Mentre il nostro Presidente del Consiglio è alla prese col dilemma se vendere Villa Certosa o farne una multiproprietà, nel PD finalmente si anima il dibattito politico.
È di pochissime ore infatti la discesa in campo di Ignazio Marino alla candidatura per la segreteria del Partito.
Non solo, pochi giorni fa, la Debora “nazionale” Serracchiani ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica nella quale, lei giovine promessa della politica italiana e speranza per milioni di elettori delusi, spiega il perché delle sue decisioni ultime in vista delle primarie e del prossimo venturo congresso del PD.
Ci racconta con acume e spirito politico che ha scelto Franceschini perché è simpatico.
Ed eccomi di nuovo, io militante del PD, leggere l’intervista di quella che a detta di molti osservatori politici potrebbe rappresentare il nuovo all’interno del centrosinistra e non capirci nulla, restare attonito.
Ma come, la politica non è più sfida tra programmi, confronto anche aspro avente come obiettivo la costruzione di nuovi scenari, fatica quotidiana nel cercare soluzioni che permettano tutto ciò?
Invece che si fa? Cosa dice la nostra Debora, astro nascente, enfant (?) prodige del PD? Scopiazza la destra, mette da parte il primato della politica per quello dell’apparenza, la capacità di dire le cose come stanno per comunicare il nulla e far pesare la presenza fisica e caratteriale.
Se tanto mi dà tanto cara Debora il buon D’Alema deve essere per te come il diavolo per la Binetti, (fresco, fresco il suo endorsement per Franceschini), come i Radicali per Rutelli, come De Magistris per Di Pietro.
Sta di fatto che nel giudicare ad esempio gli errori politici come i successi del nostro baffino, mai e poi mai io ho pensato alla sua antipatia.
Come ho già detto, voglio un candidato segretario che sia per e non contro a differenza tua che dici: “Di qua c’è il progetto del PD, di là c’è D’Alema”.
Ancora i vecchi soliti schemi politici che non interessano più a nessuno, servono programmi cara Debora-enfant prodige. Non eri tu che dicevi “basta” a questa classe dirigente?
Voglio un congresso in cui i candidati parlino di politica, che ci raccontino la loro ricetta per governare bene, battere la destra e non uno sfoggio di look ed emozioni adolescenziali.
Se il criterio di scelta è quello utilizzato da te quando dici che mentre Bersani era ministro, Franceschini faceva il consigliere comunale ed il vice-segretario del Partito Popolare, non si farà fatica allora a trovare uno più simpatico dell’attuale segretario.
Un militante e simpatizzante politico come me si aspetta ben altro da giovani dirigenti come te che vogliono dare il cambio all’attuale gruppo dirigente, altrimenti –e mi ripeto– il rischio è quello di continuare a scimmiottare la destra come quando Berlusconi esprime il suo fastidio per tutto ciò ch’è Politica mentre sappiamo benissimo quanti guasti ha creato la sua dirompente antipolitica.
Mi preoccupa anche il tuo voler contrapporre il congresso prossimo alle primarie, come si legge nella tua intervista.
Un episodio di partecipazione democratica infatti non può venir trasformato in bagno purificatore nei confronti delle scelte che un altro fatto democratico come il congresso di un Partito può fare.
Sarebbe bello infine che tu cara Debora ci facessi pervenire quelle che sono le tue idee in materia di Welfare, sviluppo economico, diritti civili, laicità.
In attesa di ciò per concludere provo a cavarmela con una sorta di anacoluto: “Cara Debora, le tue interviste, le tue parole mi hanno convinto a votare. Difatti voterò Bersani”.
Salvatore Sblando