Si è tenuta stamane 17 giugno davanti a Montecitorio una manifestazione promossa dalla Lega italiana per il divorzio breve per sollecitare il legislatore a fare il suo lavoro e mettere in discussione una legge che la società italiana sta chiedendo da tempo. In particolare la stanno chiedendo tutti quei coniugi che consensualmente hanno chiesto il divorzio ma devono comunque aspettare i tempi della separazione e pagare avvocati.
All'epoca della legge sul divorzio (fine anni '960), un film raccontò bene cosa succedeva in mancanza di una legge e il Divorzio all'italiana fece riflettere. Grazie anche al delitto d'onore, la soluzione e la fine di un matrimonio, quando si voleva, si trovava!
Anche oggi l'Italia ha trovato comunque il modo per avere il divorzio breve, si potrebbe chiamare “Divorzio breve alla vaticana”. Basta infatti che il matrimonio si sia celebrato in Chiesa. Così tutte quelle tutele stabilite dal legislatore italiano per il coniuge più debole e per i figli vengono meno per miracolo. E sono spesso quelle tutele che vengono contrapposte dai contrari ad una legge per il divorzio breve quando sostengono la necessità dei tre anni di decantazione tra la separazione e il divorzio.
Il matrimonio viene, infatti, sciolto, dichiarato nullo dalla Sacra Rota, mai esistito con le giustificazioni più incredibili. Il coniuge era mammone, ninfomane, depresso, oltre al matrimonio mai consumato!
E i numeri delle richieste soddisfatte sono espliciti: a gennaio 2006 su 46.060 sentenze di prima istanza, quelle di nullità sono state 42.920! Così come pure secondo i dati del 2008 un matrimonio religioso su 5 viene annullato dalla Sacra Rota. Per ottenere l'annullamento occorre mediamente un anno e mezzo, massimo due; il costo medio è di 20 mila euro in parcelle; per venire incontro ai meno abbienti la Conferenza Episcopale Italiana destina perfino una quota dell'otto per mille...
Ancora una volta è abissale la differenza tra la predica e la pratica!
Donatella Poretti