Come è possibile che una legge impopolare, come quella contro il testamento biologico, sia approvata senza troppi problemi in un ramo del Parlamento? Davvero tutto si può spiegare con la solidità (?) della maggioranza berlusconiana? Sono le domande che abbiamo rivolto ai Segretari e responsabili di tutti i partiti delle opposizioni, parlamentari e non: da Franceschini a Ferrero, da Vendola a Francescato, passando per Nencini, Fava, De Luca, Nucara e Sbarbati.
La domanda non è fine a se stessa. A tutti loro proponiamo un’iniziativa concreta per bloccare la legge alla Camera. Tutti i sondaggi confermano che i cittadini italiani sono all’80-85% favorevoli al testamento biologico, e dunque contrari alla sua negazione. Se ciò non ha impedito l’approvazione al Senato del testo Calabrò non è spiegabile soltanto con le condizioni di non-democrazia nelle quali versa –per la verità da decenni– il nostro Paese, ma anche per l’incapacità delle opposizioni di esprimere finora qualcosa di più di mere “posizioni”. La legge contro il testamento biologico può essere fermata soltanto se si organizza una mobilitazione in grado di raggiungere e coinvolgere quella stragrande maggioranza di cittadini italiani che sono dalla parte di Piero Welby, di Giovanni Nuvoli, di Eluana e Beppino Englaro.
Come Associazione Luca Coscioni abbiamo individuato uno strumento per ostacolare, a partire dagli 8.000 comuni, sia l’approvazione che gli effetti deleteri di una legge sul modello di quella passata al Senato. «Per farlo», abbiamo scritto a Segretari e Presidenti di quei partiti, «è decisivo l’intervento dei vostri dirigenti e militanti, in particolare degli amministratori locali». Per ora sono una decina i comuni che hanno deliberato l’istituzione di un registro del testamento biologico, già operativo per oltre 2 milioni di cittadini romani e per il comune di Pisa. I testamenti dei cittadini sono accolti anche a Rimini, Lecco e Massa, mentre in altri comuni come Genova sono state presentate proposte nel consiglio comunale; in 8 municipalità – tra le quali Torino, oltre alla stessa Roma – sono state raccolte le firme per proposte di delibere di iniziativa popolare comunale. Ad Avellino stiamo già raccogliendo firme per la convocazione di referendum comunali, e in decine di comuni si stanno raccogliendo sottoscrizioni su petizioni comunali.
«Abbiamo così deciso di promuovere la campagna “Il Testamento biologico nel tuo Comune”: chiediamo a ciascuno di voi», abbiamo scritto in conclusione della lettera, «l’adesione del vostro partito, che dovrebbe consistere in un invito ai “vostri” amministratori locali a mettersi a disposizione per la raccolta delle firme o per la presentazione di delibere».