Caro Direttore,
è evidente che all’Espresso, e alla sua direzione, Marco Pannella, Emma Bonino, i radicali non sono simpatici, e non si ritiene che il loro dire e fare politico costituisca notizia meritevole di esser riferita ai suoi lettori. Una contrarietà che si traduce nei fatti in un’indifferenza ostile: si contano sulle dita di una mano le occasioni che hanno portato L’Espresso a occuparsi dei radicali, anche solo per citarli.
Tuttavia, signora, a tutto dovrebbe esserci un limite. La invito ad andare a pagina 50 del suo giornale, quello del 21 maggio fascicolo n. 20; mi riferisco all’articolo firmato da Peter Gomez. Articolo ineccepibile, di cui non si contesta una virgola. Sono piuttosto il titolo e il sommario a costituire un’offesa e una vergogna. Il titolo è: “Questi non li votiamo”. Nel sommario si legge: “Condannati come Bonsignore e Sgarbi. Inquisiti come Mastella e Storace. I candidati nei guai con la giustizia spuntano nelle liste per le Europee di tutti i partiti”.
Legga, signora, l’articolo di Gomez, e si accorgerà facilmente come quel sommario sia una non piccola, non marginale, gaglioffata. Nel lungo elenco di candidati “nei guai con la giustizia” brillano, per la loro assenza, i radicali; ed è giusto che sia così: tra i candidati, i dirigenti, gli iscritti e i militanti radicali, non uno, da quando il partito è stato costituito più di cinquant’anni fa, è mai stato arrestato, inquisito, processato, semplicemente indagato per reati contro la pubblica amministrazione, tangenti, concussione e via dicendo. Non un solo radicale è mai stato coinvolto, neppure in via incidentale, nelle innumerevoli inchieste “Mani Pulite” di questi anni; s’ammetterà che già solo questo dovrebbe costituire “notizia”. Non occuparsene, come non rilevare, nel corso delle varie inchieste su “casopoli” e assegnazioni d’appartamenti e attici a prezzi di favore grazie alla compiacenza di istituzioni ed enti “distratti” che i radicali non ne hanno mai approfittato (e tuttavia si sostiene anche qui: “tutti”), fa parte di un costume dell’Espresso e di altri giornali consolidato pur se discutile. Ma per tornare all’articolo di Gomez: perché quel “tutti” palesemente falso?
L’unica spiegazione possibile è che per lei e per L’Espresso i radicali della lista Bonino-Pannella non esistono, non ci sono; la lista è presentata, ma è come se non ci fosse, cancellata, abrogata. Se non è così, per cortesia, si facciano allora i nomi, si documentino i casi che giustificano quel “tutti”, e rendono i radicali invotabili al pari degli altri.
Oltre ai senz’altro meritevoli e ineccepibili Luigi De Magistris e Carlo Vulpio, cui con tutta evidenza vanno le simpatie de L’Espresso, esistono altri candidati non meno meritevoli e ineccepibili: quattro nomi, tra i tanti che si possono fare: Marco Pannella, Emma Bonino, Marco Cappato, Aldo Loris Rossi; candidati nelle liste di quel partito che elesse per il Parlamento Europeo, Leonardo Sciascia ed Enzo Tortora; il partito di Luca Coscioni e di Piergiorgio Welby.
Ci spieghi dunque, signora, perché tra gli invotabili l’Espresso mette anche i radicali, con quell’indiscriminato, ingiusto, grave “tutti”.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 22 maggio 2009)