Prosegue a Vicenza il digiuno a sola acqua di don Albino Bizzotto, fondatore di Beati i Costruttori di Pace. Iniziata mercoledì 19 agosto, l'azione nonviolenta intrapresa dal religioso per ricordare le implicazioni etiche legate alla costruzione della nuova Base statunitense nell'area Dal Molin e alla militarizzazione del territorio, continua senza interruzioni, nonostante le difficili condizioni climatiche e il passare dei giorni.
E sabato 29 agosto si terranno le ennesime iniziative a sostegno degli obiettivi che don Bizzotto si è dato: esprimere solidarietà ai vicentini e fare informazione. Per questo si sono date appuntamento nel pomeriggio, dalle ore 18, presso la roulotte dove si svolge il digiuno, attivisti nonviolenti veneti e lombardi. Arriveranno da Brescia, Verona, Venezia, Rovigo e Padova, e ci sarà una riunione convocata dal Movimento Nonoviolento e dal MIR, alla quale sono invitati quanti vogliono esprimere concreta solidarietà e partecipazione. In serata, poi, alle 20:15 partirà da via Medici, di fronte alla Caserma Chinotto, gendarmeria europea (COESPU), una fiaccolata con letture e testimonianze, organizzata dal Tavolo della Consultazione, che attraverserà la città e si concluderà al Capitello di Viale Ferrarin, nei pressi della roulotte che ospita don Albino, a due passi dall'area Dal Molin. E si uniranno al digiuno amici e sostenitori di Treviso, Brescia, Viterbo e Trieste.
Continuano intanto ad arrivare a don Bizzotto espressioni di solidarietà da vicino e lontano: amici italiani hanno telefonato e mandato email dall'America Latina, dall'Africa, dall'Europa e da Gaza. «Avevo detto che il Dal Molin non riguardava solo i vicentini: ma non immaginavo tanto interesse da italiani nel mondo», afferma il sacerdote. E dalle conversazioni con i visitatori emerge che sono tante le ingiustizie a cui non ci si vuole rassegnare. «Sono molto riconoscente alle persone che vengono alla roulotte perché hanno compreso il significato del digiuno. Certamente il Dal Molin rimane l'obiettivo diretto, ma questa base non è altro che una delle tante scelte che vengono compiute con il disprezzo della partecipazione popolare e con la precedenza agli interessi di gruppi particolari e non alle persone. E così si parla dei 73 “arrostiti” in mare, dei nomadi, dei danni ambientali, del degrado culturale e della voglia di non accettare l'assuefazione e la rassegnazione» sottolinea don Albino, seduto sotto la veranda.
Fin dal primo giorno, questo luogo è meta di un flusso continuo di persone. Alcune delle quali accompagnano e condividono l'esperienza del digiuno. Una scelta ad oltranza che vuole interrogare, soprattutto fuori Vicenza, sul significato della costruzione della nuova base Usa Dal Molin. Un gesto che sta attirando l'attenzione sulla responsabilità comune che tale opera comporta. E non mancano le gradite sorprese, segno forse che tantissime persone stavano aspettando questo gesto per ritrovare ancora la voglia di confrontarsi e riprendere l'impegno insieme.
«Sono commoventi le forme di solidarietà che si susseguono: dall'uomo che va alla sorgente particolare per portare l'acqua più fresca e più pura, alle donne che portano una rosa o un fior di malva dal giardino», sottolinea in un comunicato l'associazione nazionale di cui fa parte don Bizzotto. «Il digiuno va avanti senza trionfalismi, anche perché Vicenza non esprime solo solidarietà. Dalle macchine che passano arrivano a volte anche derisione, insulti e opposizione in generale. Conforta il fatto che stanno nascendo iniziative fuori Vicenza, come a Rovigo, Mortara, Trieste. Circolano poi in internet inviti ad aderire, e da Vicenza è partita una catena di sms con scritto «porta a don Albino un fiore, un biglietto, una bandiera x la pace x Vicenza». Arrivano molti «grazie», come quello del presidio permanente "No Dal Molin", alle prese con i preparativi del “Festival No Dal Molin” in programma nella città berica dal 2 al 13 settembre. Ed anche adesioni politiche e di associazioni a livello nazionale», come quella, ad esempio, del Cipsi, il cordinamento di 42 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale, e di Chiama l'Africa, che hanno espresso «la loro solidarietà e pieno appoggio, anche a nome delle associazioni che rappresentano».
