La Chiesa dovrebbe chiudere entrambi gli occhi alle porcate del cavaliere, a titolo personale, e del governo, a titolo politico, per gratitudine verso quello che il cavaliere avrebbe fatto per la stessa Chiesa. Ma se il cavaliere con il suo governo, ha fatto qualcosa di eccezionale, di non ordinario, ma di straordinario, lo ha fatto a spese dei contribuenti; per quale motivo vorrebbe adesso passare alla cassa per incassare, a titolo personale, il mercimonio non pattuito, ma solamente preteso?
Ora minaccia anche la Chiesa pretendendo una legittimazione politica in cambio di leggi morbide, condiscendenti, su argomenti che coinvolgono la laicità dello Stato. È un revival di SIMONIA, che vende la capacità di legiferare, condizionandola all'apostolica benedizione con la quale incassare il consenso degli elettori cattolici.
Se un accordo del genere dovesse sortire, allora significherà la riduzione del massimo Tempio della cristianità al medesimo livello di quel tempio dal quale Cristo cacciò via i mercanti.
Il cavaliere non ha capito, e non potrebbe capire, esaltato come è nel suo delirio di onnipotenza, che la Chiesa non rilascia “lodi assolutori” in bianco, con annessa autorizzazione a fare sfacelo di ogni principio etico; nella Chiesa le leggi (di Dio) sono rigorosamente uguali per tutti.
Rosario Amico Roxas