A 34 anni, Matteo Renzi è stato eletto primo cittadino di Firenze.
Alle 21:30 di lunedì 22 giugno, Matteo Renzi è salito sul palco, allestito in piazza SS Annunziata con la semplicità di sempre, come amico giulivo pronto a brindare simbolicamente con la folla di “amici” alla vittoria e alla città di Firenze, a lui molto cara.
E Firenze è stata protagonista del suo saluto con la sua storia e le sue componenti.
Nella piazza di Brunelleschi, definita perfetta, intrisa dello spirito del Rinascimento, Matteo Renzi ha coniugato passato e presente, ha accomunato la grandezza della cupola alla ruota degli Innocenti. Dalle sue parole, la città è emersa nel suo orgoglio, nella sua dignità, nella sua caparbietà, che noi difenderemo e porteremo avanti, egli ha detto commosso. Firenze è una città che si difende e che va difesa contro la longa manus del potere. Firenze, memore della sua grandezza, non cede alle lusinghe. Firenze è la città di tutti: uomini, donne e bambini, di laici e di cattolici. Firenze è la città capace di proteggersi senza armeria. Firenze è centro di cultura che va tutelata. Firenze è una città che vive del passato ma che guarda ambiziosa al futuro, a un futuro dove c’è lavoro, solidarietà, dove i bimbi possono giocare tranquilli nei loro spazi, dove ognuno possa vivere con dignità. Firenze è città di Democrazia e di Libertà.
Un saluto rivolto con rispetto a tutti coloro che hanno partecipato a questa tornata elettorale; un saluto amico a tutti coloro che hanno operato con lealtà, perché se Firenze è la città di tutti i fiorentini, il Sindaco è il Sindaco di tutta la città, e Matteo Renzi si è impegnato a mantenerne alto il magistero.
Applausi scroscianti al ricordo di tante donne vittime di soprusi, a coloro che hanno governato con amore Firenze, alle prospettive di una nuova Firenze, giovane e volitiva e nel parlare, Matteo Renzi rivolgeva lo sguardo al cielo, alla ricerca di stelle che il tempo inclemente non lasciava vedere, ma era forse per celare l’emozione e individuava le stelle nella giovinezza di tanti presenti, di cui ha invocato il sostegno e a cui ha affidato con amore la città.
Con un grazie di cuore il neosindaco ha concluso il suo saluto e ha cominciato a stringere le tanti mani a lui protese, suggello alle sue parole.
Un bengala acceso di colore rosso ha creato uno scenario perfetto tra lo sventolio delle bandiere.
La commozione ha preso i più e Matteo Renzi è stato raggiunto da chi, sgomitando, si è aperto un varco e lo ha raggiunto per un grazie diretto all’amico comune.
Anna Lanzetta