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Alfredo Mazzoni. Poesia di un collega poeta-contadino e casaro cume mì
18 Luglio 2009
 

Emilio è, in questo momento, disoccupato. Si fa per dire… Faceva il camionista e a tempo perso aiutava, assieme ai figli e alla moglie, nella conduzione dell’Azienda agricola aderente al Consorzio Allevatori San Pietro Samolaco. D’inverno, i Del Giorgio conferiscono il latte alla Latteria dove lavoro io e d’estate vanno su a Medesimo e gestiscono direttamente tutto il ciclo produttivo: dal latte al formaggio, …passando per il burro, la ricotta e quant’altro. Il loro alpeggio si chiama Fondovalle e sta proprio in fondo, dietro a Medesimo. La vetrata del loro caseificio dà sulla strada e la gente li vede direttamente all’opera. È così che i gestori di un locale comasco li hanno conosciuti e hanno cominciato ad acquistare i loro prodotti…

I casi della vita gli fanno cambiare lavoro e si ritrova operaio in una ditta nella zona industriale di Gordona. L’Azienda agricola nel frattempo si è ingrossata un po’ ed è costretto a licenziarsi per seguire tutti i lavori agricoli in alpe. Al ritorno non viene più riassunto: la crisi economica globale non l’aveva calcolata nemmeno lui…. Va un po’ in crisi, complice anche (è una mia opinione personale) una vicenda di “mala giustizia”… E allora, per rimanere …a galla, si dà alla poesia, altra sua grande passione. Dalla sua penna escono capolavori dialettali in vernacolo brì. E meno male che ci sono le mail, e gli scanner, perché, pur cominciando a capire due parole di brì, mi è ancora un po’ ostica la sua scrittura. Mischiando filosofia, saggezza popolare, …praticità, il nostro mi fa ritrovare sul sedile dietro del biroccio, la copia della poesia scritta per il locale di Como, dove oramai è di casa… anche il formaggio della… nostra latteria. In fondo al foglio scritta a mano la seguente dedica: «Quando la costanza nell’impegno premia qualcuno, diventa stimolo anche per altri. Grazie Alfredo da Emilio». Pubblicarla era il minimo che potessi fare per ringraziarlo.



Córa se véen tratée cui baff


Al gh'è un sitt sgiò sór a Cum,

par vèss püsé precíis sü a Brunèe,

che te trátan da galantòmm,

se te runtóna al štómach, parchè al štè mèe.


T'è brí d'avèch pagura a pasè sü, t'è dumà da fè balè i öcc,

la štrèda l'è štursgiüda, e i turnichè invidèe üün sór l'òltar.

Te po' evitè da šmüsunè la máchina, o finí magári sgiò in de 'n böcc,

se te se sigüür da vèss sór al tò, córa te incóntra i òltar.


Ma 'l ne vál la péna, parchè in quel sitt, ogni ben di Díu al gh'è da scèern:

brí par niènt i la ciáman la pulentería.

Pása püür de qualunque témpi: de prümavéra, d'aštèe, d'invéern;

te po' sémpar fermáss inò a mangè, o purtánn via.


Scè de ültum, u sentüü dí, che fan ancá tarágna cul furmái che fè sü al Fredu:

indù 'l riva la so méen, in tànci s'in incursgiüü.

Fòrzi l'è parchè un quaicusulìna püsée di òltar al mett in dal so crédu,

e insí quíj dála pulentería de quíj tánci in béen vedüü.


Emilio Del Giorgio



Quando si viene trattati coi baffi


C’è un posto giù sopra Como,

per essere più precisi su a Brunate,

dove trattano da galantuomini,

se lo stomaco borbotta perché si sente vuoto.


Non devi aver paura a salire, devi solo fare attenzione;

la strada è tutta contorta, i tornanti come impacchettati uno sull’altro.

Puoi evitare di ammaccare l’auto, o di finire forse in una buca,

se tieni correttamente la mano destra al momento di incrociare altri veicoli.


Ma ne vale la pena, perché lì puoi scegliere il meglio di tutto:

non per niente si chiama la polenteria.

Arriva tranquillamente quando vuoi: di primavera, estate, inverno;

puoi sempre fermarti a mangiare, o prendere ciò che vuoi e portare a casa.


Ultimamente ho sentito dire che fanno anche la taragna col formaggio fatto dall’Alfredo:

dove arriva la sua mano, se ne sono accorti in molti.

Forse perché mette nel suo lavoro qualcosa in più rispetto agli altri,

e così quelli della polenteria fanno la loro bella figura.


Emilio Del Giorgio

(traduzione a cura dell'autore)


(da 'l Gazetin, maggio 2009)


 
 
 
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