Lo scorso 1° giugno ho effettuato una visita all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino , insieme a Giulia Simi, candidata alle elezioni europee per la lista Bonino-Pannella e alla psicologa Luiza Tarcuta.
A seguire il quadro della situazione che abbiamo trovato e relative valutazioni.
Sopralluoghi dell'Asl 11 di Empoli, ordinanze del Comune di Montelupo, ricorsi al Tar, sospensive, richiesta di chiusura da parte del garante dei detenuti di Firenze... tutte misure amministrative che negli ultimi mesi si sono succedute ma che hanno lasciato intatti i numeri dell'Opg. A dicembre gli internati erano 186, a marzo e aprile avevano toccato il picco di 196, oggi sono 184, e questo nonostante lo sfollamento di una decina (trasferiti ad altri Opg) e la chiusura di alcune celle della sezione Torre, le più fatiscenti di tutta la struttura.
Il risultato è però invariato: celle da tre “ospitano” almeno sei detenuti, che diventano due in quelle costruite per essere singole. Inoltre 102 persone sono in una sorta di limbo: fuori, ma devono rispettare regole ferree come nelle misure alternative, per cui basta poco per rientrare dentro.
Nonostante l’impegno del personale penitenziario e sanitario di questo Opg, è necessario rivedere alla radice l’impostazione dell’istituzione stessa. Dovrebbe prevalere la funzione della cura, ma il regolamento penitenziario lo rende impossibile, eppure gli internati sono tali proprio grazie ad un proscioglimento ed una perizia psichiatrica durante il processo: non vengono condannati ad una pena, ma ad una misura di sicurezza; in altri casi perché la perizia psichiatrica che li ha portati lì dentro è intervenuta mentre scontavano una condanna, o anche solo una misura cautelare in carcere.
L’evidente contraddizione di queste settimane è che quando l’Asl ha chiesto di non inviare più detenuti, e non superare la cifra di 169 (considerato come sovraffollamento accettabile, mentre la capienza della struttura è di 110) oltre la quale non può essere garantito un livello minimo di assistenza sanitaria, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) ha continuato a farlo, e quotidiani sono i nuovi ingressi.
L'ordinanza del Comune di Montelupo fiorentino, contro cui ha fatto ricorso il Dap, in particolare chiedeva la chiusura della sezione La Torre e della farmacia, di non superare i 169 internati nonché pulire e tinteggiare celle e spazi comuni. Misure in parte avviate, ma i contrasti tra Dap e Asl sottolineano la contraddizione della doppia funzione di un ospedale psichiatrico giudiziario, carcere e luogo di cura. Ulteriori difficoltà sono nelle strutture che sul territorio, per uscire dal circuito giudiziario, dovrebbero riassorbire persone con disagi psichici, ma che non sono in grado di farvi fronte.
Qualche numero sulla gestione sanitaria e sulla sicurezza evidenzia le difficoltà dell'Opg:
- l'assistenza sanitaria è garantita per ciascun reparto dalle 9 alle 18 con 1 o 2 psichiatri, 1 o 2 infermieri, 1 medico generico; il sabato pomeriggio e la domenica non ci sono psichiatri. Durante la notte, per tutta la struttura, c'è solo un medico di guardia e un infermiere;
- la sicurezza: gli agenti in forza effettiva (inclusi il nucleo traduzioni, piantonamento e amministrativi) sono 89, di giorno 1 o 2 per reparto e 40 per altre funzioni, oltre a 14-16 per l'amministrazione. Di notte (dalle 24 alle 8 di mattina) 6 agenti per tutta la struttura (1 per reparto, 1 in portineria e 1 mobile). Polizia penitenziaria che -è bene ricordare- non solo non ha mai avuto alcuno tipo di preparazione per quel tipo di detenuti, ma non ha nessun supporto psicologico.
In questi giorni sono stati una decina gli internati che hanno chiesto di votare alle prossime elezioni del 6-7 giugno.
Quanto sopra è esempio di una radiografia che dovrebbe essere disponibile per tutte le carceri, così come proposto dal disegno di legge che abbiamo depositato in Parlamento grazie alla collaborazione con l’Associazione Radicale “Il Detenuto Ignoto”, secondo il principio che solo avendo a disposizione tutti i dati possono essere prospettate e realizzate le soluzioni.
A questo link il disegno di legge sull'anagrafe digitale pubblica degli istituti di pena.
La Regione Toscana nella fattispecie, così come le altre che ospitano Opg, dovrebbe approfittare del passaggio di queste strutture dalla Medicina penitenziaria alla Sanità e alle sue nuove competenze in materia: l'Opg di Montelupo fiorentino andrebbe chiuso, riorganizzando un servizio solo territoriale e di cura per persone che hanno bisogno di assistenza sanitaria e non di sorveglianza da parte degli agenti penitenziari.
Donatella Poretti
Nell'immagine:
Enrico Roccato, direttore sanitario Asl 11, Rossana Mori, sindaco di Montelupo Fiorentino, e Vittorio Bugli, consigliere regionale (PD)