Ho tralasciato di scrivere per Lisistrata, perché il peso e l'impegno della campagna elettorale è stato davvero grande, e non avevo chi mi desse una mano nel lavoro politico vero e proprio. Il lavoro politico fatto credo però mi sia stato utile e devo pensarci su. Dopo questa seconda sconfitta, che però mette in luce un'area di resistenti non nostalgici e molte riserve di forza disperse nella società, credo di dove ripensare il mio impegno, come avevo già cercato di fare quando parlavo di una Tavola di ricerca teorica, che poi cadde.
Bisogna avere un luogo di ricerca, perché siamo assolutamente sotto il livello di conoscenze e di progetti oggi necessario e restare senza una teoria adeguata ci espone all'involgarimento, all'assimilazione e alla caduta della tensione politica e morale: infatti non si può rimanere del tutto fuori dall'egemonia culturale esistente in un luogo e in un periodo, senza andare in un convento di clausura e tagliare i ponti con la realtà. Non ho mai avuto vocazioni monastiche e quindi vorrei riprendere il progetto di una ricerca teorica, che può ambientarsi nel “partito sociale” o altrove, ma che ha bisogno di precise definizioni, per avere uno spazio ben delimitato sia come contenuti che metodi che procedure. Dico, prima di tutto, che non è accettabile che anche tra noi si annidi il populismo stile Di Pietro, per noi l'insidia maggiore, (dato che quello più greve della Lega e di Berlusconi non ci tocca). Anche nella versione Di Pietro non è del resto alieno da notevoli disinvolture morali. Ho in più una ragione e cioè che il populismo esprime una cultura politica maschilista, che al massimo considera le donne uno strumento in tutti i sensi. Se una cosa deve essere intitolata al mio nome non desidero che abbia il minimo rapporto con l'area Di Pietro Grillo Chiesa).
Voglio pensarci e anche sentire se per caso per fare l'operazione della costruzione della sinistra marxista (variante Luxemburg per me) e femminista serve ancora l'idea di una rivistina teorica o della Tavola e come si può concretarla in condizioni materiali certo peggiori.
Poiché non vorrei che diventasse una cosa accademica ci penserò per fare proposte. Ma vorrei prima sapere se trovereste interessante una attività teorica, un lavoro teorico non accademico che mantenga un rapporto con l'operatività.
Mi spiace che non ce l'abbiamo fatta, ma non mi dedicherò nemmeno per un momento a ripassare gli errori pratici e organizzativi (che secondo me sono stati molti) che sono successi. La situazione non consente di dare spazio a recriminazioni. Lo spostamento a destra è vistoso in tutta Europa e la costruzione di una sinistra adeguata ai tempi è una impresa titanica nella quale non si può dar luogo a nessuna meschinità.
Lidia Menapace