Nel corso della conferenza stampa della Lista Bonino-Pannella tenutasi il 27 maggio presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, Emma Bonino e Marco Pannella hanno illustrato le seguenti proposte radicali:
- RIFORME ISTITUZIONALI. Sistema maggioritario anglosassone, con collegi uninominali che comprendano ciascuno, al massimo, centomila elettori, come in Gran Bretagna, per restituire al Parlamento effettive funzioni di indirizzo e controllo che devono essergli proprie. Oggi abbiamo, grazie alla legge elettorale in vigore, un Parlamento di nominati e cooptati, non di eletti. È una proposta totalmente alternativa a quella della semplice riduzione del numero dei nominati
- RIFORME ECONOMICHE:
1) Riforma delle pensioni. Equiparare l’età pensionabile delle donne a quella degli uomini, ed innalzarla per tutti, gradualmente, a 65 anni entro il 2018. Si tratta di una misura di pura ragionevolezza – abbiamo l’età pensionabile più bassa d’Europa, mentre l’aspettativa di vita è sempre maggiore – che consentirebbe, a regime, di liberare risorse fino a 7 miliardi di euro ogni anno, da destinare ad una riforma degli ammortizzatori sociali di tipo universalistico e all’aumento delle pensioni più basse, in nome di un patto – e non di un conflitto – tra generazioni. Oggi le pensioni assorbono i 2/3 della spesa sociale. I radicali hanno depositato una proposta di legge in questo senso sia nella XV che nella XVI Legislatura.
2) Riforma degli ammortizzatori sociali. In Italia si è affermato e vige ancora oggi un welfare “partitocratico”, particolaristico, che tutela appena il 30% dei disoccupati. La proposta radicale è di passare ad un unico sistema universale di integrazione al reddito per le persone che passano dallo stato di occupazione allo stato di disoccupazione involontaria, nel pieno rispetto dei principi stabiliti dalla delega – lasciata scadere il 1° gennaio scorso e in seguito rinnovata con scadenza al 1° luglio 2009 – senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratti di lavoro.
3) Possibilità di riscattare i contributi “silenti”. Secondo alcune stime diffuse dagli organi di stampa, i lavoratori parasubordinati versano ogni anno all’Inps contributi pari a 9 miliardi di euro, ma in cambio ottengono prestazioni per 300 milioni di euro. Il dato contribuisce a svelare il fenomeno dei contributi “silenti” (quei contributi che il cittadino versa, anche per molti anni, senza tuttavia riuscire a conseguire i requisiti minimi stabiliti dalla normativa vigente per poter accedere agli istituiti all’erogazione dei quali i contributi stessi sono finalizzati). I radicali hanno presentato una proposta di legge per introdurre nel nostro ordinamento il principio per la restituzione dei contributi previdenziali quando questi non siano sufficienti a dar luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico.
4) Regolarizzazione immediata dei circa 500mila immigrati che lavorano per le nostre famiglie ma in “nero”, perché privi del permesso di soggiorno, vittime di una imposta illegalità.
5) Stabilizzazione del lavoro femminile. Molte donne stanno tornando al lavoro per necessità, perché le famiglie, specie se monoreddito non ce la fanno più, ma anche in questo caso si tratta quasi sempre di lavoro nero. In Francia sta dando ottimi risultati l’esperimento del voucher (pagamento dei contributi fatto in parte dai datori di lavoro, in parte dallo Stato), che proponiamo al Governo di adottare in Italia.
- EUROPA. La proposta politica radicale è spinelliana, per gli Stati Uniti d’Europa, non burocratica, per una Europa davvero e pienamente politica. Per la “Patria europea” come alternativa al degrado della “Europa delle patrie”, per la riforma “americana”, federalista, laica e liberale in Italia e in Europa. È necessaria una politica rigorosamente laica, come unica via possibile per una società multietnica.
(da Notizie radicali, 28 maggio 2009)