Per iniziare a parlare di questo libro di Stefania Roncari sono illuminanti le parole della poesia finale: «spargimenti», «sparizioni», «partizioni», «mutazioni», «collutazioni»: parole che sono veramente lo strato superficiale e profondo da cui nasce e su cui si sviluppa la poesia (e questa in particolare) nel suo farsi reale, sia in chi la fa sia in chi la legge. Infatti, qualche pagina prima della fine, Roncari scrive che nei nomi e nelle cose «irrompe la lingua/corpo indiviso/inarrestabile inizio» dove tutto può implodere o esplodere in un «fondo oscuro di bellezza».
Ed è proprio questo che fa la poesia, quando si nutre, oltre che di vita materiale, anche di pensiero e sapienza: cercare nelle più ampie aperture e direzioni il suo movimento e la sua quiete, la sua necessità di essere per dirsi poesia: sostanza di scrittura e di conoscenza. A quale tipo di sapienza poi attinga nel suo andamento, questo dipende naturalmente dal poeta e dai suoi paradigmi culturali. Nel caso di Stefania Roncari la sapienza che informa e conforma il suo pensiero poetico è di tipo esoterico, e più precisamente alchemico. Ma ciò non significa che i versi si nutrano di inattualità prescientifiche, piuttosto è nel tono evocativo che si manifesta l’oscurità e «la materia si fa densa».
Già il titolo della raccolta “Movimento in quiete” è un evidente ossimoro che rimanda all’ambiguità del discorso poetico, che qui si traduce in un andamento di lenta turbolenza, di oscillazione tra il buio e la luce. E infatti in molte poesie troviamo termini quali: luce, buio, bianco, nero, ombra, fuoco, in un’apparente assenza di un soggetto portante principale fra luce e buio. Significativi a tal proposito i versi: «la luce vuole essere/ intensamente rarefat-ta/ chiara oscurata». Dove, leggendo più in profondità, si ha l’impressione che la sapienza raccolta nel testo riguardi metaforicamente la poesia stessa, quando «la parola intatta/ attraversa il silenzio/ acque sorgenti/ nella voce tutte le lingue/ desiderate immaginate/ cadute instancabili/ nella notte innominata». E non può essere altrimenti, perché in poesia le direzioni sono tante, e indeterminati i sensi che ne sorreggono la parola e la voce, la scrittura e il suono come «strade senza fondo» in cui «il pensiero si fa spazio». E questa ricerca di apertura non dimentica che la poesia, nel mondo in cui respira, sprofonda nel mutismo di un abisso che fa paura e, nello stesso tempo, invita a provare con determinazione la materia cruda, il grumo pensante, la deflagrazione sorda, l’istante sofferto in cui «scrivere è resistere/ dopo il disastro». E questo attraverso una lingua che è un vortice, senza furia, un sommovimen-to di pause e di aperture dentro il quale non si riconosce la direzione di elevazione o di caduta, ma si sa che «capovolta la luce sparisce/ .../ è curva gioiosa/ che non finisce/ .../» e, proprio come la poesia e la vita nel suo scriversi e dirsi in poesia, alla fine è una voce «.../ gonfia/ di tutto l’indicibile».
Giorgio Bonacini, maggio 2009
PICCOLA ANTOLOGIA PER I LETTORI DI TELLUSFOLIO
*
Per sbalzo improvviso
per spavento per stupore
dell’essente lascia
l’ordine precedente
muta trasmuta
si lega in altra forma
nel tempo ritorna
resta lo stesso
atomo incandescente
fuoco latente
*
Capovolta la luce sparisce
nello spazio non vede
è curva gioiosa
che non finisce terra
muta dispersa
culmine oscurato
l’abbaglio di nomi
presenze furiose
nascite superiori
incorruttibili fondazioni
*
L’ombra di tutti i corpi
quelli che vivono
che restano
oscuro movimento
nello slancio ultimo
la materia si dissolve
si fa arco freccia
cuneo vortice
di tutti i mondi
*
Lembi di terra
deserti luoghi
nell’unico altro
antro ancestrale
l’anima si fa verso
implode l’origine
*
Confluito sguardo
rivelato al nulla
a questo Io straniero
a questo corpo
trapassato
all’irrompere
dell’ombra
*
Irrompe la lingua
imprevedibile
senza scopo
terra esiliata
cesura del tempo
verso inabissato
*
La luce superata
dall’ombra
non resiste
all’impatto del vuoto
nasce ogni volta
precipita nel nulla
*
Mondi visioni
spargimenti
sparizioni
partizioni
dell’Essente
mutazioni
collutazioni
da Movimento in quiete di Stefania Roncari
(Manni editore, Lecce)