Questo giornale entra nel suo ventesimo anno di vita, grazie soprattutto alla testardaggine del suo direttore. Se fosse stato per me l’avrei già chiuso da un pezzo… Spesso ripeto che qualsiasi attività, se non sta in piedi economicamente, non sta in piedi neanche politicamente. È un’analisi un po’ impietosa ma, qualsiasi latteria, anche se fa il formaggio più buono del mondo, non sta in piedi se i conti non tornano. Ed a ogni Assemblea, ad ogni bilancio, mi astengo e… così il Gaz resiste anno dopo anno (per chi non avesse capito, sono spesso messo in minoranza…).
Iniziai a scrivere sui formaggi agli albori dell’avventura, quando il direttore, oltre a correggermi gli errori, mi correggeva anche il testo… e io mi incazzavo come una belva, anche perché lo faceva a fin di bene. Infatti, quando andavo in edicola a comperarlo, mi meravigliavo che scrivessi così bene… Alcuni anni fa, l’Anto' Ruffini, una delle prime redattrici di Centofiori –allora si chiamava così il Gaz–, mi disse (e avevo già la tessera di pubblicista da qualche anno) che avevo imparato anche a scrivere bene gli SMS… Sic!
Questo personalissimo excursus, perché, se dovessi andare a rugare nelle raccolte annuali del Gaz, troverei sicuramente questo argomento col medesimo titolo. Una “Caporetto” economica e culturale: i grossi caseifici hanno sbaragliato le latterie di paese. Fu una ingiusta scelta allora e a quelli della mia generazione farebbe oltremodo piacere che in ogni paese della provincia ci fosse ancora una latteria. Sicuramente ne sarebbero entusiasti gli Onafisti locali. I grossi caseifici si sono inventati il Valtellina Casera, formaggio D.O.P, che va in tutto il mondo oramai, o quantomeno in tutti i supermercati. Un semigrasso, parente stretto del Latteria, ma a latte pastorizzato. Ecco una differenza col Latteria: quest’ultimo è a latte crudo. E l’Onaf privilegia questo tipo di produzioni. I Formaggi che sono legati al territorio, all’ambiente, alla tradizione socio-economica.
Il “pesalatte” dell’APA/SO, dott. Massimo Timini, che una volta al mese viene nella mia latteria a prelevare i campioni di latte dei conferenti per le relative analisi microbiologiche mi ha “messo giù” l’elenco delle latterie ancora funzionanti in ValValtellina (che sta per Valchiavenna e Valtellina): ventitré in tutto. E pensare che solo una ventina di anni fa, ve ne erano ancora 5 a Cosio Valtellino, 4 a Traona, 4 a Samolaco, 4 a Morbegno e così via. Mi sono chiesto dunque se non fosse possibile inventare qualche forma di tutela per questo storico formaggio.
Ed ecco l’idea di proporre all’ONAF/SO di difendere questa tipica produzione, imprimendo sulle forme fatte in queste latterie, un “marchio” Onaf/SO. Sulla falsariga del disciplinare del Valtellina Casera, con alcune variazione pesanti da discutere e definire bene, potremmo chiedere alle latterie che lo vogliono (speriamo tutte) di far valutare da un esperto Onaf/SO le forme lavorate ogni mese, in modo che in base al nuovo disciplinare del “Latteria”, possano fregiarsi di questo marchio. Forse a livello tecnico organizzativo la cosa appare un po’ complessa, ma di cominciare a discuterne sarebbe ora, se non vogliamo definitivamente trasformare in case di abitazione le vecchie latterie di paese. Io ho ristrutturato la vecchia Latteria della Valletta di Traona, chiusa nel 1988 e vi ci abito da più di dieci anni. L’è stàa comunque mei ‘nscì, che lagàla ‘ndà a deròch, almenu. U no?!
Elenco Latterie funzionanti
in Valchiavenna e Valtellina
LIVIGNO
BORMIO
SAN NICOLÒ VALFURVA
MADONNA DEI MONTI
MAZZO IN VALTELLINA
GROSIO
RAVOLEDO DI GROSIO
TRIANGIA
PIATTA DI CASTIONE ANDEVENNO
BERBENNO
SIRTA
COSEGGIO DI TALAMONA
VALENTI DI TALAMONA
BOTTÀ DI MORBEGNO
MORBEGNO CENTRO
ALBAREDO
RUSCAINE A REGOLEDO DI COSIO
VALLONE A TRAONA
PIAGNO
DUBINO
VERCEIA
SAN PIETRO SAMOLACO
GORDONA
Alfredo Mazzoni
(da 'l Gazetin, aprile 2009)