E’ il momento in cui la mente ha maggior bisogno di affrancarsi dalla chiacchera che ossessiva s’infiltra nel pensiero e nel parlare comune attraverso il martellamento mediatico. Il rischio, già molto avanzato, di addomesticare giudizi e riflessioni legittimando acriticamente le opinioni correnti e quindi accettandole come per fede, anche perché comunicate con voci alte, roboanti e condivise da quasi tutti, può essere evitato cercando spiegazioni più meditate e andando alla fonte dell’insania dei tempi. Ci possono soccorrere le pagine dell’Elogio della Follia, di Erasmo da Rotterdam, opera che pur concepita nel primo decennio del 1500, è ancora attualissima perché individua nella “follia” il soggetto determinante i vari avvenimenti del mondo e di tutto ciò che piace al popolo. All’influenza della follia si devono le realtà della guerra, delle paci ed alleanze e anche dei matrimoni. Significativo il brano che porta il titolo “Follia dell’amore”e che così narra:
“Quanti divorzi e peggio non si vedrebbero da ogni parte se la vita in comune fra uomo e donna non fosse mantenuta ed alimentata con l’adulazione, le facezie, l’indulgenza, l’inganno, tutti segni della follia.Pochissimi dei matrimoni già stretti potrebbero durare se tutti i passi fuori strada delle mogli non restassero celati per la cecità o la stupidità dei mariti. Anche questo, giustamente, è chiamato comportarsi da folle: ma è merito di questa follia se la moglie piace al marito, il marito alla moglie, se le case restano tranquille e l’amore continua.. Prendono in giro il marito , e lo chiamano cuculo, becco e che so altro ancora, mentre con i suoi baci asciuga le lacrime della moglie infedele; ma non è mille volte meglio vivere così ingannato piuttosto che consumarsi per la gelosia e far di ogni cosa una tragedia?" ( Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia, Mursia 1985).
Ma, oggi, da che i media impersonano un altro e diverso tipo di follia, sempre e ancor più figlia di Pluto, dio del denaro, non bastano i baci ad asciugare le lacrime delle mogli per la svelata infedeltà dei mariti.
P. Brondi