«Ci rivolgiamo con un appello al presidente Obama» sottolinea Guido Barbera, presidente del Cipsi, «in nome della pace, del disarmo, perché la fraternità non si fa con i militari. Ci opponiamo alla militarizzazione della base Dal Molin a Vicenza, cioè un territorio che dovrebbe essere lasciato all'autonomia dei cittadini come luogo del vivere collettivo e non come oggetto di scambio tra governi. Concordiamo pienamente con la protesta di don Albino nella consapevolezza che il problema non è solo dei vicentini, ma riguarda tutti gli italiani. E non dimentichiamo che alla fine dello scorso anno il ministro degli Esteri Frattini dichiarò che AFRICOM, il comando delle forze armate Usa per le truppe di terra e di mare per l'Africa, avrebbe trovato posto a Napoli e a Vicenza. E ci uniamo alla proposta di don Albino» continua Barbera «di provare a costruire un piccolo evento ogni giorno per lanciare qualche messaggio sui temi attinenti al Dal Molin, come gli insediamenti militari e le città, l'aumento della produzione e il commercio delle armi e il legame con l'attuale crisi, la risorsa acqua e gli insediamenti militari, la militarizzazione dei territori e le relazioni tra popoli. Ci impegniamo a sensibilizzare le associazioni del Cipsi affinché si uniscano al digiuno».
Se al quarto giorno di digiuno a sola acqua don Albino ha iniziato a rallentare le sue attività quotidiane, continuando a sentirsi bene e ad accogliere con gioia ogni nuova persona che passava a salutarlo, nel momento in cui scriviamo (decimo giorno) la situazione è chiaramente più difficile. Martedì 25 agosto la vicesindaca di Vicenza, Alessandra Moretti (nella foto), ha portato «il grazie affettuoso dell'Amministrazione comunale a don Albino per il messaggio di pace e di solidarietà che con il suo comportamento sta promuovendo. La pace, la solidarietà e l'accoglienza devono prevalere su ogni altra logica» ha scritto sul quaderno della solidarietà, dove chiunque può lasciare un messaggio. La vice di Achille Variati e don Bizzotto si sono scambiati una serie di riflessioni, concordando sul fatto che la pace e la nonviolenza devono tornare a diventare i valori della nostra società. E don Albino ha ribadito che la sua azione - che è senza dubbio un gesto impegnativo ma che si realizza nella debolezza - vuole portare proprio a ricreare una fiducia reciproca, capace di stimolare il coraggio a fare scelte concrete nella direzione della vita, dei diritti delle persone.
Si susseguono, come detto, le iniziative e le visite. E già all'ottavo giorno il quaderno della solidarietà, situato sotto la veranda, era al completo, pieno di dediche e messaggi, come quello di una «mamma col passeggino» che ha scritto: «Sono Andrea, ho 18 mesi e ti dico tieni duro Don Albino, io sono con te!».
È possibile seguire gli aggiornamenti dell'iniziativa di don Albino visitando il sito dei Beati i Costruttori di Pace, dove sono presenti anche dei video. Ed è possibile ed importante far sentire la propria voce e vicinanza a don Albino e a tutti coloro che a Vicenza resistono.
IN AZIONE
Per partecipare attivamente all'azione nonviolenta di don Albino Bizzotto è possibile aderire alla staffetta giornaliera di digiuno e comunicare la partecipazione al seguente indirizzo: beati@libero.it indicando nell'oggetto: ADESIONE AL DIGIUNO NO DAL MOLIN; è possibile anche sensibilizzare altre persone inviando un SMS con il seguente testo: «d.Albino Bizzotto dei beati i Costruttori di Pace digiuna a sola acqua dal 19/08 contro la nuova Base Militare a Vicenza. Sostieni l'azione comunicando un tuo giorno di digiuno al numero: 3483323254 oppure a 3404539749. GIRA IN TUTTA ITALIA».
In ogni caso è bene comunicare qualsiasi altra iniziativa di sostegno, personale o di gruppo, all'indirizzo beati@libero.it
(da GRILLO news, 28 agosto 2009)