Questa è di mercoledì scorso (17 giugno 2009): i college dello stato indiano Uttar Pradesh espelleranno da ora in poi le studentesse che indossino jeans. È il solo modo, hanno spiegato i dirigenti scolastici, di fermare le violenze sessuali commesse a loro danno dai compagni di studi.
Che strano, credevo che nell'epoca del villaggio informatico globale le notizie si diffondessero più rapidamente eppure sembra che nessuno, lì, sappia della sentenza della III sezione della Corte di Cassazione italiana, per la quale i jeans non sono sfilabili senza il consenso di chi li porta: perciò, se la logica ha ancora senso, indossarli sarebbe un deterrente, anziché un fattore di favoreggiamento.
Comunque complimenti, una decisione del genere significa aver davvero compreso il problema e sono ansiosa di vedere gli sviluppi di questa idea geniale: perché limitarla alla violenza contro le donne? Si potrebbero chiudere tutti i negozi che espongano in vetrina la loro merce, e tutte le bancarelle dei mercati, è il solo modo di evitare “spaccate” e rapine. Si potrebbero multare i proprietari di automobili che parcheggiano su strade pubbliche, è il solo modo di evitare furti o danneggiamenti. Si potrebbero sanzionare penalmente i parenti di ogni persona che venga uccisa, perché è ovvio che deve aver provocato il suo aggressore (a sanzionare il cadavere per il momento, ma solo per il momento, saremmo troppo ridicoli, e a proposito, è grazie ad una legge in cui si menziona proprio la “provocazione” della vittima che chi ammazza la propria moglie in Turchia se la cava più o meno con una sgridata).
Ma via, non è la scoperta dell'acqua calda dar la colpa della violenza a chi la subisce? Non siamo capaci di inventarci niente di meglio? Da quanti millenni lo si fa, e che risultati ha prodotto? Sentite qua.
Quand'ero ragazzina mi sono fatta redigere l'oroscopo da una tizia che dopo aver acceso candele e cercato di creare un'atmosfera d'anticipazione e mistero, mi disse tra le altre cose che ero insofferente agli “individui dal fioco lume”. In pratica non avevo creduto a niente, ma oggi devo ammettere che almeno su questo aveva ragione.
Uzma, studentessa indiana, probabilmente condivide qualche aspetto stellare con me: «Bandire abiti non risolverà certamente la questione delle violenze sessuali. Si iscrive solo nel trend corrente, che vede gruppi hindu estremisti assalire donne nei bar e per strada. Altri college, in passato, avevano tentato di bandire jeans, pantaloncini corti, bluse attillate eccetera, ma sono sempre stati sconfitti dalla protesta delle studentesse e degli studenti».
Insofferenti di tutto il mondo, unitevi. Non avete altro da perdere che un cumulo di atrocità infiocchettate dalla stupidaggine.
Maria G. Di Rienzo
(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 21 giugno 2009)