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Chiavenna. Cena di solidarietà per Vocin il 21 aprile
09 Aprile 2006
 

Sono ormai trascorsi dieci anni da quando abbiamo avviato la nostra amicizia con la popolazione di Vocin, un paese della Croazia segnato dal recente conflitto balcanico. Nell’intento di consolidare il nostro progetto di solidarietà e sensibilizzare la nostra comunità locale sull’attuale situazione nei Balcani e su quanto è possibile realizzare a favore delle popolazioni della ex-Jugoslavia, siamo lieti di informarvi che nel prossimo mese di aprile ospiteremo, per la prima volta, i rappresentanti della comunità di Vocin. Saranno tra noi il sindaco, la suora che lavora come assistente sociale e la direttrice dell’asilo multietnico.

In occasione della loro presenza, venerdì 21 aprile alle ore 19:30 presso il ristorante “Aurora” di Chiavenna, si terrà una cena di solidarietà. La vostra presenza sarà a noi molto gradita. Il ricavato della serata sarà devoluto alla popolazione di Vocin. La quota di partecipazione è di 30 euro. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a: Lorenzo 335-6719052, Camera del lavoro Cgil 0343-32116, Claudia 333-3354351, Ristorante Aurora 0343-32708, cena@amicidivocin.com, www.amicidivocin.com


Un piccolo riassunto della situazione...

Prima della guerra, Vocin era un tranquillo paese della ex-Jugoslavia, situato nella Slavonia Occidentale, a un paio di ore di macchina dalla capitale della Croazia, Zagabria. Era abitato da serbi (di religione cristiano ortodossa) e croati (cattolici). Nel novembre del 1991, alcuni mesi dopo lo scoppio dei primi tumulti e degli scontri fra Serbia e Croazia, Vocin venne presa d'assalto dalle milizie paramilitari serbe che portarono morte e distruzione fra le famiglie croate. Centinaia di abitanti di Vocin furono costretti a fuggire, e chi rimase in paese venne ucciso. Gli assassini colpirono casa per casa, uccidendo numerosi anziani che non avevano alcuna colpa. La mattanza si concluse con un terribile episodio. Quarantatré compaesani furono rinchiusi e torturati nella chiesa della Madonna di Vocin. Il santuario venne riempito di bombe e fatto esplodere. Alcuni mesi più tardi, l'esercito croato riconquistò il paese, e la maggior parte dei serbi fuggì. Negli anni successivi le case di Vocin abbandonate dai serbi fuggiti hanno accolto centinaia di profughi croati provenienti dal Kosovo.

Nella provincia situata nel sud della ex-Jugoslavia, le milizie serbe del dittatore Milosevic hanno cacciato dalle proprie case migliaia di persone. Una parte di questi profughi – anziani e famiglie con bambini – è stata mandata dal governo di Zagabria a Vocin. Ora i croati del Kosovo vivono insieme alla popolazione croata originaria di Vocin – sfollata o nascosta durante il conflitto – e ai serbi che non si sono resi protagonisti di crimini di guerra.

Durante l'anno, diversi gruppi di volontari sono impegnati in attività che permettono di raccogliere fondi e in momenti di informazione con la comunità valchiavennasca. Grazie alle adozioni a distanza alcune decine di bambini delle famiglie più povere di Vocin possono frequentare l'asilo gestito dalle suore, un'oasi di serenità dove si impara a convivere con gli altri piccoli alunni, anche se di diversa nazionalità. Numerose iniziative come le bancarelle, il torneo di calcio memorial Paolo Quarenghi, la vendita delle torte, delle stelle di Natale e dei calendari consentono di portare avanti dei microprogetti di aiuto alle famiglie più povere. I soldi raccolti servono per acquistare vestiti, medicinali, materiale didattico, generi alimentari e altri materiali importanti. In questa attività cerchiamo di utilizzare nel migliore dei modi le risorse che abbiamo a disposizione. In estate organizziamo una settimana di giochi con i bimbi del paese. Ogni anno i volontari valchiavennaschi raggiungono Vocin in almeno cinque occasioni per verificare l'andamento dei progetti.


Come aiutarci

Per collaborare basta mettere a disposizione un po' del proprio tempo libero o sostenere una o più attività. I nostri recapiti: Lorenzo (335-6719052), Ernesto (034350025) + E-mail e sito web già indicati sopra.

Una delle attività principali è legata all'asilo di Vocin. La pace ha allontanato le armi e le violenze, ma i problemi sono rimasti. Si chiamano povertà e disoccupazione, e si affiancano alla disperazione di chi ha perso tutto quello che aveva – ad esempio casa e lavoro, ma anche amici e parenti – a causa della volontà dei politici di Belgrado e Zagabria. L'odio verso le persone di altre nazionalità pervade ogni famiglia, ogni contatto sociale. Per combattere questo clima di diffidenza e di scontro, le suore che gestiscono l'asilo multietnico di Vocin puntano su un'educazione che fa della pace, del rispetto e dell'amore verso chi arriva da famiglie di etnia diversa un aspetto fondamentale. Nell'asilo i bimbi possono crescere in un clima sereno, prendono parte ad attività molto curate e possono contare sul sostegno di insegnanti preparate e profondamente legate alla propria missione. Le maestre sono affiancate dalle suore della parrocchia di Vocin, che in passato sono state più volte ospiti in Valchiavenna. Si tratta di un'oasi di serenità e di pace in un contesto difficile, insomma, dove rispetto e solidarietà sono più importanti di ogni divisione. Da cinque anni alcune famiglie di Chiavenna e Campodolcino pagano le quote dei bimbi più poveri con un'adozione a distanza. In alcune occasioni sono stati acquistati degli arredi grazie ai fondi raccolti dal gruppo valchiavennasco. Altri volontari raccolgono materiale didattico, anche grazie alla collaborazione offerta dalle scuole dell'infanzia della Valchiavenna. Negli ultimi anni abbiamo avuto il piacere di fare conoscere di persona la realtà di Vocin alle insegnanti delle scuole dell'infanzia di Campodolcino, Samolaco, Chiavenna-Bette e Mese. In queste scuole sono stati promossi numerosi piccoli progetti pro-Vocin ed è iniziata un'importante collaborazione basata sulla donazione del materiale, ma anche sullo scambio di “lavoretti”, idee e fotografie.


Stefano Barbusca


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