Il sondaggio chiuso, quello che abbiamo voluto effettuare lungo tutto il corso della campagna elettorale, sulla questione quorum/referendum, non ha ottenuto particolare fortuna. Appena un centinaio i click (con risultato plebiscitario per l'abolizione del quorum) e pressoché nulli (ma a maggior ragione ringraziamo i tre, due della Rosa nel pugno e uno dell'Ulivo, che invece hanno scelto di “esporsi”) i pronunciamenti che avevamo sollecitato da parte dei candidati nelle ormai consumate elezioni. Ne traggo – non so se anche voi siete d'accordo – la conclusione che il problema non verrà risolto, né probabilmente affrontato, nemmeno in questa nuova legislatura mantenendo così una pesante tara nel nostro sistema democratico. Di fatto ciò equivale a rinunciare, sic et simpliciter, allo strumento referendario. Amen.
Il nuovo sondaggio, che lanciamo a tambur battente mentre ancora non si conosce l'esito della consultazione e quindi prescindendo da esso, non è meno “difficile” ed ostico del precedente. La Rosa nel pugno, per rendere trasparente la scelta del candidato alla presidenza della Repubblica (l'elezione è uno dei primi compiti cui sarà chiamato il nuovo Parlamento), aveva proposto all'Unione l'indizione di elezioni primarie, così come è stato fatto per la scelta del candidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri. La coalizione ha fin qui fatto orecchio da mercante, mentre il solo Antonio Di Pietro con il movimento che guida (Italia dei valori) si è detto d'accordo così come, sul fronte opposto, ha fatto Gianfranco Rotondi leader della Democrazia cristiana per le autonomie. Potrebbero in tal modo concorrere, iniziativa del tutto inedita, tutti i cittadini e non soltanto, come è stato per le esperienze fin qui compiute nel nostro paese, i sostenitori del centro-sinistra.
Chissà se il risultato elettorale porterà consiglio, anche sulla questione, agli oligarchi e ai loro oscuri disegni spartitori e compromissori per gli incarichi istituzionali e di governo. Nel frattempo, nella modestia del mezzo e ben consci come sopra dicevamo delle difficoltà della cosa, anche noi possiamo dire la nostra. E chissà che stavolta non si abbia miglior fortuna della precedente! Molto dipende – io credo – dalla convinzione con la quale decidiamo di essere presenti e voler pesare in queste piccole quotidiane scelte di democrazia...
Enea Sansi