La Repubblica di Venezia in mille anni di storia ha lasciato molteplici eredità. Nella terraferma la più eclatante è rappresentata dalla cosiddetta civiltà della villa veneta, intesa come governo del territorio, microstoria di famiglie e comunità, patrimonio d'arte opera di innumerevoli architetti, pittori, scultori. La riviera del Brenta è famosa per la fioritura di ville patrizie erette tra il 1500 e il 1700, a seguito della conquista veneziana della terraferma. La vita in villa era animata da feste, giochi e balli, con ospiti come Goldoni, Casanova, Byron, Goethe, Montaigne, D'Annunzio...
VILLA PISANI a Stra
La maestosa villa dei nobili Pisani si affaccia sulla Riviera del Brenta, ideale continuazione in terraferma del Canal Grande veneziano. Dopo aver ospitato nelle sue 114 stanze dogi, re e imperatori, oggi è un museo nazionale che conserva opere d'arte e arredi del Settecento e dell'Ottocento tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo "Gloria della famiglia Pisani", affrescato sul soffitto della sala da ballo.
"Passo non si faceva senza trovar nuovo spettacolo e nuova meraviglia", diceva del giardino di villa Pisani un entusiasta visitatore ottocentesco. E ieri come oggi il parco incanta per le scenografiche viste, le originali architetture, il famoso labirinto, la preziosa raccolta di agrumi e le serre di piante e fiori, "tutto quello che può ricreare la vista e soddisfare il gusto", come vantava Almorò Pisani. Villa Pisani rappresenta l'apice dell'architettura settecentesca nella quale il fasto del barocco si coniuga all'armonia della classicità al pari delle grandi regge europee come Versailles o Caserta e può essere annoverata senza dubbio come la regina delle ville della riviera.
VILLA WIDMANN REZZONICO FOSCARI
Il viaggiatore che nel Settecento affrontava il tradizionale Tour d'Italia e, a bordo del proprio burchio, tipica imbarcazione rivierasca, decideva di risalire la Brenta da Venezia a Padova, non poteva esimersi dall'ammirare, in una delle anse formate dal fiume, uno dei gioielli del tardo barocco veneziano, il complesso di Villa Widmann Rezzonico Foscari. Costruita agli inizi del Settecento per volontà dei Serimann (o Scerimann), nobili veneziani ma di origine persiana, la villa ottenne l'attuale forma solo nella metà dello stesso secolo, quando, la famiglia Widmann, dopo avere acquistato l'immobile, lo rimodernò adeguandolo al gusto rococò francese, allora tanto in auge. Il corpo centrale ottenne così una nuova veste, divenendo accogliente dimora per feste e ricevimenti, durante i quali, alla musica, al cibo ed al ballo era spesso affiancato il gioco. Ad impreziosire il salone principale pensarono due artisti, allora molto contesi nell'ambiente veneziano, Giuseppe Angeli (1712-1798), discepolo di Giambattista Piazzetta, e Gerolamo Mengozzi Colonna, straordinario quadraturista, collaboratore prediletto dal Tiepolo.
VILLA FOSCARI "LA MALCONTENTA"
Villa Foscari Malcontenta fu progettata da Andrea Palladio per Niccolò e Luigi Foscari e forse realizzata nel 1560, come ricordano iscrizioni sul frontone. Si ha notizia di questa villa su alcune mappe datate 1563. Conservata perfettamente fino ai nostri giorni, campeggia su un terreno strappato al mare da una attenta opera di bonifica. La costruzione palladiana risponde ai canoni espressi dai circoli umanistici veneti, attenti ad un recupero del linguaggio dell’architettura classica, senza dimenticare però le esigenze funzionali tipiche dell’attività agricola. Ciò si riflette nella struttura della Malcontenta, che vede conciliati elementi classici (come il grande pronao centrale in stile ionico, sovrastato dal timpano) e altri meno "nobili", quali portici adibiti ad uso agricolo o arcate e depositi costruiti con materiali poco pregiati. Altra peculiarità architettonica è la forma dell’edificio, che si presenta cubico; non risulta tuttavia mai pesante, grazie alle ampie finestre (che hanno anche idealmente la funzione di collegare natura e interno della villa) e anche alla scansione ritmata dovuta alle chiare superfici bugnate. La facciata principale colpisce per la loggia con capitelli di ordine ionico dalla quale parte una cornice che avvolge tutta la villa. Il davanti, rivolto al Brenta, presenta un notevole basamento che la rialza a protezione da eventuali inondazioni rendendola particolarmente maestosa. L'ingresso al piano nobile sporge nettamente dal corpo del fabbricato ed è concepito dal Palladio come un vero e proprio pronao con il colonnato che continua sui fianchi. L'accesso al pronao è costituito da un doppia scala che inizia ai lati della costruzione e rappresenta una soluzione particolarmente gradevole. Il prospetto sud, rivolto al giardino, è caratterizzato dalla semplicità della composizione che, con leggere sporgenze, il timpano aperto con grandi finestre, alleggerisce la facciata. La Malcontenta è ritenuta una delle più famose ville venete per le splendide proporzioni.
Tra le sue mura trovarono ospitalità numerosissimi grandi personaggi di ogni epoca, essendo una villa concepita come villa di rappresentanza per la famiglia Foscari. Successivamente si sviluppò una vera e propria economia e un paese, incentrati sulla piazzetta adiacente alla villa, ora non più presente. Gli affreschi delle stanze furono affidati nel 1561 a Battista Franco, detto Semolei, che iniziò ad affrescare, nella sala a nord del lato sinistro, l'episodio mitologico della caduta dei giganti. Tale opera restò incompiuta a causa della morte dell'artista sopraggiunta nello stesso anno. Venne allora incaricato di portare a termine i decori della villa lo Zelotti che vi dipinse affreschi mitologici allegorici ( la storia di Astrea , la figlia di Giove lasciata sulla terra ) e la fine dei tempi d'oro, la stanza dedicata a Bacco. Altre stanze sono state dedicate al mito di Aurora e a quello di Prometeo, mentre le due a sud, dedicate alla Fama e al Tempo, sono state le uniche a conservare decentemente gli affreschi. La villa ha ospitato nel corso dei secoli numerosi ed illustri ospiti, come Enrico III che Vi sostò nel 1574, durante il suo viaggio verso la Francia, dove lo attendeva l’incoronazione a re. Altri nobili vi soggiornarono, come Augusto II re di Polonia nel 1692, o Federico IV re di Danimarca e Norvegia nel 1709 o, ancora, i De Brosses nel 1739. Dopo l’occupazione austriaca degli anni 1848-49, la villa passò dai Foscari a locali contadini, che la trasformarono in granaio contribuendo così ad una sua rapida decadenza. La villa è stata restaurata nel 1926, per poi passare in proprietà all’architetto Prof. Antonio Foscari Widmann a partire dal 1974, il quale ha continuato i lavori di restauro, con l’aiuto dell’Ente per le Ville Venete. (Rita Boni)