«Il nostro compito è uno solo: riscrivere una pagina di storia contemporanea, perché la verità su Silvio Berlusconi e sull'Italia non è quella che si è scritta in questi mesi sui giornali, ma un altra, quella che porterà Silvio Berlusconi e l'Italia avincere il premio Nobel per la Pace nel 2010!»
Sono queste le affermazioni pronunciate in nome e per conto di un movimento “spontaneo” che in poche settimane avrebbe raccolto già 6.000 adesioni, dove si elaborano progetti per giungere al nobile scopo di candidare Berlusconi al nobel per la pace.
Anche solo il fatto che se ne parli diventa una rivalsa del cavaliere a fronte della totalità delle nazioni e dei loro rappresentanti che non lo tengono in nessunissima considerazione di credibilità, (l'ultima mortificante esibizione in Turchia lo ha ulteriormente qualificato agli occhi del mondo!).
La tecnica è quella consueta che sfrutta tutti i potenziali della comunicazione di massa; una gigantesca cazzata che, ripetuta all'infinito finisce con il convincere che si tratta di una cosa seria. Nel clou del periodo vacanziero inizia la distribuzione centellinata della notizia, quanto basta per svolgere i sondaggi e capire se il popolo italiano non sia caduto nell'ennesima trappola. Poi si farà più insistente, provocante; risulterà un movimento spontaneo, ma quando in questa “spontaneità” spunta Giovanardi, allora comprendiamo benissimo che la posta sul tavolo è stata ampiamente coperta.
La fase successiva dovrebbe coinvolgere la popolazione, alla quale delegare la responsabilità di non far riconoscere all'Italia un così ambito premio, con un appello al necessario patriottismo, perché il cavaliere si esibirà solo come un “tedoforo”, che raccoglierebbe l'onore del nobel in nome e per conto dall'amata patria; prometterà anche di devolvere il ricco premio alla Chiesa, così otterrebbe anche il beneplacito vaticano.
È convinzione dei consiglieri d'immagine del cavaliere, che solo un così elevato riconoscimento mondiale, potrebbe ripulire la sua immagine dal fango con il quale ha saputo così bene coprirla. Una sorta di detersivo universale in grado di cancellare tutto il passato, tutto il presente e, affiancato al lodo Schifani/Alfano, anche tutto il futuro, (potrebbe anche cancellare il peccato originale, se il pontefice ci mettesse i suoi alti uffici), poiché diventerebbe il viatico ad “alta velocità” per agguantare il colle, unitamente ad altri sette anni di godimento del Lodo.
Per il popolo italiano una evenienza del genere rappresenterebbe la peggiore mortificazione internazionale mai subita dalla diplomazia nazionale; esibire agli occhi dell'intero pianeta questo presidente del consiglio come la parte migliore della nazione, il simbolo purificatore, l'emblema del bene personificato in un uomo, diventerebbe la silenziosa accettazione di qualunque retrocessione che le nazioni civili e del terzo e quarto mondo vorranno imporci.
Basterebbe poco per evitare questa ulteriore e mortificante penalizzazione che appare all'orizzonte, basterebbe travolgere l'iniziativa dei vari Giovanardi & C., con una generosissima risata, travolgente, tale da potersi ricordare per eventuali future iniziative.
Il Nobel per la Pace verrebbe ridotto al rango inferiore al tesserino degli “Amici di Topolino”.
A meno che...! A meno che anche il Nobel per la Pace non dovesse avere il suo prezzo.
Rosario Amico Roxas