Ogni racconto presente in questa sezione nasce da un quadro, da una poesia, da una musica, da tutto ciò che può mettere in moto la fantasia, l’immaginazione e l’estro.
Questo racconto, dice Ambra, mi è stato suggerito dalla lettura del quadro di J.M.W. Turner: Tempesta di neve.
«L’opera d’arte è composta da due elementi: quello interno e quello esterno. L’elemento interno, preso singolarmente, è l’emozione dell’anima dell’artista. Questa emozione è in grado di suscitare nell’animo di colui che guarda un’emozione corrispondente…».
(V. Kandinsky)
Tempesta interiore
Ero andata in biblioteca per cercare del materiale sul noto artista del Romanticismo, J.M.W. Turner.
Ritornata a casa, incominciai a sfogliare uno dei tanti libri che avevo preso. Leggevo, leggevo, guardavo i suoi quadri, ma essi non suscitavano in me nessuna emozione, fino a quando non arrivai a pagina 133, tre numeri che avrei ricordato sempre nel corso della mia vita. L’opera era intitolata: Tempesta di neve.
L’artista si era fatto legare per quattro ore all’albero maestro della nave Ariel, dopo la sua partenza dalla città di Harwich, durante una tempesta di neve, per potersi sentire parte del vortice di vento, neve e acqua, scatenato dalla natura.
Non fu tanto il tema del quadro che mi colpì quanto la poetica del Sublime; la rappresentazione della potenza della natura: la barca, misero e piccolo oggetto costruito dall’uomo, è il simbolo del suo destino; così minuscola e fragile è un nulla di fronte all’imponenza del vortice. Essa è travolta da una tempesta, colta nel suo aspetto più violento e terrificante. La rappresentazione è soggettiva e la descrizione dei fenomeni atmosferici è molto coinvolgente; tutto resta incompiuto e indefinito al cospetto della neve e del vento, che soffia sulle vele della barca. I colori puri si trasformano nella luce, che domina il paesaggio, a volte più densi, a volte quasi impalpabili. I colori, che definiscono il cielo vicino alla barca, sono tenui, chiari e trasmettono una sensazione di calma e tranquillità, contrastata da una visione cupa, tenebrosa e terrificante della natura. La barca è il simbolo del destino di ogni essere senza distinzione di razza, sesso, lingua e religione. La nostra vita, in alcuni momenti è in mano a eventi sovrannaturali, irreali, magici, di fronte ai quali tutto è possibile. Nel dipinto, il colore bianco si mescola al nero, l’azzurro al grigio, il giallo al marrone, creando così una situazione molto intrigante.
L’artista in quest’opera esprime al meglio le sue emozioni e il suo stato d’animo. Il turbine di neve è violento e distruttivo e il suo colore è indefinito. Gli effetti del chiaro-scuro giocano con la luce, alternando le tonalità di grigio, bianco e nero. Lo sfondo abbastanza scuro sembra rappresentare l’infinito, l’inconoscibile, il nulla: la forza di un elemento, superiore a noi terrestri, che ci fa capire che non siamo nulla e che non possiamo niente di fronte alla natura.
La rievocazione e la rappresentazione di un paesaggio naturale inquieto è un tema prediletto da Turner. In questo quadro, il pittore ha raffigurato il rapporto, spesso difficile e inquietante tra l’uomo e la natura immensa e sconosciuta, di fronte alla quale l’uomo può solo meditare sulla sua solitudine e sulla sua fragilità. L’opera è originale e bizzarra: nella natura io vedo la parte più oscura del mio subconscio simile a una brutta giornata di vento, acqua, pioggia e grandine. Al tepore di un focolare acceso, che infonde sicurezza e protezione, si contrappone il disordine esterno di una forte tempesta simile alla rabbia, che mi percosse, per la morte di un mio amico. L’avevo perso per sempre; era uscito dalla mia vita, rendendola vuota. La mia rabbia esplodeva come la natura di Turner verso la quale noi siamo spesso spietati.
Chiusi il libro e pensai, pensai… avevo descritto il quadro in tutti i suoi particolari e avevo capito che né la natura né l’uomo potranno sopportare più a lungo questa corsa verso la distruzione, ma forse per capirlo veramente ci vorrebbe un fenomeno grande e sconvolgente come quello di Turner.
Il tema del Sublime è stato affrontato anche da un cantante contemporaneo di nome Raf, che ha composto una canzone interamente sul concetto di Sublime, sulla base delle proprie esperienze di vita, che lo hanno fatto maturare, non solo come cantante, ma anche come uomo.
Dal videoclip, sopra menzionato, possiamo notare che il tema romantico del Sublime, pur affermatosi essenzialmente nell’Ottocento, viene riproposto nella nostra generazione, permettendo così una sinergia non solo tra letteratura e pittura, ma anche tra musica e storia; legame, che si pone inalterato nel tempo.
Ambra Banelli
J.M.W. Turner, Tempesta di neve, 1842; olio su tela, cm 91x122. Londra, National Gallery
Tempesta interiore fa parte della sezione “Racconti introspettivi per immagini” presente nel libro Sapere per Creare a cura di Anna Lanzetta (Morgana Edizioni, 2008).
Il libro, che vi invitiamo a leggere per la sua valenza educativa e formativa, quale esempio di scrittura creativa, basata sull’interazione di più linguaggi, è disponibile in tutte le librerie nazionali e presso l’Editore Morgana al prezzo di Euro 15.