Si dice “tranquillissimo”, “papi”, alla notizia dell’avviso di garanzia ricevuto dalla procura di Roma per la vicenda dell’utilizzo forse improprio degli aerei di Stato; forse ha ragione: in Germania anni fa, fu scandalo perché parlamentari utilizzavano i punti accumulati con i voli girandoli a parenti; quello che sta succedendo in Inghilterra, lo sappiamo. Negli Stati Uniti ti rinfacciano una bugia detta quando avevi i pantaloni corti… Nel paese di “papi” invece è normale che sui voli di Stato salgano un po’ tutti, chi arriccia il naso è un moralista a un tanto al chilo. “Papi” fa sapere che alla festa di compleanno di Casoria ci andrebbe ancora: perché lui mantiene le promesse; e poi a quella festa non è accaduto nulla di sconveniente o di “piccante”. “Papi” a “Porta a porta” elude le questioni che invano giornali italiani e stranieri gli hanno posto; giova ricordarlo: che a Casoria sia accaduto qualcosa di “piccante” non lo ha sostenuto nessuno, e dunque le domande poste restano di fatto inevase. Soprattutto la questione vera: il perché della girandola di versioni, una più bislacca dell’altra, diffuse circa i rapporti con la famiglia Letizia. Per quanto ci sia dati pena di alzare una cortina fumogena sulla vicenda, la questione è quella delle tante bugie che su questa vicenda sono state dette: dalla storia di Letizia (padre) conosciuto perché autista di Bettino Craxi, per finire con la risibile affermazione di una stampa internazionale influenzata e condizionata da un “grande vecchio” della sinistra italiana. Quando, fra qualche anno, uno storico sfoglierà le pagine dei giornali e cercherà di capire che cosa accade in questi giorni e settimane, non saprà bene se mettersi a ridere o piangere.
Tuttavia, quello che ci ha fatto correre un brivido lungo la schiena, guardando lo show di “papi” a “Porta a porta” non sono state le promesse mirabolanti, o le affermazioni di “papi” su Noemi e dintorni. No, quello che ci ha fatto tremare le vene ai polsi è l’ipotesi, da “papi” auspicata, che il PdL possa diventare il partito più consistente nell’ambito del gruppo popolare al Parlamento Europeo; in grado dunque di condizionarne le scelte e gli orientamenti, e così avere una voce preminente e dominante nell’intero Parlamento.
Perché i brividi. Un esempio: il prossimo Parlamento Europeo dovrà decidere se e quali finanziamenti alla ricerca scientifica; quello che negli Stati Uniti Barak Obama ha deciso quasi subito dopo essere insediato alla presidenza, cancellando i veti del predecessore George W. Bush. Non è inquietante immaginare un Parlamento Europeo che “obbedisce” alle logiche – per dire – di un’Eugenia Roccella o di un Gaetano Quagliariello, e l’aggravante che non ci sia nessuna “sentinella” radicale? Sarebbe il trionfo della “peste” italiana.
Per non parlare dei riflessi politici “interni”. Azzardiamo un non improbabile scenario.
Un po’ tutti vaticinano un trionfo dell’astensionismo. È possibile, probabile. Si fa di tutto, del resto, per disamorare l’elettorato, disinformandolo o non informandolo affatto dell’importanza della posta in gioco. Chi si astiene sbaglia: il suo “rifiuto” verrà – come in passato – per qualche ora citato come il segno del distacco tra chi governa e chi è governato. Qualche ora di bla-bla, e poi tutto sarà dimenticato. L’esperienza dovrebbe pure insegnare qualcosa.
Chi porterà a casa un buon bottino probabilmente sarà la Lega di Umberto Bossi. Spalmato a livello nazionale, probabilmente non raggiungerà le due cifre; ma bisognerà analizzare quel voto nelle regioni chiave come Lombardia e Veneto. “Papi” evidentemente ne è già consapevole, dal momento che a “Porta a porta” ha già fatto sapere che è possibile concedere una delle due regioni alla Lega. Ma non solo Lombardia e veneto (ma anche Piemonte). Bisognerà vedere se la Lega riuscirà a oltrepassare e consolidare il suo insediamento sotto il Po, in quell’Emilia un tempo tetragona e “rossa”, e ora in fermento.
C’è poi l’incognita Italia dei Valori: l’informazione televisiva, pubblica e privata, da tempo ha scelto Antonio Di Pietro come campione dell’opposizione. Lo gonfia e lo esalta, lo ascolta e lo coccola. Non andrà male neppure a Pierferdinando Casini e alla sua UdC. E il PD già mostra tutti i segni del futuro scannamento; le elezioni per il Parlamento Europeo sono più che altro l’occasione per una “conta” delle “legioni” di Franceschini, D’Alema, Rutelli… Suonano e affondano. Fatti loro, ma il gorgo riguarderà tutti noi.
Lo scenario che s’annuncia è quello di una opposizione che non c’è; di una coalizione di governo condizionata al Nord dalla Lega; da una PdL che nelle regioni settentrionali si appoggerà da una parte i proconsoli alla Scajola, dall’altra alla Compagnia delle Opere; una PdL che si dovrà per forza di cose “meridionalizzare”.
Una coalizione di governo che – occultando l’affermazione tra le mirabolanti promesse – ci ha già detto che non verranno né affrontati né sciolti i nodi della spesa pubblica, delle riforme, della competitività, della modernizzazione del Paese. Questo è il succo dell’affermazione: le riforme dopo aver superato la crisi.
Questo, in sintesi il possibile, probabile scenario. Non basta, non è sufficiente per votare radicale?
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 4 giugno 2009)