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Decreto anticrisi-bis. Sfregio a regole e istituzioni: dal bicameralismo al monocameralismo senza cambiare la Costituzione!
29 Luglio 2009
 

La questione del decreto anticrisi-bis è istituzionalmente molto delicata. Il decreto anticrisi del Governo, nel passaggio di conversione in legge alla Camera dei Deputati, ha avuto delle modifiche che devono essere corrette, in particolare sulle competenze del ministero dell'Ambiente su reti e infrastrutture energetiche e sulle competenze della Corte dei Conti. Il nostro sistema istituzionale indica la strada per queste correzioni: il testo deve essere ancora esaminato dal Senato che potrebbe così rimandarlo in terza lettura alla Camera e solo dopo diverrebbe legge e sarebbe pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Troppo semplice e rispettoso delle regole? Evidentemente sì. Mentre al Senato aspettiamo di esaminare questo testo, la notizia che circola, avvalorata dalla chiusura già prevista dalla Camera, è che il Senato non farà alcuna modifica e il Governo farà un nuovo decreto sulle specifiche modifiche e poi il Parlamento lo convertirà in legge a settembre.

La mossa presenta il “vantaggio” di salvare le vacanze dei deputati ed evitare contraddizioni e ulteriori richieste della maggioranza.

La mossa presenta lo “svantaggio” di rendere inutile e superfluo il passaggio al Senato. L'inutilità delle istituzioni sono un danno e un pericolo per la democrazia e alimentano l'antipolitica e il populismo.

La mossa è l'ennesimo sfregio alle regole e alle istituzioni, avvalorata dalle istituzioni medesime. Il Senato non può accettare di votare un testo di cui già si conoscono le correzioni che il Senato stesso potrebbe e dovrebbe fare. Non si può accettare di votare un testo che in alcune sue parti non entrerà mai in vigore, perché sarà corretto da un decreto, la cui unica necessità e urgenza è motivata dalle vacanze dei parlamentari.

Un fulgido esempio di come passare dal bicameralismo al monocameralismo senza cambiare la Costituzione grazie al ferragosto...


Donatella Poretti


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