Attraversando i testi di Declinazione d'affetti risulta evidente che la dedizione e l’applicazione al verso, da parte della giovane autrice, non sono certo occasionali o improvvisate. Impegno e precisione sono nelle corde di Sara la quale, con rigore, è riuscita a miscelare armoniosamente ricerca sul linguaggio, tecnica, riflessioni, emozioni e spontaneità offrendo composizioni misurate e ben equilibrate per forma e musicalità: elementi che le derivano dalle discipline di studio nelle quali si è formata. Il volume è composto di due sezioni nelle quali si scopre il ruolo fondamentale attribuito da Sara all’alterità e alla sua valenza affettiva, nonché inquietudini, amarezze e delusioni dove l’incedere del tempo diventa argomento ricorsivo e quasi ossessivo. Temi cari ad una certa tradizione letteraria che Sara affronta in chiave moderna, con quella consapevolezza che può derivare unicamente da una visione diacronica e disillusa della realtà secondo un’angolazione che non va letta in termini negativi o di rinuncia, bensì indicativa di determinatezza nella ricerca di verità e di tenacia nel proseguire a porsi interrogativi sul senso della vita, “mai perdendo il vizio”.
dalla postfazione di Diana Battaggia
Da Declinazioni d’affetti per Tellusfolio
*
Sono già i ricordi del futuro
a rigarmi il volto:
dal mio studiolo,
a sentirti parlare con il cane
in ritornelli consueti e comici,
con la voce ridicola e falsa per il gioco,
attutita dalle pareti,
confine di tenerezze tue segrete, forse,
certo a me ignote.
E sofferente diviene già il sorriso,
che dal libro si alza alla finestra
e scende nel cuore.
Una tristezza pura, di bambina,
sarà domani il pensiero
di questi giorni senza pensieri,
delle risa stolide, degli occhi umidi di Calì;
tristezza che in anticipo oggi mi assale
e soffoca, giunta dal futuro
per dipingere te, papà,
in un quadro antico.
*
Nei giorni del glicine chiaro
vorrei un affetto sospeso nell’aria,
color dei pastelli,
e annusare cotone leggero
e pensieri, tra le maglie.
C’è freschezza di foglie e di vesti,
quando spalanco le ante:
è di nuovo aprile e di nuovo tu
sai perdonare le assenze
e questa aritmia di parole.
È ancora tempo di treni, di altro distacco,
ma nell’intermittenza di attese
e commiati, sai più di me
di necessari ritorni.
*
Non so vivere i giorni che passano.
Rotolano nebbiosi e indistinti,
davanti ad occhi sempre più miopi.
Non so reagire e vivacchiando inciampo
sbadatamente in diversivi.
Nessuna analisi né riflessioni:
ripiego in un cassetto i fazzoletti del dolore,
sfoglio racconti falsi oppure guardo al niente
di una matita spuntata,
della polvere sul comò.
INTERVALLI
Scampoli di vita lasciati alle fermate,
srotolati, fra un autobus e l’altro:
tempo smarrito sul selciato,
sciolto ai finestrini delle auto,
sporcato sotto i piedi dei passanti.
Orli ritagliati dalle ore
nelle sigarette fumate fuori al freddo,
cercando sul terrazzo, soli,
la chiave di lettura di una vita,
mai perdendo il vizio.
Sara Pozzato è nata a Este (Pd) il 14 febbraio 1977, ma da sempre vive a Padova, dove si è diplomata in flauto al Conservatorio. Ha dedicato molti anni alla musica e ora si sta laureando in Lettere Antiche all’Università degli Studi di Padova con una tesi in latino tardoantico. Suoi testi sono pubblicati in antologie e Declinazione d’affetti (LietoColle, 2009) è la sua opera prima e verrà presentata a Padova, alla Libreria “Draghi” di Via S. Lucia 11, venerdì 12 giugno p.v. alle ore 18:15 nell'ambito dell'evento "Quinario in versi".
Sara Pozzato, Declinazione d’affetti, LietoColle, 2009, pagg. 52, € 10