-Amen-: mi è piaciuto quando l’ho sentito dire così, a Lourdes, da una vocina di una cinese -tenera, che pareva di bimba, tanto infantile suonava!-. Si recitava il Rosario, in mezzo a migliaia di persone che sfilavano in corteo con le fiaccole, ed abbiamo pregato in tutte le lingue.
Mi piace, perché nella Chiesa Cattolica è una conferma mondiale che l’amen passa nella universalità dei linguaggi. Un lievito piccino di uno Spirito Grande, come piccina ed ignorante era la pastorella che vide ‘quella là’, ‘aquero’ in basco!: -Que soy era immaculada conceptiu!-.
Che cosa significa ‘amen’: -ve lo siete mai chiesto-?
-Sì; significa ‘ho fede’ in ebraico-.
E, oltre l’ebraico?
Mi spiego: quando ricevo il Corpo di Cristo e dichiaro -amen- io dico -ho fede che sia così-. E Cristo -il Vivente che mi viene dentro- che cosa intende in Spirito con questa parola?
Se è un corpo vivo, parla, no? Ed io devo sapere quel che dice, che non può essere ‘ho fede’, cosa da mortali!
-A ME EN, ‘Seme Parola Signore’ in sumero, cioè Io, il Verbo, il Figlio riunito nel Padre dopo il Sacrificio della Croce, entro da amico.
Se tu sei capace di tenermi amico, potremo fare grandi cose insieme perché io sarò il seme delle tue azioni!
Solo con questa risposta si realizza, anche sul piano comunicativo, la corrispondenza di intenti: capisco ME MUR IA, ‘luogo di vita-morte del ME’ che era morto. Un chiarimento linguistico non indispensabile.
I semplici, che hanno fede, realizzano il fatto ugualmente senza perdersi in parole: -Fate questo in memoria di ME- è l’imperativo. Lo fanno e rendono il mondo più bello, pur senza sapere esattamente.
Gli ‘studiati’, che hanno letto un libro in più, forse non riescono a capire, e tendono a non farlo (purtroppo):
Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto.
Sì, Amen!
Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!
Carlo Forin