalla pelle fino al cuore, come se la fiamma della sua vita si stesse spegnendo a poco a poco. Mentre sui volti degli spiriti si stampavano sorrisi soddisfatti, dalle dita di Arnold partivano dei lunghi fili trasparenti che si univano poi in un groviglio. Arnold sentì i suoi piedi intorpidirsi e capì che stavano diventando di legno.
Cercò di gridare sempre più fino a quando non poté più farlo dato che anche la sua bocca era diventata di legno. I suoi sensi si spensero ad uno ad uno, fino a quando divenne un burattino a tutti gli effetti. Solo allora gli spiriti scomparvero, fieri della loro vendetta.
Il teatro prese fuoco e i pompieri accorsero velocemente. Arnold venne dato per morto nell’incendio anche se non era stato ritrovato il corpo. Il burattino fu salvato e venne utilizzato in un altro teatro dove lavorava anche un ragazzino, che avrebbe tanto voluto fare il regista, ma che per ora era solo una semplice comparsa.
Il ragazzo, guardando negli occhi il burattino, rimase come ipnotizzato. Arnold riuscì a trasmettergli il suo pensiero e gli disse:
– Tu devi liberarmi, la mia vita è un inferno su questa terra, ti prego, io non voglio più vivere, dammi la morte, te ne prego.
Il ragazzo spaventato lasciò cadere per terra il burattino e scappò via, lasciando Arnold alla sua eterna punizione.
Ma c’è chi dice che…
Così dicendo, lo spirito del padre alzò le sue braccia di legno e dal pavimento incominciarono a venir fuori tantissimi spiritelli e burattini, che iniziarono a girare intorno ad Arnold, emettendo stridii e suoni sibilanti.
Arnold rivolse al padre parole di scusa:
– Scusami papà, scusami, non lo farò più, ti giuro che non imbroglierò mai più, mi ritirerò per sempre dalle scene e nessuno sentirà più parlare di me.
Arnold era realmente pentito e suo padre se ne accorse; i suoi occhi si spensero pian piano e gli altri spiriti sparirono ad uno ad uno. Arnold allora si girò, aprì la porta e scappò il più lontano possibile. Fece cancellare tutte le sue opere, che dovevano essere messe in scena e qualche tempo dopo inviò molte lettere ai teatri e ai giornali, dove spiegava che tutte le sue opere erano state copiate e che egli non aveva nessun merito. Diede in beneficenza gran parte dei suoi averi e si ritirò in un piccolo villaggio della Danimarca.
Nessuno sentì più parlare di lui… aveva imparato la lezione!
Francesco e Marco
2 - fine
Il racconto La vendetta del burattino, fa parte della sezione “Racconti del mistero” che compone il libro Sapere per Creare a cura di Anna Lanzetta (Edizioni Morgana, 2008).
Il libro è reperibile in tutte le librerie e presso: info@morganaedizioni.it.
Per la sua valenza creativa e formativa, si consiglia la lettura integrale del testo.