– Che futuro si scelgono i Radicali da soli e senza quorum?
Ce ne sono diversi plausibili. Consapevoli del detto che “si vive insieme e si muore soli”. Anche se non è sempre vero. La nostra è una famiglia storica di ormai 60 anni che abbraccia 4 generazioni anagrafiche, senza interruzioni. Abbiamo la grande fortuna di avere ricevuto lasciti ideali eccezionali. Abbiamo ereditato chiavi di lettura del nostro tempo che funzionano, abbiamo scelto il precariato come condizione politica di vita, le doppie tessere, la libertà assoluta di associazione, dimostriamo che è possibile essere precari indefinitamente ed esistere.
– Avete chiamato le sinistre a Chianciano. Ma i Radicali sono di sinistra?
Sarebbe interessante capire piuttosto se la destra e la sinistra sono radicali, laiche, o no. Tutti gli altri aggettivi appartengono al vecchio, non al nuovo possibile. La sinistra radicale ci ha anche fregato il nome. Astuzie banali per cancellarci. Noi invece siamo quelli che denunciavano la metamorfosi del fascismo in partitocrazia e antifascismo fascista.
– Il crinale destra/sinistra non esiste?
Il nome proprio “radicale” ha un senso. Parla degli ultimi 50 anni della storia italiana. Destra/sinistra non hanno più significante. Anni fa noi occupammo l'estrema sinistra dei Parlamento dicendo che rappresentavamo l'alternativa liberale e riformatrice, quella della destra storica. Sai che vuoi dire? È liberale, comunista? Ho sentito in tv quel poeta, dolce, gay (e quindi radicale) di Nichi proporre di tassare i ricchi per i poveri. «Fino a che reddito?» gli hanno chiesto. «Prima bisogna far passare il principio, poi vedrà la politica». È una roba da politicante di 150 anni fa. Prodi nel 2006 rispose «centomila euro» e perse voti. Ma quello era uno serio.
– Il socialismo però vi piace ancora?
Si, ma con una scelta interpretativa. La Rosa nel pugno è al cento per cento liberale, socialista, laica, radicale, nonviolenta e federalista.
– Ma a quali famiglie politiche è rivolto l'appello di Chianciano, allora?
A nessuna. È per gli individui politici che hanno interesse a coltivare le individualità e non le appartenenze storiche. Per chi vuole nutrire di libertà la propria famiglia. Per chi crede nella ricerca di Prometeo e di Ulisse. Confronteremo proposte e obiettivi. Se su quelli si formalizza un accordo, sei un compagno.
– D'accordo, parliamo di obiettivi allora.
Certo. La riforma della giustizia, la più grande emergenza del Paese che affligge milioni di persone e blocca gli investimenti esteri. La creazione di un vero welfare universalistico, non la cig (cassa integrazione guadagni, ndr) per i ceti operai che lascia per strada contadini e artigiani. Da finanziare con l'innalzamento dell'età pensionabile. E poi la riforma americana delle istituzioni con i collegi uninominali. Devo continuare?
(da Left, 12 giugno 2009)